A me i libri
comunicano sensazioni, non appena li prendo in mano. Questo per esempio,
concepito proprio come un taccuino, con l’elastico a chiudere, tipo Moleskine,
mi conquista subito. Sento la grana della carta, il profumo, m’incanto sulla
copertina di Pia Valentinis, dove due alberi, i loro rami, le foglie, il cielo,
compongono magicamente il volto di Simone Weil. E’ splendida
quest’illustrazione: l’arte del disegno compenetra e amplifica il testo. Perché
leggere “Il taccuino di Simone Weil”? Perché fa pensare, questa è la risposta
più giusta. In ogni libro possono esserci infinite chiavi di lettura, possiamo
trovare motivazioni diverse per leggere un testo. Io credo che oggi abbiamo
bisogno di leggere per trovare esempi forti, risposte, differenti approcci alla
vita rispetto a quelli che ci vengono inculcati. Specialmente i giovani
dovrebbero essere spronati a scoprire i grandi pensatori e i personaggi che
hanno lasciato tracce grandi e belle nel mondo, per farsi contagiare
dall’ardire, dalla passione, dal fuoco, annientando il nichilismo che spesso
sembra dilagare nella nostra società. Il taccuino di Simone è concepito proprio
come un diario, nel quale la pensatrice ripercorre la sua vita toccando vari
temi: l’infanzia, l’adolescenza, la scoperta della politica, la guerra, le
disuguaglianze sociali, la filosofia, i viaggi … All’ultima pagina ti trovi a desiderare
altre pagine … hai la sensazione di aver bisogno di continuare a cercare,
capire. E’ questo il regalo più bello di un buon libro: trascinarti in una
catena di ricerca, entusiasmo, curiosità.
Un plauso va anche
all’editore rueBallu di Palermo, che con la sua collana Jeunesse ottopiù ha
pubblicato vari altri titoli stimolanti: su Mozart, Bach, Shakespeare,
Ildegarda von Bingen (www.rueballu.it).
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Simone Weil |
“Ho capito che
ogni persona, anche la meno intelligente, anche quella che ha capacità
limitate, è animata dal desiderio di trovare la verità. L’unica cosa che
bisogna fare è riconoscere questo desiderio e realizzarlo, ognuno a modo suo.
Da quando ho afferrato questo, la mia vita è diventata un cammino verso la mia
verità, verso l’incontro con gli altri, verso la pace, la giustizia e verso
Dio. E, come tutti i grandi camminatori, mi sono armata di pazienza e ho
riempito un grande zaino – uno zaino che tutti abbiamo – di esperienze,
letture, incontri.” Guia Risari, "Il taccuino di Simone Weil"
“L’animo di una persona è
indipendente dalla sua buccia esterna … Anzi, mi sento un po’ distaccata dalla
mia carcassa, anche se mi ospita e mi accompagna da quando sono nata” – Guia
Risari, “Il Taccuino di Simone Weil”
Opere ispirate alla figura di Simone
Weil:
Georges Bataille, “L’azzurro del cielo”:
Bataille s’ispira a Simone Weil per il personaggio di Lazare.
Film:
“Europa 51” di Roberto Rossellini
“Le stelle inquiete” di Emanuela Piovano
“Perché la Grande Idea non è informare i ragazzi, ma formare la loro
coscienza. E’ questo che li fa diventare Uomini e Donne capaci di discernere il
Bene e il Male, ciò che si può, si deve, e ciò che invece non si può, non si
deve.
Dobbiamo esortare i pigri … a mettere insieme il resto da soli, una
volta che l’intelligenza abbia fatto loro comprendere i punti essenziali,
tenendo a mente quanto hanno ascoltato perché sia loro di guida nel
proseguimento della ricerca e accogliendo la parola altrui come principio e
seme da sviluppare e accrescere. La mente non ha bisogno, come un vaso, di
essere riempita, ma piuttosto, come legna, di una scintilla che l’accenda e vi
infonda l’impulso della ricerca e un amore ardente per la verità. Come uno che
andasse a chiedere del fuoco ai vicini, ma poi vi trovasse una fiamma grande e luminosa
e restasse là a scaldarsi fino alla fine, così chi si reca da un altro per
prendere la sua parola ma non pensa di dovervi accendere la propria luce e la
propria mente, e siede incantato a godere di ciò che ascolta, finisce per
trarre dalle parole solo un riflesso esterno, come un volto che si arrossa e si
illumina al riverbero della fiamma, senza riuscire a far evaporare e scacciare
dall’anima, grazie alla filosofia, quanto vi è dentro di fradicio e di buio.”
Plutarco – “l’arte di saper ascoltare”