Tutto da cambiare, Tonino!

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sabato 23 ottobre 2021

Permettete una domanda sui limiti di velocità?

 

Foto di thevibrantmachine da Pexels

Non so se ci avete fatto caso anche voi, ma a me sembra che gli automobilisti siano più imbranati di prima: sia quando guidano in città, sia (soprattutto, direi) quando sono in autostrada. Penso che un po’ ci siamo disabituati a guidare: siamo stati a lungo fermi per il lockdown dovuto al Covid e stiamo cercando, chi più, chi meno, di usare poco l’auto a beneficio dell’ambiente. La mancata pratica ci porta quindi ad essere più paurosi e maldestri.

Quindi mi chiedo: è davvero opportuno l’innalzamento a 150 Km/h del limite di velocità in autostrada di cui si discute in questi giorni? 

Personalmente non mi importa che riguardi solo le autostrade a tre corsie dove sono presenti i Tutor. Credo che si debba sempre tenere in considerazione l’errore umano, la stanchezza, la mancanza di riflessi pronti e a volte pure la sfortuna. Quale è il vantaggio di poter andare così veloci? Insomma, non siamo mica su una pista, no?  

Se vi interessa l’argomento, andate a leggere questo articolo: https://www.sicurauto.it/news/attualita-e-curiosita/incidenti-stradali-e-vittime-2021-raddoppiati-dopo-il-lockdown/

E, soprattutto, questi:

https://www.asaps.it/14886-tratti_di_autostrada_percorsi_a_130_o_150_km_h__tempo_impiegato_e_differenza_in_.html

https://www.espertoautoricambi.it/magazine/calcolare-lo-spazio-di-frenata-94

 

Siamo disposti a rischiare la nostra vita e quella degli altri per arrivare venti minuti prima?


martedì 12 ottobre 2021

Permettete una domanda sul peso degli zaini degli studenti?

Sono anni che sento parlare degli zaini di scuola troppo pesi. Ho scoperto da poco che esiste anche un documento del Ministero dell'Istruzione e del Ministero della Salute, che informa che il peso degli zaini non dovrebbe superare il 15% del peso corporeo dell'alunno. 

Quindi mi chiedo: come è possibile che ancora non vengano stampati i testi scolastici in fascicoli?   

Viste poi le cifre considerevoli spese ogni anno per i libri di testo e il corredo scolastico, non sarebbe ora di pensare di dotare gli studenti di un tablet? Anche perché adesso, oltre al libro cartaceo, esiste sempre la versione digitale. Perché non promuoviamo l'uso dei libri in formato digitale a scuola e lasciamo la copia cartacea a casa?  


Complimenti alla Garzanti Scuola per questo libro di scienze! Copre i tre anni di scuola secondaria di primo grado ed è suddiviso in quattro libri.



Due consigli basilari ai bambini e ai ragazzi: 


Ricorda! Lo zaino deve essere indossato in modo che il carico venga ripartito simmetricamente sul dorso e non su un solo lato! 


Non stai partendo per le vacanze: lo zaino non è una valigia. Porta tutto ciò che ti serve, ma lascia a casa il superfluo. La tua schiena te ne sarà grata!

domenica 10 ottobre 2021

Recensione al nuovo libro di Guia Risari, "Il filo della speranza" - Settenove edizioni


“Il filo della speranza”, di Guia Risari – Ed. Settenove

Vita è la voce narrante di questo nuovo romanzo di Guia Risari. Nel periodo dell’isolamento dovuto al Covid, la sua mente torna al passato, ai ricordi di giovane sposa felice e abile ricamatrice. Decide così di scrivere una lettera alla nipote che vive lontana, per lasciarle una sorta di testamento spirituale: rendere luce ai ricordi, regalarle la sintesi della sua vita, i valori in cui ha creduto e per i quali ha combattuto.

Dei flashback ci trasportano quindi alla fine degli anni Sessanta, in Sicilia. Vita è una giovane ragazza seria, che rispetta le tradizioni e si sposa con Lele, un uomo curioso e intelligente, immune da pregiudizi. Dopo il matrimonio, Vita decide di mettere a frutto l’arte del ricamo, che ha imparato fin da piccola, per aumentare le entrate della giovane famiglia. Si mette quindi a preparare un campionario da mostrare ai clienti. Ma inserirsi in quel mercato non è semplice, perché i clienti vogliono lavori raffinati, ma non sono disposti a pagarli a un prezzo adeguato e sul lavoro di Vita, come su quello di tante altre ricamatrici, si allunga l’ombra dei mediatori, uomini senza scrupoli che pagano una miseria e rivendono a misteriosi compratori.

Vita, spronata da Lele, capisce allora che deve mettersi in contatto con le altre ricamatrici, fare fronte comune. È così che conosce, fra le altre, Filippa, donna energica e combattiva e nasce la Lega delle ricamatrici: donne coraggiose che sono decise a non farsi sfruttare.

La loro tenacia porterà frutti: nel 1973 venne approvata in Parlamento la legge numero 877 sul lavoro dipendente a domicilio, che stabiliva orari di lavoro, una paga oraria equa e un obbligo di trasparenza nelle transazioni.

La Lega delle ricamatrici fonderà successivamente la Cooperativa “La rosa rossa”. Purtroppo il loro lavoro non darà i frutti che si sarebbero meritate, anche se le ricamatrici si aggrapperanno al loro sogno, con la certezza, comunque, di aver difeso la loro dignità.

Le battaglie di ieri tornano ad essere le battaglie di oggi: a Elche per esempio, in Spagna, un gruppo di cucitrici vengono pagate una miseria e lavorano da casa senza contratto: sono le aparadoras, che ai tempi del Covid hanno deciso di produrre mascherine e, invece di cucire scarpe di marche prestigiose, regalano il loro lavoro per una giusta causa.

Leggendo questo libro mi è tornata in mente la filantropa americana Romeyne Robert, che fondò la scuola di ricami Ranieri di Sorbello per aiutare le donne più svantaggiate ad emanciparsi, o Carolina Amari e la sua Cooperativa Industrie Femminili Italiane, nata per promuovere e migliorare le condizioni delle lavoratrici, eliminando gli intermediari che sfruttavano il lavoro delle donne. Ma questi mirabili esempi di promozione sociale, riflettevo, nascevano dalla filantropia di donne nobili e borghesi. L’esempio della Rosa Rossa è ancora più potente e commovente: perché nasce da donne del popolo che, oltre alla loro abilità, potevano mettere in campo solo la loro solidarietà e il loro coraggio.

Un libro per riflettere, dunque, anche sugli obiettivi dell’agenda 2030. Mi riferisco in particolare all’obiettivo sul lavoro dignitoso e la crescita economica. L’Organizzazione Internazionale del Lavoro ha stabilito che un lavoro è dignitoso quando: viene pagato in modo giusto, non mette a rischio la vita del lavoratore, è regolato da un contratto che tutela il lavoratore, lascia al lavoratore il tempo per il riposo e gli permette di migliorare negli anni. 

Abbiamo molto su cui lavorare.  

“Ricamare non è certo passare il tempo, è scrivere sulla tela una storia lunga e complicata. Far parlare le mani, mentre il fiato è sospeso e gli occhi lacrimano. Per me, poi, è ritrovare tante voci, anche quelle sepolte da un pezzo. Nel ricamo tutto torna vivo e si fa sentire”.

“Possono le trame costituire le tracce di un sentiero che porta alla felicità?”

“Il filo della speranza”, di Guia Risari