Tutto da cambiare, Tonino!

Tutto da cambiare, Tonino!
Tonino è cresciuto ed è a spasso nella rete! Se vuoi puoi seguirlo su Blook Intrecci nella rete. Leggi tutto il libro gratis a puntate! Qui trovi il primo capitolo: https://blookintreccinellarete.blogspot.com/2015/06/antonio-punto-e-capo-primo-capitolo-due.html

mercoledì 10 gennaio 2024

S’ha a dì d’andà? Vieni che ti racconto delle donne di Santa Croce!



A fine novembre ho partecipato a una visita guidata al complesso monumentale di Santa Croce (Firenze) che approfondiva la storia delle donne: un percorso di visita dedicato a ripercorrere la memoria di importanti figure femminili e delle loro vicende. Condivido con voi alcune foto e informazioni apprese dalla guida. Spero vi serviranno per visitare Santa Croce in modo un po' insolito. 

Pubblicherò le informazioni complete in più parti, altrimenti verrebbe un post lunghissimo. Cercate quindi nei prossimi giorni le "puntate" successive! 

Partiamo con una piccola premessa!

La donna nel medioevo era posta sullo stesso livello dei minori: non aveva personalità giuridica, non poteva disporre del proprio patrimonio, non aveva autonomia. Le veniva concesso il cosiddetto peculium, l’equivalente di una piccola somma di denaro che poteva amministrare.

Essendo una discendente di Eva, la donna era considerata un essere ribelle, incline alla disobbedienza, che l’uomo aveva il diritto di correggere: lo ius corrigendi consentiva all’uomo di usare la frusta o le mani a tale scopo. Pensate che è stato abolito in Italia solo nel 1956!

A Firenze esisteva anche la figura del mundio, derivata dal diritto longobardo, che aveva il compito di fare da tutore legale alla donna. Di solito era la figura maschile più prossima (ad esempio il padre, il marito, il fratello) che si occupava di prendere decisioni e stipulare affari per conto della donna. Per la donna, quindi, le vie possibili della vita, come ci racconta Chiara Frugoni nei suoi studi, erano tre: matrimonio, convento, prostituzione.


Cappella Fustellani, affreschi di Agnolo Gaddi: l’affresco in alto mostra San Nicola di Bari che getta in una casa, attraverso una finestra, un piccolissimo pacchettino, che contiene del denaro per la dote delle tre fanciulle, figlie del mercante. Il mercante era disperato perché aveva perso i suoi averi e non poteva dare una dote alle figlie. Temeva, quindi, che sarebbero state costrette a prostituirsi. Il dono di San Nicola permise alle figlie del mercante di fare un buon matrimonio e intraprendere la via della famiglia.

Tomba monumentale di Luisa Stolberg-Gedern contessa D’Albany


Solo nel 1751 le donne possono iniziare a stipulare affari per conto proprio e alla fine del 1700 viene loro concesso di mantenere i titoli nobiliari acquisiti per vie matrimoniali, anche se rimangono vedove. 

Uno dei modi per esprimere la propria personalità, per le donne, era il salotto letterario, che rappresentava spesso anche un modo per aiutare il marito nell’attività politica o negli affari. Famosi furono i salotti di Emilia Toscanelli Peruzzi, Luisa Stolberg, Charlotte Bonaparte. In questi salotti venivano invitate personalità di spicco.

La storia di Luise Stolberg Gedern, contessa D'Albany, è una storia interessante, che simboleggia una caparbia e una tenacia non indifferenti per l’epoca. Era nata in una antica e nobile famiglia. Rimasta orfana a 3 anni, venne presa sotto l’ala dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, che fece in modo che la bambina avesse un’istruzione e le fosse garantito un futuro. Luise si sposò per procura con il principe Charles Stuart, che era considerato dai giacobiti il legittimo erede al trono di Inghilterra, Irlanda e Scozia. Durante il matrimonio vissero a Firenze e a Roma e all’inizio la coppia fu felice, ma ben presto le cose peggiorarono. Sembra infatti che il principe fosse un alcolista, che spesso picchiava la moglie (fu accusato anche di tentato omicidio). Luise però era molto forte e, grazie a un'importante rete di amicizie influenti, riuscì a ottenere (all’insaputa del marito) un vitalizio, che le venne garantito dalla corte di Francia e di Inghilterra (grazie all’intervento del cognato, cardinale di York). Riuscì quindi a separarsi dal marito con l’aiuto del re di Svezia, benché la legge non lo consentisse, e a scappare da Firenze, grazie all’aiuto di Vittorio Alfieri (con cui aveva una relazione) che la nominò sua erede universale. Dopo la separazione Luise visse a Firenze con Vittorio Alfieri: il loro salon divenne un punto di riferimento importante per la città, frequentato dai migliori letterati. Come racconta Massimo D’Azeglio, era uno dei pochi salon fiorentini dove erano ammessi i bambini, che venivano vezzeggiati con cialde e gelati (D’Azeglio frequentò quel salotto letterario da piccolo e lo cita nelle sue memorie).

La tenacia di questa donna è dimostrata anche dal fatto che riuscì a ottenere la sepoltura all’interno della basilica di Santa Croce per Vittorio Alfieri, nonostante la loro relazione extraconiugale. La tomba monumentale di Alfieri fu realizzata da Antonio Canova e, data la risonanza dell'opera, fu collocata in una posizione di grande prestigio: fra il sepolcro di Michelangelo e quello di Machiavelli. 

Alla prossima "puntata", dove vi racconterò di altre donne di Santa Croce! 

Nessun commento: