L’altro giorno era giornatuccia. Dico così quando qualcosa mi ha fatto innervosire e non ho trovato il modo di scaricare il risentimento, la rabbia o il dispiacere. Ma tant’è. Era l’ora in cui di solito mi dedico a leggere un libro a mio figlio e per niente al mondo mi perderei questo momento. Del resto anche per lui è diventato uno spazio irrinunciabile. Ho cominciato a leggere, all’inizio la tensione mi accompagnava sempre, ma cercavo di stemperarla. Poi, non mi sono nemmeno resa conto quando il nervosismo è stato scacciato, ma all’improvviso ho sentito come un’ondata benefica che mi invadeva e mi rilassava. Ho avvertito questo cambiamento con tutto il corpo, ho rilassato ancora di più la testa sul cuscino e mi si è stampato in faccia un sorriso felice. Il libro, come un buon amico, mi aveva aiutato a dissipare il dispiacere, l’arrabbiatura. Mi aveva fatto immergere nella storia, con la magia di una prosa scorrevole e intensa. E dire che in realtà la cara Frances Hodgson Burnett, già nel primo capitolo stava “simpaticamente” facendo morire tutti di un’epidemia di colera! Quindi non era nemmeno l’argomento a rendermi felice, ma la bellezza di quella prosa. Allora mi sono ricordata di Andrea, un mio caro amico e collega, purtroppo scomparso prematuramente qualche anno fa. Un giorno tornando in ufficio parlavamo della felicità e lui mi disse queste parole: “l’uomo è sempre alla ricerca della felicità, senza mai trovarla, o trovarla del tutto. Allora s’inventa un sacco di cose e d’impegni per tenersi occupato, progetta viaggi favolosi, aspira a grandi cose … ma inutilmente. A volte forse uno potrebbe essere più felice a sedersi sotto un albero in un giardino a leggere un bel libro”. La cosa strana è che dopo che è morto ho ripensato spesso a tanti nostri discorsi, scoprendone purtroppo in ritardo l’enorme saggezza. Peccato non averlo capito prima. Peccato non poter più attingere ad un amico così generoso, profondo e nello stesso tempo così modesto. Allora grazie a Frances, ai libri, e al ricordo delle buone chiacchiere con Andrea: mi avete fatto ritrovare il sorriso.
Le cortesie più piccole, Un fiore o un libro, Piantano sorrisi come semi che germogliano nel buio. Emily Dickinson
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