Un magico scrigno
Per molti,
forse per troppi,
il vocabolario
è soltanto un grande letto
a castello
in cui le parole dormono,
pigramente,
un sonno infinito.
Per altri, invece,
il vocabolario
è un magico scrigno,
in cui rovistare
con dita leggere,
in cui le parole brillano
come vivide gemme,
in un sempre diverso
scintillio di luce,
in una ricchezza
che non ha mai fine.
G. E. Mordan
Poco prima di sposarmi, in occasione del mio compleanno, la mia
nonna mi regalò dei soldi, dicendomi che potevo acquistare un regalo a mia
scelta. Volevo comprarmi qualcosa che mi rimanesse come un suo ricordo e pensai
a lungo a questo regalo. Alla fine, la scelta cadde su un vocabolario. Sarebbe
stato utile nella mia nuova casa, dato che il vecchio, che avevo sempre usato,
era di famiglia e sarebbe rimasto nella mia casa di origine. Tuttora occupa un
posto d’onore nella mia libreria e, tutte le volte che lo consulto o
semplicemente mi cade lo sguardo sulla sua costola verde, mi riporta alla mente
la mia nonna, che purtroppo non c’è più. Non credo che oggi molti consultino il
grosso librone; probabilmente usiamo dizionari on line, che hanno senz’altro il
vantaggio di essere di veloce consultazione e a peso zero, ma aprire questo
scrigno ha sempre il suo fascino. Rimestare fra le parole, scorrerle e farsele
rotolare in bocca, quasi in un sussurro, scoprire l’etimologia di un termine …
è un esercizio che potrebbe portarci grandi benefici per arricchire il nostro
lessico. Eppure, nel 98% dei nostri discorsi, usiamo solo circa 6.500 parole,
che formano il nostro vocabolario di base. Fra l’altro, forse non tutti sanno
che oltre al vocabolario classico e ai sinonimi e contrari, esistono molti
altri tipi di vocabolari, stimolanti e utili per chi vuole imparare a scrivere
bene e a comunicare in modo efficace. Vediamoli:
Il dizionario delle collocazioni, che vi mostra le combinazioni
lessicali della lingua e la loro capacità associativa. Le collocazioni
possono essere frequenti e comuni, oppure più specifiche e raffinate. La ricerca delle
collocazioni può essere fatta partendo da un nome, da un verbo o da un
aggettivo e vi aiuta a formulare una frase che esprimerà veramente cosa
volevate dire, in ogni sfumatura.
Il dizionario analogico vi viene in aiuto quando, esponendo un concetto,
vi sfugge una parola che servirebbe a esprimere al meglio ciò che volete dire.
Colma quindi una lacuna espressiva attraverso una catena di analogie, che vi
porta pian piano a individuare la parola che stavate cercando nella vostra
testa.
Il dizionario etimologico raccoglie invece l’origine delle parole,
la loro nascita, vi spiega da dove derivano e come si sono formate.
Il dizionario storico narra la storia della parola.
Offre la spiegazione del significato della parola, con esempi in cui questa è
usata nelle varie opere letterarie ( su http://tlio.ovi.cnr.it/TLIO/
trovate il
Tesoro della Lingua Italiana delle Origini TLIO).
In più, tre anni fa, l’editore fiorentino Franco Cesati pubblicò un simpatico volume: “Il dimenticatoio, dizionario delle parole perdute”. In una versione accattivante, erano proposte duemila parole di basso uso, letterarie e obsolete, per comunicare in modo più vario e accurato. Per quale motivo dovremmo perderci per strada dei vocaboli che fanno parte della nostra cultura? Fra l’altro questo volume potrebbe essere facilmente usato anche per fare il gioco del vocabolario, per le cui regole vi rimando a questa pagina di Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Gioco_del_dizionario. Ho scoperto questo gioco a casa di amici, che avevano una vecchissima versione del gioco da tavolo “Bindolo”, oggi introvabile. In ogni caso, anche senza “Bindolo”, potete giocare semplicemente con un dizionario, penne e fogli. Buon divertimento!
Per concludere, vi segnalo anche il sito unaparolaalgiorno.it: se vi iscrivete (gratis) riceverete ogni giorno una mail con un nuovo vocabolo, spiegato e commentato.
Non vi resta quindi che attingere a piene mani alla ricchezza della lingua italiana! Buon viaggio!