La psicoanalisi, così come la letteratura, affronta temi che attraversano la complessità umana da sempre. Ormai da diversi anni la biblioteca organizza un ciclo di incontri su “Letteratura e psicoanalisi”, in collaborazione con gli psicoanalisti e gli psicologi dell’Associazione Extimité di Firenze.
Quest’anno il tema proposto è “il perturbante”, il nascosto, lo spaventoso, quell’ ospite straniero che abita da sempre il pensiero dell’essere umano.
Prendendo spunto dalle prime battute del saggio di Freud “Sul perturbante”, attraverso quattro incontri i relatori ci accompagneranno in un affascinante percorso investigativo su tutti i luoghi del segreto, attraverso la penna dei poeti, le immagini delle rappresentazioni cinematografiche e le storie che si diramano nella stanza dell’analista.
Venerdì 9 febbraio - ore 17
Nella trasparenza dell’addio - Nicola Mariotti
La capacità di avvertire in sé l’alterità assoluta (così tanto perturbante) è ciò su cui si può edificare la ripetizione del sintomo, ma anche la capacità creativa del linguaggio e della poesia. La psicanalisi, come l’arte in generale, cerca di sostenere questo passaggio che sta come una possibilità in ogni incontro con se stessi e con l’altro.
Venerdì 23 febbraio - ore 17
L’ Unheimlich, il perturbante, nel cinema di Michael Heneke - Ilaria Detti
Il cinema di Michael Haneke esplora in modo instancabile e mai uguale la questione del perturbante e della violenza: due temi che peraltro si parlano assai da vicino. Cosa turba la quiete della casa? Cosa nella sua struttura fa sì che essa non possa mai fino in fondo rappresentare, per noi umani, il conosciuto, il rassicurante, il familiare? E questo vale per la casa tout-court: che sia la nostra persona, la nostra abitazione, la nostra comunità. Il domestico è il luogo del segreto: un resto inassimilabile, insondabile, inesauribile, trasmissibile.
Venerdì 1 marzo - ore 17
Ogni essere umano è nato per scrivere un libro - Giulia Lorenzini
Piuttosto nota è la frase che Rimbaud scrisse in alcune lettere al caro amico e confidente Georges Izambard: Je est un autre, Io è un Altro.
Senza saperlo il poeta francese aveva dato la definizione di ciò che in psicoanalisi chiamiamo Unheimlich e che traduciamo in italiano con la parola perturbante, ma esattamente quali implicazioni può avere la frase Io è un Altro? La lettura e il commento di alcuni passi del romanzo di Agota Kristof Trilogia della città di K. ci permetteranno di sollevare e di mettere a tensione alcune delle questioni chiave del pensiero psicoanalitico in cui si ritrova la posizione eccentrica, straniera, che ognuno di noi occupa rispetto a se stesso.
Venerdì 22 marzo - ore 17
Cosa può voler dire quel “insieme, sempre, anche”? - Federico Fabbri
Heidegger, dopo aver già trattato della chiacchiera in Essere e tempo, ci ritorna in Introduzione alla metafisica ed è proprio lì che potrete trovare la frase che dà il titolo all’incontro.
Siamo al capitolo IV La limitazione dell’essere e in queste pagine troviamo una parola che un paio di decenni prima aveva impegnato
anche Freud: Unheimlich.
Nell’opera dello psicoanalista la traduzione italiana propone il termine “perturbante”, in quella del filosofo invece “inquietante”.
Per seguire il tragitto interrogante che parte dalla chiacchiera e passa per il perturbante/inquietante, seguiremo alcuni passaggi proposti da Heidegger e Freud, certo, ma anche dalla poetica di E. Jabès. Perché la poesia? Perché, riprendendo il detto del filosofo, “poeticamente abita la terra l’uomo”.
Tutti gli eventi sono ad ingresso libero. Per informazioni contattare la Biblioteca Orticoltura al numero 055 4627142 oppure scrivere a bibliotecaorticoltura@comune.fi.it
Biblioteca Orticoltura Via Vittorio Emanuele II, 4 Firenze