La nostra prima tappa di queste vacanze a cavallo fra Germania, Svizzera e Francia è stata Friburgo in Brisgovia, una cittadina vivace e accogliente nel Baden-Wurttemberg. Data la gentilezza dell’ufficio informazioni, che mi aveva spedito a casa la cartina della città (cosa peraltro diventata molto rara) ho potuto organizzare per tempo il mio itinerario di visita. Se siete già sul posto, potete andare direttamente all’ufficio informazioni in piazza del Municipio (cercate l’edificio dell’Alte Rathaus, dalla bella facciata rossa) per ritirare la mappa del centro storico. Noi abbiamo girato la città in due giorni: il primo di domenica e il secondo di martedì, per renderci conto delle differenze fra il giorno festivo e feriale. Ecco di seguito i nostri due itinerari di visita.
Il primo giorno abbiamo parcheggiato al Rotteckgarage, vicino al Colombipark (il parco del museo archeologico: meritava farci una passeggiata, ma abbiamo dovuto rinunciare perché c’erano dei lavori in corso), e dopo essere passati a dare un’occhiata veloce alla Chiesa dell’Università (c’era in corso la funzione e non si poteva visitare in quel momento), ci siamo diretti subito verso Rathaus Platz (dove abbiamo ammirato il Neue Rathaus, la chiesa di San Martino e il monumento a Berthold Schwarz, il monaco alchimista che pare abbia inventato per caso la polvere da sparo). Prima di lasciare la piazza del Municipio, ci siamo fermati a osservare gli emblemi di Friburgo e delle città gemellate realizzati a mosaico con i ciottoli del Reno.
Munster Platz, dove svetta la torre campanaria della Cattedrale gotica con la splendida guglia a traforo (entrata gratuita). Abbiamo avuto modo di assistere a parte della funzione, allietata da un bel coro e dalla musica dell’organo. Finita la Messa abbiamo visitato la Cattedrale, costruita fra il 1200 e il 1513, scampata miracolosamente alla distruzione durante le guerre. I punti forti da notare: il magnifico rilievo sul timpano del portale, le pareti del vestibolo, le storiche vetrate e l’altare maggiore di Hans Baldung Grien.
Usciti di nuovo nella piazza, abbiamo fatto il giro intorno alla Cattedrale, fermandoci ad osservare i doccioni. Ci sono novantuno figure mostruose scolpite che fanno defluire l’acqua piovana e proteggono il luogo dagli spiriti maligni.
Gli altri edifici principali della piazza sono l’antico palazzo del commercio (Historisches Kaufhaus, dalla facciata rossa, sul quale una targa ricorda l’evento del 19 luglio 1919, nel quale si svolse la prima riunione del neo eletto consiglio comunale. Per la prima volta nella storia di Friburgo le donne furono rappresentate nel comitato cittadino), la casa di Wentzinger, la casa dei vini del Baden, la Curia arcivescovile. Nella piazza c’è anche la biblioteca della città.
Chiesa del seminario arcivescovile in Schoferstrasse (ex convento dei Cappuccini): danneggiata durante la seconda guerra mondiale, fu ricostruita nel 1950 e restaurata negli anni ’70. Ha un design moderno molto particolare.
Konviktstrasse, un tempo vivace strada di artigiani, oggi è una delle vie più caratteristiche di Friburgo. In molti vicoli del centro storico troverete dei canaletti (Bachle) alimentati dalle acque del fiume Dreisam, che spesso i bambini usano per far navigare le loro piccole barchette (ho visto pure un bambino che ci correva allegramente dentro e ogni tanto si fermava a bere l’acqua del ruscelletto!). Fate caso anche ai mosaici rotondi sui marciapiedi che troverete davanti a case, chiese, negozi e caffè. Spesso simboleggiano l’esercizio commerciale davanti al quale si trovano, altre volte rappresentano le caratteristiche delle persone che abitano in quella casa.
Schwabentor (Porta degli Svevi) del XIII secolo. Era l’antica porta della città, integrata nelle fortificazioni. Il nome sembra che derivi da un’antica leggenda, nella quale si narra che un commerciante di sale proveniente dalla Svevia volesse comprare la città. A tale scopo aveva portato con sé molti barili pieni di soldi. In realtà, al momento di mostrare il denaro per l’acquisto della città, i barili si rivelarono pieni solo di sabbia. Si dice che fu la tirchia moglie del mercante a sostituire i soldi con la sabbia!
Dalla Schwabentor, tramite lo Schwabentorsteg (un ponte pedonale in legno) siamo saliti alla montagna del castello (Schlossberg). Da qui si compie un viaggio a ritroso alla fondazione di Friburgo nell’alto medioevo: intorno al 1091 il duca Bertoldo II di Zahringen fece costruire su un terreno di sua proprietà il Castrum del Friburch, un magnifico castello che si trovava a un’altezza particolarmente vantaggiosa dal punto di vista militare e commerciale. Da lì poteva controllare le rotte commerciali attraverso il Reno e la valle del Dreisam. L’insediamento, già sorto ai piedi del castello, ottenne i diritti di mercato nel 1120 e venne ufficialmente fondata Friburgo. Quando gli Zahringer si estinsero, i conti di Friburgo presero possesso del castello di Burghalden e della città. Il rapporto fra i cittadini e i nuovi signori però divenne nel corso degli anni sempre più teso. Nel 1366 il conte Egino III tentò di invadere la città, spalleggiato da un esercito, ma i cittadini reagirono e distrussero il castello, sottomettendosi poi alla casa d’Asburgo per 400 anni. Il castello fu ricostruito, ma non fu più una residenza reale. Venne nuovamente fortificato durante la Guerra dei Trent’anni. L’imperatore Leopoldo I fece ampliare la fortezza del 1668, ma ciò non impedì a Luigi XIV di conquistare la città, occupandola per vent’anni.
Ritornati alla Schwabentor dalla stessa strada percorsa per l’andata, siamo andati alla scoperta della “Piccola Venezia” (Insel), per cercare il coccodrillo che si nasconde nel canale!
Augustiner Platz e il museo agostiniano (che non abbiamo visitato)
Hotel Zum Roten Baren (Ostello del 1460), dal nome della famiglia Barenfels, un’importante famiglia nobiliare di Basilea. Bruciato nel 1957, fu ricostruito nel 1975.
Martinstor (Porta di San Martino): altra porta storica della città. Una targa ricorda la caccia alle streghe dei secoli XVI e XVII.
Bertoldsbrunnen: fra Kaiser-Joseph Srasse e Salzstrasse abbiamo incontrato “Berti”: i friburghesi chiamano così questa statua di un cavaliere di bronzo che simboleggia il duca fondatore della città (quel Bertoldo di cui vi ho parlato a proposito dello Schlossberg).
Teatro comunale: in stile neobarocco, con la curiosa insegna moderna!
Green City Biblioteca universitaria: una delle più grandi d’Europa, progettata dallo studio di architettura Degelo di Basilea! Andateci se siete appassionati di architettura o semplicemente curiosi di ammirare questa struttura dalla facciata trasparente in metallo e vetro. L’ingresso è libero ed è aperto tutti i giorni dalle 8 fino a tarda sera (di solito le 22).
Università Albertina: Friburgo è famosa anche grazie alla sua antica e prestigiosa università. Il bell’edificio in arenaria rossa reca la scritta "Die Wahrheit wird euch frei machen" (“la verità vi renderà liberi”), che ricorda la frase del Vangelo di Giovanni e che, immagino, voglia spronare gli studenti all’amore per lo studio! Molti sono i filosofi, ricercatori e studenti che hanno studiato o insegnato qui e che sono poi diventati famosi (diversi hanno anche vinto il premio Nobel). All’ingresso le statue di Omero e Aristotele accolgono gli studenti.
Uscendo dalla città siamo passati sul ponte Schnewlinbrucke, con una bella ringhiera in ferro battuto in stile Liberty, con motivi floreali, draghi, leoni, lo stemma granducale e quello cittadino (sembra inoltre che sotto il ponte ci siano dei bellissimi murales).
La seconda volta che siamo tornati a Friburgo era un giorno feriale e quindi abbiamo visto un nuovo volto della città.
Questa volta abbiamo parcheggiato al Parking Karlsplatz, per essere più vicini alle zone di Friburgo che non avevamo visto il primo giorno.
Stadtgarten: il bel giardino pubblico della città! Da qui parte anche la funicolare per lo Schlossberg. È Una bella area verde molto frequentata e ben tenuta.
Alter Friedhof: un tempo era il cimitero della città (i friburghesi sono stati seppelliti qui fino al 1872), adesso è stato trasformato in un parco pubblico. Abbiamo fatto una passeggiata fra gli antichi monumenti sepolcrali (qui è sepolto anche l’artista Johann Christian Wentzinger (1710-1797) scultore, pittore e architetto del periodo Rococò. Nella Munsterplatz c’è il “suo” museo “Wentzingerhaus”: il busto dell’artista si trova sul balcone sopra l’ingresso dell’edificio). Abbiamo visitato anche la tomba di Caroline Walter, la fanciulla morta a soli 16 anni nel 1867, incuriositi dal mistero della leggenda che gira su di lei: si dice che il suo innamorato, disperato per la sua morte, le portasse ogni giorno sulla tomba dei fiori freschi e che ancora oggi sul suo monumento funebre ci sia sempre un fiore fresco.
Munsterplatz: siamo tornati qui per vedere la piazza invasa dai banchi del mercato e dagli avventori. Ho approfittato per entrare nella Stadtbibliothek (la biblioteca) e fare un giro dei tre moderni piani dell’edificio. Per essere una biblioteca l’ho trovata un po’ confusionaria, ma allo stesso tempo molto viva e frequentata (bella la sala dedicata alla musica!). Organizzano anche molte attività, per cui se siete a Friburgo e piove, potete approfittarne. Vale comunque la pena entrarci anche se non conoscete il tedesco, se non altro per dare uno sguardo curioso sulla piazza della Cattedrale da un diverso punto di vista (e magari approfittare anche per un rapido pit stop al bagno! In città comunque ci sono tante toilette pubbliche gratuite, per me un grande segno di civiltà. Cercate la scritta “Nette Toilette”).
Siegesdenkmal (Monumento alla Vittoria, realizzato nel 1876 utilizzando canne di fucili francesi).
Basler Hof (sede della prefettura), nella via dello shopping, la Kaiser Joseph Strasse, dove un tempo aveva luogo il mercato.
La casa storica “zum Walfisch” con lo sfarzoso bovindo sopra il portale tardogotico, dove visse Erasmo da Rotterdam.
Freiburger Zeitung con la sua bella facciata medievale.
L’ultimo giorno abbiamo dedicato un po’ di tempo anche ad assaggiare la cucina tipica di Friburgo e siamo stati al Ristorante Grosser Meyerhof in Grunwalderstrasse, vicino al Mercato coperto. Siamo rimasti soddisfatti: il menu era vario, la cameriera gentile e in generale ho riscontrato un buon rapporto qualità/quantità/prezzo. Buona la birra alla spina e piatti giganti da sfamare un boscaiolo. Io ho preso del manzo con patate e carote lesse, marmellata di ribes e salsa di rafano. Dulcis in fundo: le ciambelline di mela fritte con gelato e frutta fresca erano deliziose!
E così si è conclusa anche la nostra seconda giornata a Friburgo. Mentre tornavamo ad Auggen, che avevamo scelto come base per il nostro viaggio fra Germania, Svizzera e Francia, riflettevo sul senso dei viaggi. Per me una meta, vicina o lontana che sia, deve lasciarti dentro qualcosa, deve aver allargato i tuoi orizzonti, fatto poggiare la mente su pensieri nuovi, altrimenti l’esperienza rimane fine a sé stessa. Per questo in un viaggio cerco di coinvolgere vari aspetti: culturali, architettonici, letterari, artistici, culinari e via dicendo, senza trascurare ovviamente le vibrazioni che ognuno sente risuonare in sé, che possono essere determinate o almeno influenzate dall’atmosfera, il clima, le cose che si osservano girando per la città, la gente che si incontra. Senza dimenticare nemmeno la lingua: questo viaggio è stato l’occasione per rispolverare quel poco di tedesco che ricordo e imparare alcune frasi e parole in francese (con l’innegabile aiuto dell’inglese, che comunque è stato fondamentale). Certo, sarebbe sempre necessario un po’ più tempo di quello preventivato: ad esempio non abbiamo visitato la Chiesa del Sacro Cuore, con i suoi tipici campanili dal tetto verde, ci siamo persi il ponte blu pedonale Wiwilibrucke e i molti spazi verdi limitrofi alla città. Sarebbe bello avere il tempo di vivere le città che visitiamo come dei flâneurs, ma ci vuole anche la compagnia giusta per farlo, perché non sempre tutti i partecipanti al viaggio hanno la stessa visione delle cose e gli stessi obiettivi. Venirsi incontro, allora, è determinante.
L’ultimo giorno abbiamo dato un’occhiata anche ai negozi e comprato qualche regalino, scegliendo però negozi locali non appartenenti alle grandi catene che ormai si trovano ovunque.
In questo viaggio grande importanza ha avuto anche la musica, che ho trovato sempre: per le strade, nelle piazze, nelle chiese.
Se andate in macchina, non dimenticate di informarvi circa il bollino verde: un adesivo obbligatorio da esporre sul parabrezza per circolare nelle zone ambientali (“Umweltzone”).
Mappa dei dintorni di Friburgo |
Gute Reise! 😊
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