Il titolo può sembrare boccaccesco, ma il senso del discorso che affrontiamo è serio. Cerco sempre di leggere almeno due libri all’anno in lingua originale. Non è facile, perché malgrado abbia continuato per diverso tempo a studiare inglese, da più di sette anni non ho più avuto modo di poter andare con la mia amica Stefania a fare “english conversations” con amiche americane ed inglesi. Se vogliamo diventare lettori attenti e imparare dai grandi scrittori, non dovremmo privarci di leggere cosa hanno scritto senza subire il filtraggio dei traduttori. Che fanno sicuramente un ottimo lavoro, ma ci privano in qualche modo di addentrarci nel mondo dello scrittore, nella sua scelta di certi termini piuttosto che altri (ad es. anni fa avevo letto un interessante articolo che esortava ad usare parole corte per dare più forza e ritmo al testo. A fine post potete leggere un interessante brano di Richard Lederer che mi ero appuntata sul mio blocco.) Leggendo il libro tradotto, ci perdiamo in qualche modo la personalità dell’autore, la sua unicità stilistica, il suo lessico.
Per farvi un esempio illuminante posso citarvi la poesia di Borges “la pioggia”. Eccola qui, nella bella traduzione di D. Porzio:
Bruscamente la sera s’è schiarita
Perché cade la pioggia minuziosa.
Cade o cadde. La pioggia è qualche cosa
Che senza dubbio avviene nel passato.
Chi l’ascolta cadere ha ritrovato
Il tempo in cui la sorte fortunata
Gli svelò un fiore ch’è chiamato rosa
E il bizzarro colore del granato.
Questa pioggia che adesso acceca i vetri
Rallegrerà nei perduti sobborghi
Le nere uve d’una vite in un
Cortile dileguato. La stillante
Sera mi porta la voce sognata
Di mio padre che torna e non è morto.
Ed eccola in lingua originale:
Bruscamente la tarde se ha aclarado
Porque ya cae la lluvia minuciosa.
Cae o cayo’. La lluvia es una cosa
Que sin duda sucede en el pasado.
Quien la oye caer ha recobrado
El tiempo en que la suerte venturosa
Le revelo’ una flor llamada rosa
Y el curioso color del colorado.
Esta lluvia que ciega los cristales
Alegrarà en perdidos arrabales
Las negras uvas de una parra en cierto
Patio que ya no existe. La mojada
Tarde me trae la voz, la voz deseada,
De mi padre que vuelve y que no ha muerto.
A me piacciono indubbiamente tutte e due le versioni, ma provo un’emozione molto più forte leggendo il testo in lingua originale. La sento molto più intima. Sentite come “gioca” con quel verso “el curioso color del colorado”? Lo sentite il singhiozzo del poeta al penultimo verso? (“la voz, la voz deseada”). Quel “voz” ripetuto diventa quasi una parola onomatopeica. E’ chiaro che non possiamo permetterci di leggere tutto in lingua originale, a meno di non essere poliglotti (che meraviglia sarebbe!), ma laddove potremmo fare un piccolo sforzo, perché non provarci? Aspetto commenti! Cosa ne pensate?
Richard Lederer
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