Pochi giorni fa è
stato il Giorno della Memoria. Come ogni anno ho guardato più di un film fra
quelli proposti in televisione e ho letto un libro sull’argomento. Mi sto
accorgendo che più passa il tempo, meno riesco a sopportare l’orrore che
immagini e parole evocano. Invece di indurirmi, gli anni mi lasciano addosso
strati e strati di sensibilità. Eppure è necessario continuare a ricordare,
anche se fa soffrire. È necessario far luce su tutti quei giusti che in mezzo
alla follia decisero di disobbedire e di salvare, a rischio della propria vita,
migliaia di ebrei.
Così, vedendo “Vento
di primavera”, sono stata più volte sul punto di cambiare canale, perché facevo
davvero fatica ad assistere a tanta crudeltà. Impossibile non immedesimarsi.
Così come anche “La chiave di Sara”, che racconta, come il precedente film
citato, il rastrellamento degli ebrei parigini e la loro successiva
deportazione, mi ha lasciata inquieta per giorni.
Il libro che ho letto
quest’anno è “La stella che non brilla”, di Guia Risari, illustrato da Gioia
Marchegiani (Gribaudo editore). Mi ha commosso. Mi ha fatto venire i brividi
fin dalla prima pagina, leggendo le dediche iniziali della scrittrice e dell’illustratrice.
Il racconto, splendidamente illustrato, è semplice ma potente: i grandi sono
impegnati, il gatto non è disponibile per giocare, e allora il solaio, caldo e
polveroso, diventa un richiamo irresistibile per Eva, la piccola di casa. Ma si
sa, quando si cerca, spesso si trova. E allora bisogna avere il coraggio di
fare delle domande e affrontare le risposte. Eva trova una scatolina di ferro,
che contiene degli oggetti “misteriosi”: una stella di stoffa, una foto e un
dente. Toccherà al nonno raccontare la Storia di quegli oggetti e a spiegare a
Eva che, malgrado l’orrore e l’impossibilità di aiutare e consolare chi non c’è
più, la sola cosa importante che rimane da fare è ricordare. Ricordare perché niente
del genere possa mai ripetersi. Il libro si chiude con un messaggio di speranza
e un’appendice nella quale si trovano brevi notizie storiche sul fascismo, sul nazismo
e in genere sulla Seconda guerra mondiale, e una parte dedicata alle opere d’arte
che hanno denunciato gli orrori della guerra e della Shoah.
“Ricordare. Devi solo ricordare perché niente del
genere possa mai ripetersi. In ebraico, si dice Zakhor.”
La stella che non brilla – Guia Risari –
Gribaudo.
2 Febbraio 2020 - Visita al Memoriale - Firenze
orari: 10.30, 11.30, 12.30, 15.30, 16.30, 17.30
durata: 1h
Le visite permetteranno di conoscere il Memoriale italiano di Auschwitz - opera d’arte contemporanea un tempo collocata nell’ex campo di sterminio e oggi esposta a Firenze - e di approfondire la storia della memoria della deportazione italiana. Monito per la memoria, simbolo tragico di una storia lontana che non deve tornare attuale, il Memoriale italiano di Auschwitz fu il frutto della volontà dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) e di una progettazione collettiva e corale a cui contribuirono lo studio di architettura di Milano BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers), lo scrittore Primo Levi, il pittore Mario “Pupino” Samonà, il regista Nelo Risi ed il compositore Luigi Nono. Fu inaugurato nel 1980 nel Blocco 21.
orari: 10.30, 11.30, 12.30, 15.30, 16.30, 17.30
durata: 1h
Le visite permetteranno di conoscere il Memoriale italiano di Auschwitz - opera d’arte contemporanea un tempo collocata nell’ex campo di sterminio e oggi esposta a Firenze - e di approfondire la storia della memoria della deportazione italiana. Monito per la memoria, simbolo tragico di una storia lontana che non deve tornare attuale, il Memoriale italiano di Auschwitz fu il frutto della volontà dell’Aned (Associazione nazionale ex deportati nei campi nazisti) e di una progettazione collettiva e corale a cui contribuirono lo studio di architettura di Milano BBPR (Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers), lo scrittore Primo Levi, il pittore Mario “Pupino” Samonà, il regista Nelo Risi ed il compositore Luigi Nono. Fu inaugurato nel 1980 nel Blocco 21.
Domenica 9 febbraio
Sopra il Ponte associazione Geco
Sopra il Ponte associazione Geco
Questa escursione vi farà salire sulle
colline sopra Pontassieve, fino a raggiungere il Poggio Bardellone, fra
coltivi, boschi e vecchi poderi.
Dal Poggio si apriranno i panorami sulla bassa Valdisieve, la Valle dell’Arno e le colline circostanti. Prevista una sosta anche a Pievecchia, importante luogo della Memoria.
Ritrovo ore 9.00 presso la Stazione di Pontassieve
Rientro ore 12.30 circa
Dati tecnici: lunghezza 8,5 km circa – dislivello +/- 500 m
Info e prenotazioni Andrea 347.3587069
Dal Poggio si apriranno i panorami sulla bassa Valdisieve, la Valle dell’Arno e le colline circostanti. Prevista una sosta anche a Pievecchia, importante luogo della Memoria.
Ritrovo ore 9.00 presso la Stazione di Pontassieve
Rientro ore 12.30 circa
Dati tecnici: lunghezza 8,5 km circa – dislivello +/- 500 m
Info e prenotazioni Andrea 347.3587069
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