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domenica 28 settembre 2025

Passeggiata letteraria lungo i luoghi di villeggiatura delle ricche famiglie fiorentine e delle comunità straniere residenti a Firenze nell'Ottocento


                                         Totale percorso 6,7 Km - Dislivello circa 100 metri

Questa passeggiata di circa sette chilometri parte ai piedi di Fiesole e si snoda lungo la collina di Camerata, che sorge fra il fiume Affrico e il Mensola.

Potrebbe essere suggestivo, prima di iniziare a camminare, sostare lungo il torrente e leggere la storia dei due amanti, Affrico e Mensola, protagonisti del Ninfale Fiesolano di Boccaccio. Eccola qui riassunta brevemente:

Affrico, un giovane pastore preso da un folle amore per Mensola, una ninfa bellissima, sacra a Diana e votata alla castità, su consiglio di Venere si traveste con abiti femminili e riesce a guadagnare la fiducia delle ninfe e a possedere Mensola. La ninfa si innamora del pastore ma, temendo l’ira di Diana, decide di porre fine alla relazione proibita. Il giovane, disperato, si uccide lungo la riva di un fiume. Mensola intanto si accorge di aspettare un bambino e riesce a dare alla luce Pruneo prima che Diana la punisca, trasformandola in un fiume. Entrambi i fiumi prenderanno i nomi dei giovani amanti. Pruneo verrà accudito dai nonni paterni e, una volta cresciuto, diventerà il siniscalco di Atlante e sposerà la nobildonna Tironea. Dal dono di Atlante a Pruneo del territorio compreso fra i fiumi Mensola e Mugnone nascerà Fiesole.

E adesso, cominciamo a camminare!     

Un collage di foto della passeggiata


Percorrete tutta Via Lungo l’Affrico, fino a che non vi ritroverete davanti un grande cancello: svoltate a destra in Via del Palmerino. Dopo poco arriverete a Villa Il Palmerino, sede di un’associazione culturale. Questa villa ha una storia bellissima, che potete leggere sul sito dell’associazione (https://www.palmerino.org/it/history). Una delle ultime proprietarie fu la celebre autrice inglese
 Vernon Lee, che vi fondò un cosmopolita salotto letterario. Attualmente la proprietà è degli eredi del pittore Federigo Angeli e della pittrice e poetessa Lola Costa. Nella residenza hanno luogo diversi eventi culturali: in alcuni giorni e orari è quindi possibile accedere alla villa. Consultate il sito per gli aggiornamenti.

"Sono tutti belli, questi Giardini della Poesia, e in mezzo a loro scorre l'ampio flusso della Memoria, circondato da bei prati di gigli, orlato da foreste di salici e canne sussurranti. E non meno belli di queste sfumature ideali sono i giardini che vivono immutati e immutabili in molti quadri dipinti nel cuore. Reale e non meno idealizzato è il ricordo dei giardini che abbiamo visto: una volta, forse, e mai più dimenticati." Vernon Lee 


Una volta lasciata la villa, tornate brevemente sui vostri passi fino al grande cancello alla fine di Via Lungo l’Affrico: stavolta svoltate a sinistra e imboccate la strada (si chiama sempre Via del Palmerino) che costeggia il parco dell’ex ostello di Camerata, oggi in ristrutturazione e destinato a diventare un resort di lusso. Un tempo (nel 1427) l’ostello era la villa “Il monte di Camerata” e apparteneva alla famiglia Ridolfi Calzolari. Nel 1954 diventò l’ostello di Firenze, fino al 2019, anno in cui fu messo all’asta. Nel 2022 è stato comprato da un fondo di investimento. Ammirate, passando, la Torre del Palagio che svetta davanti a voi.

 

Alla fine della salita, sulla vostra sinistra trovate una strada senza uscita: porta a quello che era un tempo l’ingresso della Villa di Fontallerta, adesso chiuso. Troveremo l’attuale ingresso principale verso la fine della nostra passeggiata. Girate quindi verso destra, in Via di Camerata, e proseguite diritto fino al Presidio della Croce Rossa Italiana “Anna Torrigiani”. Questa struttura, fondata nel 1864, è intitolata alla nobildonna sposata col conte Carlo Torrigiani. Anna fu anche la dama di compagnia della duchessa Elena D’Aosta, ispettrice generale delle crocerossine. Forse a seguito di questa frequentazione, Anna divenne allieva della Croce Rossa e successivamente infermiera durante la prima guerra mondiale. Quando scoppiò l’epidemia di spagnola, volle essere trasferita nel reparto infettivi, dove fu purtroppo contagiata e morì. Durante la guerra, Anna scrisse un diario molto conosciuto tra gli storici. La sua abnegazione ricorda un’altra grande figura di quel periodo, Florence Nightingale (potete trovare su internet una miniera di notizie sulla sua bella storia. Ne parlo brevemente anche io in un post di questo blog del 18 gennaio 2024).

Proseguite lungo Via di Camerata. Notate, alla vostra sinistra, una deliziosa cappellina adiacente la villa Camerata, al civico 65.

Alla fine della strada svoltate a destra su via San Domenico, fino ad arrivare in piazza San Domenico. Guardatevi intorno: è bellissimo il panorama delle colline, degli uliveti, delle ville. Rinfrescatevi alla fontana, la cui targa ricorda i nomi dei personaggi illustri che qui trovarono ispirazione per le loro opere e poi proseguite fino alla Chiesa e Convento di San Domenico. Il Convento è noto per aver ospitato il pittore Giovanni da Fiesole detto il Beato Angelico.

Tornando ancora una volta sui vostri passi, imboccate Via della Piazzuola fino alla Asl e continuate verso destra (rimanendo su Via della Piazzuola), una strada silenziosa e suggestiva.

Una delle prime ville che incontrerete è “Villa dell’ombrellino” (da non confondersi con l’omonima villa a Bellosguardo), cosiddetta per il suo caratteristico terrazzino in ferro. 

All’altezza del civico 67 di Via della Piazzuola svoltate a sinistra su Via delle Forbici (dal nome di una famiglia fiorentina di mercanti che si chiamava Della Tosa, che avevano nello stemma un paio di forbici d’argento da lana).

Al civico 31 della via trovate sulla vostra destra Villa il Garofalo, che vanta una vista meravigliosa su Firenze. Dalla strada non potrete vedere nient’altro che il muro, ma date un’occhiata su internet per ammirare gli interni e i giardini. Questa villa fu la casa di campagna della famiglia Alighieri. Quando Dante fu esiliato, la Villa fu comprata dalla famiglia di Beatrice, i Portinari. Successivamente si alternarono diversi proprietari.


Una curiosità: se vi trovate a Firenze e volete vedere dove era la casa di Dante, andate alla Trattoria
del Pennello in Via Dante Alighieri. 

Al civico 26 trovate invece l’entrata secondaria del Parco di Villa il Ventaglio (ora chiuso, l’entrata principale è in via Giovanni Aldini): anticamente era una casa da oste della famiglia Brancacci, lungo le vie di pellegrinaggio.
Il Parco in stile inglese, di cui si occupò Giuseppe Poggi, si estende sulla collina per circa cinque ettari.

Proseguendo a diritto arrivate a quello che fu un tempo l’oratorio Santa Maria delle Querce, progettato da Michelangelo e distrutto poi dai guastatori della Repubblica quando nel 1529 Firenze venne assediata per ristabilire i Medici al potere. Ricostruito, diventò poi Villa e residenza di campagna di Pietro Leopoldo di Lorena. Nel 1868 l’edificio fu occupato dai padri barnabiti, che ne fecero un collegio d’élite nazionale e internazionale intitolato a Carlo Alberto di Savoia. Nel 1870 vi fu costruito un osservatorio astronomico e geodinamico. Nel 2003 fu abbandonato e adesso è un resort di lusso.  

Proseguite diritti fino in fondo alla strada, per girare poi a sinistra nel Viale Alessandro Volta (mentre percorrete questo viale, se volete fare una digressione, svoltate a sinistra in via Giovanni Aldini: qui c’è l’ingresso per il parco di Villa il Ventaglio).

Proseguendo la passeggiata arrivate fino a Piazza Edison e imboccate quindi il Viale Augusto Righi. Lungo il viale, alla vostra sinistra (in prossimità dell’incrocio col viale Ugo Bassi), si trova la Villa Fontallerta (la cui entrata secondaria abbiamo già incontrato all’inizio della nostra passeggiata).

Questo palagio esisteva già nel Trecento e Boccaccio vi ambientò una delle novelle del Decamerone (la novella che narra dello scherzo fatto a Calandrino dai pittori Bruno, Buffalmacco e Nello, che lavoravano nella proprietà di campagna del ricco cittadino fiorentino Niccolò Cornacchini). Nel Cinquecento vi ha lavorato anche Bartolomeo Ammannati. Nel 1850 la proprietà passò ai conti Pasolini, che vi crearono un bellissimo parco romantico.

Proseguendo, sempre lungo il viale Righi, potete sostare nel giardino degli ulivi che trovate un po’ sopraelevato dal viale, alla vostra sinistra, davanti a Largo Pietro Capei. Quando passeggio in questo giardino mi vengono spesso in mente Pascoli e Van Gogh, entrambi affascinati dagli ulivi per la loro forza e bellezza.

Vi lascio qualche strofa de "La canzone dell'ulivo" di Giovanni Pascoli (da "Canti di Castelvecchio") e uno stralcio di una lettera di Van Gogh al fratello Theo:

 

Qui radichi e cresca! Non vuole,

per crescere, ch’aria, che sole,

che tempo, l’ulivo!

Nei massi le barbe, e nel cielo

le piccole foglie d’argento!

Serbate a più gracile stelo

più soffici zolle!

Tra i massi s’avvinchia, e non cede,

se i massi non cedono, al vento.

Lì, soffre, ma cresce, né chiede

più ciò che non volle.

 

Mi sono trastullato negli uliveti mattina e sera in queste giornate luminose e fredde, ma con un sole chiaro e stupendo. Ah mio caro Theo, se tu vedessi gli ulivi in questo periodo dell’anno … con il fogliame argento antico che inverdisce contro l’azzurro. E la terra arata color arancio di una tale delicatezza e raffinatezza. Voglio dire che il mormorio di un uliveto ha qualcosa di molto intimo, di immensamente antico. È troppo bello perché io osi dipingerlo o possa descriverlo”.

 

Lasciate quindi il giardino: siete quasi alla fine di questo anello. Ancora pochi passi e sarete di nuovo al punto di partenza in Via Lungo l’Affrico.

L’angolo delle curiosità:

Il nome della collina di Camerata viene da Ca Marte, casa di Marte, perché anticamente qui sorgeva un tempio romano dedicato al dio della guerra.

Anglobeceri era il soprannome che i fiorentini avevano dato alla comunità straniera che viveva a Firenze, che parlava un buffo fiorentino con accento anglosassone.

 Se vi va di approfondire: “I dintorni di Firenze", di Guido Carocci.