Tutto da cambiare, Tonino!

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giovedì 26 luglio 2012

Esercizi di scrittura creativa: Racconti brevi … come sono difficili! Ma c’è una buona notizia!


Mi soffermo ancora una volta sui racconti brevi, già oggetto di un post precedente (“Una sfida per gli audaci”). E’ un genere difficile, ma può dare enormi soddisfazioni, sia per chi legge sia per chi scrive. Chi scrive è svincolato dal dover creare una trama complessa, ricca di personaggi e di avvenimenti; chi legge può esserne intrigato: un racconto breve, infatti, può avere la forza di un pugno nello stomaco o la dolcezza di un bacio. Tutto racchiuso in poche pagine, a volte in poche righe. Se vogliamo scrivere racconti brevi (e può essere un buon esercizio di scrittura, anche se ciò che scriviamo di solito sfiora le mille pagine!) dobbiamo tener presente quanto segue:

-      Non c’è bisogno che la storia si concluda! Ecco la buona notizia! Non c’è niente che debba essere risolto per forza alla fine del racconto. Possiamo chiudere anche mostrando come viene scossa la normale routine del nostro personaggio dall’accadimento di un “qualcosa”; non dobbiamo per forza mostrare come poi si risolva il problema. E’ interessante anche riuscire a mostrare solo le emozioni del personaggio, a far partecipare emotivamente il lettore al “punto di rottura” vissuto dal personaggio.

-      Diamoci pace: le storie brevi richiedono abilità e buone idee per essere scritte, ma necessitano anche di un lettore attento a percepire le sfumature (e questo esclude i lettori forzati!). Quasi sempre bisogna saper leggere le storie brevi, che necessariamente devono lasciare ampio spazio all’immaginazione del lettore.

-      Il racconto dovrà essere semplice, presentare un solo “conflitto”, avere un numero di personaggi esiguo (massimo due o tre a mio parere).

-      Si considerano storie molto brevi quelle da 500 a 1.200 parole; le storie brevi invece vanno di solito dalle 1.500 alle 10.000 parole.

-      La buona idea di sempre sarebbe quella di leggere racconti brevi per acquisire una certa tecnica. Raymond Carver è un maestro del genere.

Infine, quando penso alle storie brevi, mi vengono in mente, come associazione di idee, le fotografie (specie quelle in bianco e nero). Quelle foto che vedete in case che  frequentate poco, che ritraggono personaggi di cui non sapete niente, che non conoscete, ma di cui intuite il carattere, i rapporti di relazione, gli stati d’animo semplicemente osservando quel momento impresso nella pellicola. Se vi soffermate a osservare attentamente, se proiettate voi stessi nella fotografia, toccate le superfici dei mobili, il volto delle persone fotografate, ne toccate i vestiti e percepite il tessuto sotto le vostre dita, sentite il fruscio del vento (vedete com’è piegato quel ramo d’albero? E i capelli scompigliati di lei ….), se vi immaginate di essere finiti nella fotografia e riuscite ad estraniarvi dal mondo reale che vi gira intorno, allora avrete creato una storia breve, magari anche solo nella vostra testa, magari senza averla scritta. Allora correte a casa e scrivetela, prima che vi scappi quest’incanto.



“La gran cosa da fare è resistere e fare il nostro lavoro e vedere e udire e imparare e capire, e scrivere quando si sa qualcosa; e non prima; e, porco cane, non troppo dopo”. Ernest Hemingway

martedì 24 luglio 2012

Esercizi di lettura creativa: essere attenti e critici


Tutti sono concordi sul fatto che per imparare a scrivere bene si deve leggere molto. Da qui in avanti, allora, leggiamo in modo critico. Vivisezioniamo i romanzi che leggiamo. Quali scelte ha fatto l’autore? Narra in prima o terza persona? Perché? Cosa ne pensiamo dell’incipit e del titolo del libro? Cosa ha catturato la nostra attenzione? Cosa ha fatto sì che comprassimo proprio quel libro e non un altro? Come sono presentati i personaggi? Come sono affrontati i dialoghi? Usa descrizioni molto estese? Lascia molto all’immaginazione o è estremamente puntiglioso nei dettagli? Come ci sentiamo leggendo il libro? Potremmo iniziare ad affrontare una lettura così attenta partendo da scrittori che ammiriamo, per poi orientarci anche a generi e autori diversi.

Anni fa ho letto Le mille luci di New York, di Jay McInerney. Ve lo segnalo, perché può essere interessante leggerlo per scoprire una narrazione in seconda persona, che è decisamente inusuale. E’ l’unico libro che ho letto che utilizza la tecnica della narrazione in seconda persona e mi ha affascinata. Se qualcuno di voi conosce altri titoli, vi pregherei di segnalarmeli. E ora buona lettura!  

No! Un’ultima cosa. Importante. Ho cominciato ad usare il carattere Verdana per i miei post perché secondo le informazioni che ho raccolto, dovrebbe essere un carattere più facile da leggere, anche per i dislessici. Dato che sono sensibile a questo problema, se qualcuno di voi ha notizie o informazioni in più, vi pregherei di segnalarmelo. Vorrei che il mio prossimo libro fosse stampato in caratteri idonei e “facilitati” anche per chi ha questo tipo di difficoltà. Grazie.

lunedì 23 luglio 2012

S.A.L. 10: "Giochiamo" al risparmio energetico

Come si "gioca"? Beh, diciamo che è una sfida con noi stessi o, se preferite, con le nostre bollette. Individuiamo una o più bollette che avrebbero bisogno di una buona riduzione (che farebbe tanto bene al salvadanaio ...) e impegnamoci a fare di tutto perché la prossima bolletta sia più bassa dell'ultima ricevuta! Possiamo usare gli elettrodomestici nelle fasce orarie più convenienti, tagliare le spese del telefono cercando di vederci di più con gli amici e comunicare quindi faccia a faccia (o, perché no? Se scrivessimo una lettera? Avete notato come sgraniamo gli occhi quando ne vediamo una nella cassetta delle lettere? Sono diventate rarissime, ed è così bello riceverle!!!). Il "gioco" comunque può essere applicato anche ad altre situazioni: potremmo ad esempio voler tagliare le spese della benzina. Allora via a rispolverare la bicicletta o le vecchie scarpe da ginnastica .... Che ne dite? Ci proviamo?

Esercizi di scrittura creativa: Una sfida per gli audaci



Quanto è difficile scrivere un racconto breve! Mi innamoro di storie ben congegnate, che riescono ad incantarti nello spazio di poche pagine. Mi capita spesso di ripensare a dei brevi racconti, che hanno lasciato una traccia profonda nella mia memoria. Fra questi c’è n’è uno, bellissimo, di Hemingway, che riesce, con solo l’ultima frase,  a dare un senso compiuto a tutto ciò che ci ha raccontato. Allora proviamoci anche noi. E per rendere l’esercizio ancora più difficile e metterci alla prova, scriviamo un breve racconto che inizi e finisca con la solita frase … solo che la seconda volta che il lettore leggerà la stessa frase, possa percepirne un significato completamente differente, a causa di ciò che è successo nella storia. Mica male, eh?

venerdì 20 luglio 2012

Un libro di stagione: “la bella estate di Mélie” di Barbara Constantine.

La prima cosa che mi ha colpito è stata la copertina: pulita, azzurra, tersa come un cielo estivo (appunto l'estate richiamata nel titolo …) e quella bella bicicletta rossa sul cavalletto, con l'ombra riflessa. Allora ho pensato: questo libro dovrebbe piacermi. E' stato così. E' uno di quei libri che si leggono in tre, quattro giorni, pur avendo poco tempo, perché ti scorrono via in velocità. Io li chiamo libri intimi. Quelli che ti fanno bene al cuore, all'anima, al corpo. Contemporaneamente. In realtà non è che succeda granché, perché il succo non è riposto in grandi avvenimenti. Quello che succede te lo aspetti già e lo desideri. E' solo che ha quell'effetto benefico di fare due chiacchiere in confidenza, e di restituirti la giusta prospettiva e il sapore della vita. Carina anche l'idea di far parlare gli oggetti: l'ho trovata molto fine ed efficace. Se siete alla ricerca di un libro per l'estate, da leggere pigramente facendovi accarezzare dal vento e se sapete ancora cogliere le piccole gioie del mondo, questo può essere la scelta giusta per voi.  

S.A.L. 9: E se provassimo a spengere quel rettangolo?

Da quando è nato il mio primo figlio ho smesso di guardare la televisione. Senza troppo sacrificio, a dire il vero. Non sono mai stata una che ne guardava troppa. Da piccola i cartoni animati e qualche film. Una volta cresciuta, verso i venticinque anni, preferivo uscire con gli amici. Poi, sempre con moderazione. Comunque da quando è nato Lui, ho praticamente smesso, eccetto poche eccezioni. Ho preso l'abitudine, fin da quando era piccolissimo, di leggergli o di raccontargli delle storie prima di farlo dormire. Quindi poi era tardi per vedere qualsiasi cosa: tutto era già iniziato. Ora che potrebbe anche leggere da solo prima di dormire, non ho voluto perdere quest'abitudine, che considero un grande regalo, sia per me che per lui. Un attimo di scambio e di creazione di un rapporto di fiducia e sintonia. Il regalo del tempo. Per fortuna Lui è abituato ad andare a letto abbastanza presto quando c'è scuola e comunque se a volte fa più tardi, preferisce giocare o vedere dei film in dvd, perché non me la sento molto di fargli vedere film in tv. Un po' perché sono pieni di parolacce, un po' perché ci sono scene di sesso anche in film che a prima vista sembrerebbero "insospettabili" e poi perché dilaga una violenza impressionante. Tutte immagini che alla sua età non penso sia in grado di gestire ed elaborare. Le menti dei bambini devono essere preservate. Prima dobbiamo cercare di instillare in loro tutto quello che di buono e giusto siamo in grado di proporgli. Buoni sentimenti. Giustizia. Solidarietà. Amicizia. Messaggi positivi. Prima dobbiamo formare una loro piccola coscienza. Poi, con il bagaglio acquisito, saranno in grado di filtrare i messaggi provenienti dall'esterno.  Devo dire la verità: è così tanto tempo che non guardo quasi niente in tv che mi sono disabituata anche io e certe scene troppo cruente mi danno proprio fastidio e un senso di ribrezzo. Altro discorso a parte meriterebbero i programmi stupidi, ma stendiamo pure un velo pietoso …. Non ci meriteremmo una televisione con una programmazione più intelligente? A quanto mi risulta, d'estate ci ripropinano di nuovo vecchi varietà e film già visti milioni di volte, mentre i programmi interessanti di solito sono ad ore improponibili. Allora, concordo sul fatto che a volte vedere anche un programma sciocco possa essere mentalmente riposante e che ci sono pure alcuni canali che invece hanno delle proposte interessanti e divertenti (tipo DMAX) ma quando invece ci accorgiamo che non c'è niente di valido da vedere, anziché continuare a rimanere sprofondati e ipnotizzati da quel rettangolo, perché non proviamo a fare un piccolo sforzo? Vi assicuro che è uno sforzo minimo. Potete anche un po' barare con voi stessi e dirvi che vi alzate un attimo solo per andare a bere, o a fare pipì, o a vedere se avete fatto partire la lavastoviglie … gingillatevi quei cinque minuti in un'altra stanza e se non vi prende proprio un insopprimibile desiderio di ritornare a vedere la tv, fate un rapido salto a prendere il telecomando e spengete. Senza rimpianti. Ci sono un milione di altre cose che potreste fare e a cui potreste dedicarvi. E poi non venite a dire che non avete mai il tempo di fare quello che vi piace veramente …

"… per la virtù, invece, l'unica presa è data dalle orecchie dei giovani, sempreché siano pure e tenute fin dall'inizio al riparo … dal contagio di discorsi cattivi. Per questo Senocrate invitava ad applicare i paraorecchi ai ragazzi più che ai lottatori, perché a questi ultimi i colpi sfigurano le orecchie, mentre ai primi i discorsi distorcono il carattere. Egli non intendeva, comunque, che dovessero porsi in una sorta di isolamento … consigliava solo di proteggerli dai discorsi cattivi prima che altri buoni, come guardie allevate dalla filosofia a protezione del carattere, non ne avessero saldamente occupato la postazione più precaria e maggiormente esposta alla voce della persuasione. "

"L'arte di ascoltare" - Plutarco  

martedì 10 luglio 2012

S.A.L. 8: MUOVITI!

L'idea di questo S.A.L. mi è venuta "sulla mia pelle". Provato e garantito. Ultimamente ero davvero TANTO stanca. Proprio distrutta. Allora, senza stare tanto a pensarci, sono andata a ritirare fuori i miei vecchi videocorsi di ginnastica, pilates, yoga, ecc. ecc.  in DVD ( addirittura anche in VHS! Ho ancora le quattro cassette del corso di ginnastica di Cindy Crawford di circa quindici anni fa, se ricordo bene … sono veramente dure, ma molto efficaci ). Ho cominciato con quelle (non ho proprio il tempo materiale di andare in palestra o praticare uno sport fuori casa). Poi ogni tanto ho usato anche la WII, mentre i bambini scimmiottavano i miei movimenti: rinfranca lo spirito e il fisico. Per finire, un bell'attimo di relax è garantito se ci fermiamo a praticare un po' di respirazione yoga. E dopo? Dopo il duro lavoro fisico ho avuto in regalo un'energia e un buonumore da dieci e lode. Non serve starci delle ore. Massimo ho fatto degli allenamenti di 40 minuti. Stessi benefici con delle belle passeggiate a passo svelto tutti insieme, bambini compresi (fortuna che a mio figlio piace correre!), ma anche un' andatura normale va bene. Basta muoversi per far aumentare la serotonina  (= ormone del benessere) e pare che serva anche per migliorare la memoria, dato che arriva più ossigeno al cervello. In più si dimentica lo stress e si rafforza il sistema immunitario. Buoni motivi per provarci, no?     

martedì 3 luglio 2012

Esercizi di scrittura creativa: facciamo un collage di frasi!


Credo che chiunque voglia scrivere non possa esimersi dall’essere una persona curiosa della vita e dell’umanità. Quando mi raccontano qualcosa, cerco di ascoltare immaginando le persone coinvolte, le loro reazioni, i loro sentimenti. Voglio capire bene le dinamiche che entrano in gioco. A volte i miei amici sorridono di questo e si meravigliano di tanto interesse per fatti che a loro sembrano banali o non così importanti. Eppure non sono una persona particolarmente chiacchierona. Anzi, la caratteristica che tutti colgono di me è proprio il fatto di essere riservata e di non spettegolare. Se mi raccontate un segreto, potete star certi che resterà tale. Allora perché tanta attenzione? Perché ciò che mi interessa e mi affascina è l’esperienza umana. Provate anche voi a fare un esercizio di questo tipo. Se vi raccontano un episodio successo a qualcuno, specie a persone che non conoscete, ascoltate facendo volare la fantasia: immaginate fisicamente le persone di cui vi raccontano, le loro espressioni, le possibili implicazioni di certi fatti. A volte quando sono sull’autobus, mi capita di sentire delle persone che parlano al cellulare e imbastiscono interminabili chiacchierate (io non ce la farei mai a parlare così tanto quando tutti mi ascoltano. A volte qualcuno parla addirittura di cose veramente tanto tanto personali … quasi quasi mi imbarazzo io per loro … se mi capita che mi suoni il telefono sull’autobus o in un luogo pubblico, cerco sempre di ridurre al minimo la conversazione, anche perché non ho un particolare rapporto d’amore col telefono … preferisco parlare viso a viso con le persone …). Un buon esercizio creativo allora può essere quello di costruite una storia dalle frasi che sentiamo durante una telefonata.  Chi ci sarà dall’altra parte del telefono? La mamma? Un’amica? Un fidanzato geloso? Di cosa parlano? Perché? Che cosa succederà dopo? La persona che parla sta mentendo? E’ felice? Preoccupata? Accorata? Inventiamo una storia. Quando poi magari scendiamo dall’autobus, proviamo a legare quella storia appena abbozzata con altri brani di conversazioni che sentiamo per strada, al supermercato, ai giardini. Proviamo a scrivere un racconto in cui queste frasi si possano combinare insieme.

S.A.L. 7 Giù la maschera!


Smettiamo di avere sempre quella maschera imbronciata, arrabbiata, impaziente sul viso. Proviamo, se possibile, a sdrammatizzare un po’. Proviamo ad assumere un’espressione serena, distesa, fiduciosa, paziente. Cerchiamo di sorridere di più: pare sia più facile anche a livello di impegno muscolare. Allora oggi, proprio oggi, ritagliamoci un microscopico spazio tutto per noi, mettiamoci nel posto o  nella posizione che più ci rilassa, e facciamo dei bei respiri profondi. Rilassiamo il collo e le spalle. Pensiamo e buttiamo giù una lista (scritta) di motivi per i quali dovremmo essere felici e grati. Non dimentichiamo di scrivere ciò che ci può sembrare scontato, ma che invece non lo è. Ricordiamoci: niente, in fondo, ci è dovuto. Quanti e quali regali ci ha fatto la vita? Sfrondiamo dalle negatività e dai guai di ciascuno di noi ciò che ci circonda di positivo. E dedichiamo la giornata a essere lieti, pazienti e felici per le nostre fortune.