Avete ancora tempo fino
al primo aprile per visitare la mostra di Marilyn al museo Salvatore Ferragamo.
La mostra, allestita e curata a mio parere in modo straordinario, ci offre il
ricordo di Marilyn in molteplici sfaccettature. V’incanterete ammirando gli
abiti e le scarpe indossate da Marilyn sul set e in privato, mentre su un
grande schermo scorrono spezzoni dei suoi film; rimarrete sorpresi dalla
determinazione che ha mostrato nel costruire la sua carriera e quanto si è
impegnata per diventare una brava attrice; ammirerete le foto che la ritraggono
in pose classiche, affiancate da quadri antichi da cui queste pose traggono
ispirazione, ma ... quello che personalmente mi ha colpito di più è stato
l’aspetto umano di Norma Jeane Mortenson: sposa bambina, inconsapevole forse
all’inizio del suo fascino, una ragazza che scrisse che fino a che ebbe sua
madre accanto da piccola non fu mai disperata o triste, la donna che sentì il
male di vivere ma che nonostante tutto amava vivere, la donna fragile e al tempo
stesso forte, che voleva realizzarsi nel lavoro perché in fondo credeva che non si
potesse davvero mai amare qualcuno per sempre o completamente, la donna che pur
avendoli desiderati, non poté mai avere figli. Le ultime due stanze della
mostra sono commoventi e facilmente vi strapperanno qualche lacrima: sulla
musica di Albinoni si adagia una voce che recita la poesia che Pasolini scrisse
per Marilyn; alle pareti fotografie di quando era giovane e forse non ancora
famosa. Vi lasciano una malinconia tenace e i soliti interrogativi sulla sua morte.
Museo Salvatore Ferragamo - Palazzo Spini Feroni - Piazza Santa Trinita - Firenze - orario 10-18
Nessun commento:
Posta un commento