Eugenio Montale, Mario Luzi e altri intellettuali riuniti ai tavolini del Caffè Le Giubbe Rosse di Firenze |
Scrivere, come tante
attività umane, ha bisogno anche di relazioni e di un confronto fecondo con gli
altri. La figura romantica dello scrittore solitario e timido difficilmente
beneficerà della linfa vitale di un dibattito con altri lettori e scrittori:
pareri e critiche (anche quelle che fanno male) porteranno a discussioni,
talvolta accese, che non potranno che fornire spunti per elaborare nuove idee. È
fondamentale quindi esporsi, ascoltare con la mente aperta, avendo sempre la
libertà di rimanere anche delle proprie idee, se vi sembra il caso.
Un tempo i caffè letterari
erano i luoghi dove gli scrittori potevano conoscersi, confrontarsi, discutere
di argomenti di diversa natura. Fu grazie a questi luoghi che si diffuse la
cultura illuminista e prese piede la rivoluzione culturale da cui si
svilupparono correnti letterarie e artistiche. “Il Caffè” di Pietro e
Alessandro Verri, rivista letteraria nata nel 1764 (o, come scrivevano loro:
“brevi e vari discorsi distribuiti in fogli periodici”) trattava di come si
svolgevano le discussioni all’interno dei caffè.
Le riviste letterarie erano
banchi di prova importanti. La rivista “Solaria”, fondata a Firenze nel 1926 da
Alberto Carocci, pur avendo breve vita e una tiratura di qualche centinaio di
copie soltanto, contribuì a far conoscere e valorizzare l’opera di grandi
scrittori: Joyce, Virginia Woolf, Hemingway, Rilke, Thomas Mann, Proust, Svevo,
Tozzi, Ungaretti, Montale, Saba, Gadda, Vittorini, Pavese.
Tutto questo per incitarvi a
far leggere ciò che scrivete e a mettervi a confronto con gli altri anche su
ciò che leggete (non impariamo a scrivere anche leggendo?). Potete frequentare
i festival letterari, i corsi di scrittura creativa, partecipare a concorsi
letterari, proporre i vostri racconti alle riviste letterarie, prendere parte a
dei gruppi di lettura o frequentare dei caffè letterari (esistono ancora oggi:
informatevi se ce ne sono nella città dove abitate), scrivere sul vostro blog o
sulle piattaforme di scrittura social.
Se scrivete, vuol dire che volete
essere letti, quindi datevi da fare! Se non riuscite a farvi pubblicare da un
editore, tentate altre strade. La pubblicazione tradizionale, in fondo, non vi
assicura che il vostro libro verrà letto da molte persone. Talvolta i libri
hanno vita molto breve: tanti titoli pubblicati, se non vendono, vanno a finire
al macero dopo pochi mesi. I libri restano negli scaffali delle librerie
(quando ci arrivano) per un tempo limitato e considerate che spesso i lettori
comprano solo libri di autori già affermati.
Guardate il rovescio della
medaglia: essere scrittori indipendenti è sicuramente faticoso e impegnativo,
ma può anche svincolarvi da obblighi e restrizioni.
Allora, oggi a chi farete leggere
qualcosa di vostro?
“C’era il caffè delle Giubbe Rosse, dove ci riunivamo per la
rivista Solaria … Alle Giubbe Rosse ci andavo praticamente tutti i giorni.
Vittorini ci veniva spesso. È stato un momento molto bello.” Eugenio Montale