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Immagine dal blog civediamoquandotorno.it |
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A questo link trovate la descrizione di una bellissima escursione in Val D'Ayas: http://www.civediamoquandotorno.it/2020/08/24/val-dayas-cime-bianche-lultimo-paradiso/ | |||
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Questo blog parla di scrittura, di libri, di eventi e concorsi letterari, di mostre, di arte, di viaggi, di piccoli gesti che possiamo fare tutti insieme per essere gentili con noi stessi, con gli altri, con il pianeta. Ma forse parlerà anche di cose che ancora non immagino e non penso di scrivere. Un blog a sorpresa! Rimanete in contatto! Potete seguirmi anche su Twitter @pennaeblognotes e su blookintreccinellarete.blogspot.it
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A questo link trovate la descrizione di una bellissima escursione in Val D'Ayas: http://www.civediamoquandotorno.it/2020/08/24/val-dayas-cime-bianche-lultimo-paradiso/ | |||
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Ora
che siamo in estate e che avrete sicuramente molto da raccontare, è
arrivato il momento di scrivere una lettera! Potreste scrivere ai nonni,
per esempio; adoreranno ricevere una vostra lettera, sarà una
novità inaspettata e regalerete loro un momento felice. Oppure potreste
scrivere a zii, cugini, amici cari: ci pensate alla faccia che
faranno quando troveranno nella cassetta della posta quel rettangolino di carta
affrancato? Davvero, se non avete mai scritto una lettera o non l’avete mai
ricevuta, provate questa nuova esperienza! Quindi, prendete carta e penna
e cominciate.
Qualche nozione di base:
- Mittente è
chi scrive la lettera;
- Destinatario
è la persona a cui la lettera è indirizzata.
La lettera presenta questa struttura:
Iniziate scrivendo in alto il luogo
da cui scrivete e la data;
formula di apertura (Caro Giorgio, Cara
nonna, cari zii, ecc.);
testo;
frase conclusiva e saluti;
firma;
eventuale P.S. (“post scriptum”, indica
una frase in aggiunta, qualcosa che abbiamo ricordato in ritardo, quando
avevamo già finito di scrivere la lettera).
Occupatevi poi della busta: dovrete
scrivere l’indirizzo (nome, cognome, via, numero civico, CAP e città). Ad
esempio: Gentile Signora Gelsomina Rossi, Via dei Colori 23, 50065 Pontassieve
(FI)
Sul retro invece andranno scritti i dati
del mittente (voi). Ad esempio: Pierguido Guidelli, Via delle Viole 15, 50100
Firenze
Per scrivere una bella lettera
valgono le stesse regole di un buon testo narrativo: potete raccontare dei
fatti che vi sono successi, esperienze, ricordi, stati d’animo. La lettera non
fornisce solo informazioni su di voi. Potete anche chiedere qualcosa al
destinatario: come sta, come passa le sue giornate, che programmi ha per le
vacanze, ecc.
Per cominciare, pensate a chi state
scrivendo, per quale motivo volete scrivere proprio a
quella persona: in questo modo potrete scegliere facilmente cosa
scrivere, facendo attenzione che le informazioni siano collegate con un
senso logico e che il testo sia coerente. Prendetevi tutto il tempo che serve e
non limitatevi a scribacchiare poche righe. La vostra lettera dovrà contenere
tutte le informazioni necessarie per comprendere pienamente ciò che state
raccontando. Se ad esempio la lettera parla della vostra ultima gita al mare,
fate in modo che chi legge possa vivere, almeno in parte, le emozioni che avete
provato. Descrivete i preparativi, qualcosa di buffo successo durante il
viaggio, le sensazioni provate alla vista del mare, gli amici incontrati, ecc.
Scrivete prima una brutta copia:
raccogliete le idee e fate una scaletta di ciò che volete raccontare, iniziate
a sviluppare i vari punti collegandoli fra loro. Quando avete finito, rileggete
tutto, rivedete la punteggiatura, correggete se necessario e copiate in
bella.
Curate il lessico e, se scrivete ai nonni, potete
divertirvi a usare delle parole desuete: voi arricchirete il vostro vocabolario
e loro avranno il piacere di leggere delle parole che ormai usano in pochi.
Quali sono le parole desuete? Non sto certo chiedendovi di usare dei termini di
un novelliere del Trecento! Date un’occhiata a questi link per
rendervi conto di quante belle parole ci sono nella nostra lingua che non
usiamo mai:
https://paroledesuete.wordpress.com/parole-desuete-in-ordine-alfabetico/
https://www.oakmond-publishing.com/it/cat/i-blog-degli-autori/la-rubrica-delle-parole-desuete/
Questa è la parte della busta dove scrivere il destinatario e dove mettere il francobollo
Tavoletta d'argilla di epoca sumera |
L'invenzione della scrittura, avvenuta in Mesopotamia circa cinquemila anni fa, segnò la fine della Preistoria e l'inizio della Storia.
Da quel momento gli storici, per ricostruire il passato, possono avvalersi dei documenti scritti.
Ma perché nacque la scrittura? Per esigenze commerciali. I mercanti ebbero la necessità di annotare la lista delle merci che vendevano e acquistavano. Iniziarono quindi a incidere su tavolette di argilla dei pittogrammi (disegni) che rappresentavano le merci. Pian piano però i disegni furono sostituiti con segni più semplici, simili a cunei. Questa tipo di scrittura fu chiamato cuneiforme.
"Sull'albero", di Jiro Taniguchi |
Ho scoperto Jiro Taniguchi
grazie a un libro dismesso dalla biblioteca. Mi ispirò subito la copertina e lo
presi, poi, come spesso mi succede, lo misi nella libreria in attesa di
leggerlo e lì è rimasto per qualche anno.
Mi è tornato in mente due
settimane fa e l’ho scelto come compagno di viaggio di una breve vacanza. L’ho
letto in due giorni, rimanendo conquistata dal suo tratto elegante e dalla
profondità delle sue storie. Ovviamente l’ho inserito fra quegli autori su cui
voglio saperne di più e voglio leggere altro (anzi, se avete dei suggerimenti,
scrivetemi!).
Taniguchi è nato nel 1947 in
Giappone e ha firmato il suo primo manga “La stanza arida” dopo aver lavorato
alcuni anni come assistente di altri autori.
Per leggere “L’uomo che cammina” c’è bisogno di attenzione al disegno, di osservazione e nessuna fretta, perché non si tratta di una storia classica di avventura, inseguimenti, sparatorie (anche se Taniguchi ha firmato vari tipi di manga, da quelli con protagonisti gli animali a storie poliziesche o ambientate nel mondo della boxe - queste ultime due in collaborazione con gli scrittori Natsuo Sekikawa e Caribu Marley - a quelli incentrati sui classici della letteratura giapponese). In questo libro si racconta la vita, le emozioni che viviamo ogni giorno, quei piccoli momenti in cui concediamo attenzione a parti importanti delle nostre giornate, quegli istanti preziosi nascosti fra le pieghe degli impegni quotidiani e che se andiamo di fretta continueremo a non notare. Un invito a soffermarsi sul presente, qui e ora.
Per il protagonista l’atto di passeggiare
corrisponde a un’intima necessità. Splendidi “Sull’albero” per soffermarci a
osservare il paesaggio quotidiano da una diversa prospettiva, “Pioggia”
sull’importanza di seguire l’ispirazione di un momento, anche se ci porta fuori
strada, “Dopo il tifone” sulla delicatezza di prendersi cura dei più deboli, “La
lunga strada” e “Attraverso i vicoli”
sull’attenzione agli anziani e la voglia di condividere un piccolo spazio di
vita, “Paesaggio annebbiato” su come un piccolo incidente e una seccatura
possano trasformarsi in un’occasione per vedere il mondo con altri occhi , “Letto
di fiori” sul desiderio, “A vedere il mare” su una poetica restituzione.
Nel libro è presente anche
“Gourmet”: questa storia mi ha appassionata meno, ma è stata comunque piacevole
e, in un certo senso, istruttiva, perché il protagonista è un uomo d’affari che
si trova sempre a mangiare fuori, in locali caratteristici sempre diversi, a
seconda di dove lo portano i suoi viaggi. Quindi siamo resi partecipi delle
scelte dei ristoranti, delle persone che incontra e del cibo scelto, che gusta
poi con soddisfazione.
La produzione di Taniguchi è
molto prolifica e varia, dunque invita a voler approfondire la conoscenza di
questo autore. Al momento mi hanno incuriosito “Al tempo di papà”, un vero e
proprio romanzo a fumetti, “In una lontana città” e “Quest for the missing
girl”.
“Negli
anni Cinquanta, quando ero bambino, gli adulti odiavano i manga considerandoli
qualcosa di volgare, oltre che un’inutile distrazione per i figli, che
avrebbero invece dovuto pensare allo studio. Nonostante ciò, fui travolto dal
fascino delle loro storie fiabesche, e dai disegni che li caratterizzavano.”
Jiro Taniguchi
Se volete approfondire la
conoscenza sui fumetti (che Hugo Pratt chiamava, non a torto, “letteratura
disegnata”) potete leggere:
Mangamania – storia,
personaggi e percorsi del fumetto e del cartone animato giapponese (epierre,
1999)
Scuola di manga (Coniglio
editore)
“Fumetto & arte
sequenziale” e” Graphic storytelling. Narrare per immagini” di Will Eisner (Vittorio Pavesio Productions)
Dunque, se vi va di leggere
un fumetto, non sentitevi in colpa! Se qualcuno vi critica, rispondete che vi
state dedicando a leggere un’opera di “arte sequenziale”, come la chiamava Will Eisner, uno dei più importanti autori di
fumetti (“Will Eisner: una vita per il fumetto”, una biografia graphic novel).
Potrebbe essere interessante recuperare la sua serie “Spirit”, che narra di un
detective mascherato. La serie usciva sui supplementi domenicali dei quotidiani
americani: in poche pagine si narrava un’intera avventura thriller. Ottima
lettura per imparare a scrivere racconti brevi.
Insomma, come al solito, si
parte da un libro e se ne trovano mille altri da leggere!