Da
tempo mi sto chiedendo quale sarà il futuro della scrittura, dei libri e
delle informazioni in generale. Sotto il periodo
di Natale ho fatto un salto in una grande libreria del centro e salendo
al primo piano mi sono voltata a guardare l’ampio salone al piano
terra: era una distesa di volumi, impilati uno sull’altro, inermi e
violenti al tempo stesso. Ciascuno conteneva così
tanta passione da parte di chi aveva scritto quelle pagine e tante
parole stampate in quei volumi potevano rappresentare milioni di “ami”
per i lettori, che magari avevano proprio bisogno di imbattersi in un
certo tipo di storie o magari anche solo in un
passaggio … strano, ma ho provato quasi un senso di nausea e certamente
non è da attribuirsi al fatto che i libri mi sono venuti a noia! Ci
mancherebbe! Allora, perché questa strana sensazione che non avevo mai
sentito prima dentro di me? Sono andata al reparto
ragazzi dopo aver curiosato un po’, e mi sono rivolta alla commessa,
perché cercavo proprio tre o quattro titoli in particolare e non
riuscivo a trovarli … ebbene, nemmeno uno dei libri che volevo era
disponibile! E dire che la libreria è fornitissima! Dopo
qualche giorno ho divorato un libro davvero interessante preso in
biblioteca: "Generazione confusa" di
Tanuja
Desai Hidier, un romanzo di formazione di una ragazza indiana, Dimple,
che vive in America. A parte i classici
problemi legati all’adolescenza, il libro parla della confusione tipica
che provano gli immigrati: trovare il proprio posto nel mondo quando ci
si sente in una sottile linea di confine , divisi fra le proprie
origini di sangue e di tradizioni familiari e il
nuovo paese che ci ha accolti e visti nascere. Dimple deve cercare il
suo equilibrio e far emergere la donna che sta nascendo dentro di lei.
Ora, in caso vi sia venuta voglia di leggere questo libro, vi dirò
subito che è fuori catalogo e quindi difficilmente
reperibile … così come sicuramente tanti altri libri che sarebbe valso
la pena di leggere, ma che non sono mai stati pubblicati e condannati
così all’oblio …
mentre
pensavo a tutto questo mi sono imbattuta in un trafiletto su un
giornale che parlava di romanzi a puntate
per cellulari. Si chiamano keitai shousetsu e sono nati in Giappone nel
2006. Vengono inviati tramite sms e di solito sono scritti da
adolescenti e destinati ad un pubblico di coetanei o giovani adulti.
Ovviamente, dato il mezzo di diffusione (la lunghezza
dei capitoli varia da 70 a 100 parole circa) questo nuovo genere ha
dovuto adeguarsi a periodi grammaticali brevi, inserimento di emoticon e
stile sintetico: scarsa caratterizzazione dei personaggi e storie
semplici, molto spesso d’amore. Con il passare
del tempo questo genere ha varcato i confini e si è diffuso anche in Cina, Stati
Uniti, Germania. Da cosa nasce un’idea come questa? Forse proprio dalla
necessità di scrivere e dalla voglia di essere letti, tralasciando
l’aspetto di un eventuale guadagno o la ricerca di
notorietà. Chi scrive questo genere di testi infatti molto spesso usa
dei nickname e quindi la vera identità degli scrittori non è nota. Se vi
siete incuriositi potete sbirciare qualcosa su Maho i-Land,
il più grande sito di keitai shousetsu, nel quale sono contenuti più
di un milione di titoli disponibili gratuitamente o sul sito Textnovel,
il primo sito in lingua inglese di condivisioni di cell phone novel,
altro nome con il quale vengono designate queste
storie.
Questo nuovo genere rispecchia molto la società in cui viviamo. Le
abitudini
di lettura stanno cambiando, ci sembra già quasi inconcepibile recarci
in libreria per acquistare un libro.
Spesso gli acquisti vengono fatti on line, ma non si azzera il problema
del “tutto e subito”, per cui sono nati gli e-book: un click e puoi
iniziare a leggere il libro. Questo Natale mi hanno regalato un
e-reader. Devo essere sincera: a me piace il profumo
della carta, sfogliare in qua e là il libro, sottolineare i passaggi e
in genere la sensazione tattile del volume stampato. Però l’e-reader mi
sta incuriosendo e ci sto “studiando” un po’ … questi cell phone novel
spostano il concetto ancora più in là: i lettori
possono navigare online utilizzando il cellulare, scaricare un romanzo,
leggerlo ovunque e in qualsiasi momento; la brevità è un valore
aggiunto perché permette di leggere addirittura per il tempo di una
fermata di autobus … di solito sono nemica della
fretta ad ogni costo, ma ogni novità va studiata e pensata bene, perché
magari porta in sé anche un seme che vale la pena di coltivare … forse
la brevità accorcia la distanza fra scrittore e lettore e permette un avvicinamento diverso alla scrittura e alla lettura, collegandole in modo più diretto?
“Credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente”. Gianni Rodari
Due parole su “Generazione confusa” di
Tanuja Desai Hidier:
Dimple
è figlia di indiani immigrati in America e, non solo per questo, è
confusa. Che senso ha sfuggire a un matrimonio
combinato e poi innamorarsi del promesso sposo? Rifiutare le tradizioni
e poi andarle a cercare? Idealizzare un'amica e poi sfidarla in amore?
Una storia ironica e appassionante sulla difficoltà di essere se stessi,
sul perdersi e trovarsi, sul perdere e trovare
l’amore, l’amicizia, la propria cultura.
Tanuja Desai Hidier
è nata e cresciuta negli USA, ha lavorato come sceneggiatrice e
giornalista. Ora vive in Gran Bretagna , dove è la leader di una rock
band. Nel 2001 ha vinto il London Writers Award per la narrativa.
“ … E’ così che rendi magica la vita, la prendi nelle mani e strofini un po’. Attivi la tua identità. E’ l’unica maniera
per fare del mondo un posto migliore, come si suol dire. In fondo a che servi se non sei te stessa?”
Il volume è consigliato dagli 11 anni, ma avendo letto il libro mi sembrano davvero pochini per dei temi così “impegnativi”.
A mio giudizio è un libro ottimo, ma non prima dei 14 anni.
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