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martedì 30 gennaio 2024

Segnalazione: Bando SPACCIAMO CULTURE interdette! Bando per artisti e creativi under 35

Il bando Spacciamo Culture interdette è promosso da Chille de la balanza, storica compagnia di ricerca Italiana residente dal 1998 nell’ex-manicomio di San Salvi (Firenze).

Il bando si struttura in due sezioni, entrambe aperte a giovani under 35:

SEZIONE 1
ARTE VISIVA E ARCHITETTURA
Bando per artisti/e di arti visive, architetti/e, designer, paesaggisti/e e pianificatori/trici chiamati/e a intervenire sul tema degli spazi pubblici da restituire alla città, mediante l’interazione tra corpo, spazio e opera d’arte. I selezionati parteciperanno a un seminario tematico, con attribuzione di crediti formativi, al termine del quale verranno scelte 10 opere da realizzare, grazie a un plafond di 700 euro per ognuna.

SEZIONE 2
TEATRO E DANZA
Bando per attori/trici, danzatori/trici e drammaturghi/e, impegnati/e a interpretare o riscrivere storie interdette di ieri e oggi. Le 4 proposte scelte verranno supportate nella realizzazione delle performance e portate in scena in tre serate a San Salvi, al termine delle quali verranno attribuiti 1° premio di 500 euro, un 2° premio di 300 euro e due 3° premi (menzioni).


giovedì 18 gennaio 2024

S’ha a dì d’andà? Vieni che ti racconto delle donne di Santa Croce! (Seconda parte)

 


Umiliana de' Cerchi


Umiliana de’ Cerchi, di nobile e ricca famiglia, fu data in sposa a un usuraio, contrariamente ai desideri della giovane, che avrebbe voluto entrare in convento (fra l’altro l’usura era considerata uno dei peggiori peccati, perché l’usuraio guadagna più passa il tempo, mentre il tempo compete solo a Dio). Durante la sua vita di sposa compié moltissimi atti considerati miracolosi e si dedicò incessantemente a opere di misericordia. Il marito le regalava spesso abiti molto belli (in quel periodo l’ostentazione della ricchezza raggiunse picchi così alti che la Repubblica Fiorentina promulgò addirittura delle leggi per limitare lo sfarzo) che lei donava ai poveri, sfoderava il suo materasso per donare il materiale ai conventi delle suore, dava elemosine ai bisognosi.

Una volta diventata vedova, tornò nella casa del padre e scelse di diventare terziaria francescana (una pinzochera, come si chiama a Firenze), vivendo in preghiera e solitudine. Fu sepolta sotto il pulpito della basilica (considerato un punto di onore) e beatificata intorno al 1600.



Emilia Peruzzi Toscanelli, donna coltissima, promosse l’elaborazione di un questionario sulla condizione della donna. Sia lei che il marito (Ubaldino Peruzzi, sindaco di Firenze) erano amanti della patria, tanto che donarono parte dei loro beni per risanare il bilancio. Furono molto celebri i suoi salotti di Firenze e dell’Antella, frequentati dai migliori artisti e intellettuali. È sepolta accanto al marito, di fronte alla cappella di famiglia.




La Cappella della madre italiana, progettata dallo scultore Libero Andreotti e inaugurata nel 1925, è dedicata alle madri che hanno visto i loro figli partire per la guerra (sulle vetrate sono riportati i nomi delle principali battaglie combattute dall’esercito italiano durante la Prima guerra mondiale). Osservate il volto della vergine: il velo sembra un elmetto.  

monumento funebre dedicato a Louise Favreau


Félicie De Fauveau, scultrice (1801-1886): studiò con incisori e orafi ed è rinomata per la grande maestria e resa dei dettagli (notate la rappresentazione di Firenze: sembra un’incisione. Raffigura il panorama che si godeva da Villa Gamberaia, dove la scultrice viveva con la sua famiglia). Fu un personaggio singolare, attiva politicamente, girava per le campagne francesi vestita da uomo per reclutare soldati per sostenere il ritorno del re borbonico. Si rifugiò a Firenze per evitare l’arresto e aprì un atelier, frequentato da importanti artisti, vivendo della sua arte.  Questo monumento funebre è dedicato a una giovane poetessa, Louise Favreau, morta prematuramente a 17 anni. Félicie De Fauveau lo scolpì ispirandosi a uno dei componimenti della poetessa.

 

 

"When all the medical officers have retired for the night she may be observed alone, with a little lamp in her hand, making her solitary rounds"


Florence Nightingale, “inventrice” delle scienze infermieristiche moderne, conosciuta anche come “la signora con la lanterna” (soprannome che le fu dato durante la guerra di Crimea, quando visitava di notte i soldati feriti). Tramite l'ideazione del suo “grafico a rosa”, si rese conto che i soldati feriti non morivano tanto per le ferite riportate quanto per le cattive condizioni igieniche e la scarsa assistenza. Ogni anno, il 12 maggio, diverse delegazioni di infermieri depongono centinaia di rose rosse sotto la sua statua.


 

Nel cenacolo possiamo ammirare l'affresco “Albero della Vita e Ultima cena” di Taddeo Gaddi. È una rappresentazione particolare, perché sotto la croce, accanto al gruppo delle pie donne, c’è una figura femminile: si tratta della committente, la terziaria francescana Vaggia Manfredi (nella cornice è presente lo stemma di famiglia).

 


Ancora qualche dato sulle donne: è solo nel 1919 che le donne sono legittimate a compiere atti e prendere decisioni di carattere contrattuale senza l’autorizzazione del marito (“Norma circa la capacità giuridica della donna”). La legge Sacchi riconobbe l’accesso (pur con alcuni limiti) delle donne agli impieghi pubblici e all’esercizio delle professioni. Nel 1963 la legge Sacchi verrà superata con una riforma, in base alla quale “la donna può accedere a tutte le cariche, professioni ed impieghi pubblici, compresa la Magistratura, nei vari ruoli, carriere, categorie, senza limitazione di mansioni e di svolgimento della carriera, salvi i requisiti stabiliti dalla legge”.

È del 1946 invece il diritto del voto alle donne.

Nel 1964 Letizia De Martino diventò la prima donna giudice d’Italia.     

mercoledì 10 gennaio 2024

S’ha a dì d’andà? Vieni che ti racconto delle donne di Santa Croce!



A fine novembre ho partecipato a una visita guidata al complesso monumentale di Santa Croce (Firenze) che approfondiva la storia delle donne: un percorso di visita dedicato a ripercorrere la memoria di importanti figure femminili e delle loro vicende. Condivido con voi alcune foto e informazioni apprese dalla guida. Spero vi serviranno per visitare Santa Croce in modo un po' insolito. 

Pubblicherò le informazioni complete in più parti, altrimenti verrebbe un post lunghissimo. Cercate quindi nei prossimi giorni le "puntate" successive! 

Partiamo con una piccola premessa!

La donna nel medioevo era posta sullo stesso livello dei minori: non aveva personalità giuridica, non poteva disporre del proprio patrimonio, non aveva autonomia. Le veniva concesso il cosiddetto peculium, l’equivalente di una piccola somma di denaro che poteva amministrare.

Essendo una discendente di Eva, la donna era considerata un essere ribelle, incline alla disobbedienza, che l’uomo aveva il diritto di correggere: lo ius corrigendi consentiva all’uomo di usare la frusta o le mani a tale scopo. Pensate che è stato abolito in Italia solo nel 1956!

A Firenze esisteva anche la figura del mundio, derivata dal diritto longobardo, che aveva il compito di fare da tutore legale alla donna. Di solito era la figura maschile più prossima (ad esempio il padre, il marito, il fratello) che si occupava di prendere decisioni e stipulare affari per conto della donna. Per la donna, quindi, le vie possibili della vita, come ci racconta Chiara Frugoni nei suoi studi, erano tre: matrimonio, convento, prostituzione.


Cappella Fustellani, affreschi di Agnolo Gaddi: l’affresco in alto mostra San Nicola di Bari che getta in una casa, attraverso una finestra, un piccolissimo pacchettino, che contiene del denaro per la dote delle tre fanciulle, figlie del mercante. Il mercante era disperato perché aveva perso i suoi averi e non poteva dare una dote alle figlie. Temeva, quindi, che sarebbero state costrette a prostituirsi. Il dono di San Nicola permise alle figlie del mercante di fare un buon matrimonio e intraprendere la via della famiglia.

Tomba monumentale di Luisa Stolberg-Gedern contessa D’Albany


Solo nel 1751 le donne possono iniziare a stipulare affari per conto proprio e alla fine del 1700 viene loro concesso di mantenere i titoli nobiliari acquisiti per vie matrimoniali, anche se rimangono vedove. 

Uno dei modi per esprimere la propria personalità, per le donne, era il salotto letterario, che rappresentava spesso anche un modo per aiutare il marito nell’attività politica o negli affari. Famosi furono i salotti di Emilia Toscanelli Peruzzi, Luisa Stolberg, Charlotte Bonaparte. In questi salotti venivano invitate personalità di spicco.

La storia di Luise Stolberg Gedern, contessa D'Albany, è una storia interessante, che simboleggia una caparbia e una tenacia non indifferenti per l’epoca. Era nata in una antica e nobile famiglia. Rimasta orfana a 3 anni, venne presa sotto l’ala dell’Imperatrice Maria Teresa d’Austria, che fece in modo che la bambina avesse un’istruzione e le fosse garantito un futuro. Luise si sposò per procura con il principe Charles Stuart, che era considerato dai giacobiti il legittimo erede al trono di Inghilterra, Irlanda e Scozia. Durante il matrimonio vissero a Firenze e a Roma e all’inizio la coppia fu felice, ma ben presto le cose peggiorarono. Sembra infatti che il principe fosse un alcolista, che spesso picchiava la moglie (fu accusato anche di tentato omicidio). Luise però era molto forte e, grazie a un'importante rete di amicizie influenti, riuscì a ottenere (all’insaputa del marito) un vitalizio, che le venne garantito dalla corte di Francia e di Inghilterra (grazie all’intervento del cognato, cardinale di York). Riuscì quindi a separarsi dal marito con l’aiuto del re di Svezia, benché la legge non lo consentisse, e a scappare da Firenze, grazie all’aiuto di Vittorio Alfieri (con cui aveva una relazione) che la nominò sua erede universale. Dopo la separazione Luise visse a Firenze con Vittorio Alfieri: il loro salon divenne un punto di riferimento importante per la città, frequentato dai migliori letterati. Come racconta Massimo D’Azeglio, era uno dei pochi salon fiorentini dove erano ammessi i bambini, che venivano vezzeggiati con cialde e gelati (D’Azeglio frequentò quel salotto letterario da piccolo e lo cita nelle sue memorie).

La tenacia di questa donna è dimostrata anche dal fatto che riuscì a ottenere la sepoltura all’interno della basilica di Santa Croce per Vittorio Alfieri, nonostante la loro relazione extraconiugale. La tomba monumentale di Alfieri fu realizzata da Antonio Canova e, data la risonanza dell'opera, fu collocata in una posizione di grande prestigio: fra il sepolcro di Michelangelo e quello di Machiavelli. 

Alla prossima "puntata", dove vi racconterò di altre donne di Santa Croce! 

lunedì 1 gennaio 2024

Il mattino dell'anno nuovo, Drummond De Andrade


Sorge il mattino di un nuovo anno.
Le cose sono lustre, a posto.
Il corpo liso si rinnova di spuma.
Tutti i sensi svegli funzionano
La bocca sta masticando la vita.

Vi auguro di sgranocchiarvi in allegria, fiducia, consapevolezza e generosità questo 2024