"Sull'albero", di Jiro Taniguchi |
Ho scoperto Jiro Taniguchi
grazie a un libro dismesso dalla biblioteca. Mi ispirò subito la copertina e lo
presi, poi, come spesso mi succede, lo misi nella libreria in attesa di
leggerlo e lì è rimasto per qualche anno.
Mi è tornato in mente due
settimane fa e l’ho scelto come compagno di viaggio di una breve vacanza. L’ho
letto in due giorni, rimanendo conquistata dal suo tratto elegante e dalla
profondità delle sue storie. Ovviamente l’ho inserito fra quegli autori su cui
voglio saperne di più e voglio leggere altro (anzi, se avete dei suggerimenti,
scrivetemi!).
Taniguchi è nato nel 1947 in
Giappone e ha firmato il suo primo manga “La stanza arida” dopo aver lavorato
alcuni anni come assistente di altri autori.
Per leggere “L’uomo che cammina” c’è bisogno di attenzione al disegno, di osservazione e nessuna fretta, perché non si tratta di una storia classica di avventura, inseguimenti, sparatorie (anche se Taniguchi ha firmato vari tipi di manga, da quelli con protagonisti gli animali a storie poliziesche o ambientate nel mondo della boxe - queste ultime due in collaborazione con gli scrittori Natsuo Sekikawa e Caribu Marley - a quelli incentrati sui classici della letteratura giapponese). In questo libro si racconta la vita, le emozioni che viviamo ogni giorno, quei piccoli momenti in cui concediamo attenzione a parti importanti delle nostre giornate, quegli istanti preziosi nascosti fra le pieghe degli impegni quotidiani e che se andiamo di fretta continueremo a non notare. Un invito a soffermarsi sul presente, qui e ora.
Per il protagonista l’atto di passeggiare
corrisponde a un’intima necessità. Splendidi “Sull’albero” per soffermarci a
osservare il paesaggio quotidiano da una diversa prospettiva, “Pioggia”
sull’importanza di seguire l’ispirazione di un momento, anche se ci porta fuori
strada, “Dopo il tifone” sulla delicatezza di prendersi cura dei più deboli, “La
lunga strada” e “Attraverso i vicoli”
sull’attenzione agli anziani e la voglia di condividere un piccolo spazio di
vita, “Paesaggio annebbiato” su come un piccolo incidente e una seccatura
possano trasformarsi in un’occasione per vedere il mondo con altri occhi , “Letto
di fiori” sul desiderio, “A vedere il mare” su una poetica restituzione.
Nel libro è presente anche
“Gourmet”: questa storia mi ha appassionata meno, ma è stata comunque piacevole
e, in un certo senso, istruttiva, perché il protagonista è un uomo d’affari che
si trova sempre a mangiare fuori, in locali caratteristici sempre diversi, a
seconda di dove lo portano i suoi viaggi. Quindi siamo resi partecipi delle
scelte dei ristoranti, delle persone che incontra e del cibo scelto, che gusta
poi con soddisfazione.
La produzione di Taniguchi è
molto prolifica e varia, dunque invita a voler approfondire la conoscenza di
questo autore. Al momento mi hanno incuriosito “Al tempo di papà”, un vero e
proprio romanzo a fumetti, “In una lontana città” e “Quest for the missing
girl”.
“Negli
anni Cinquanta, quando ero bambino, gli adulti odiavano i manga considerandoli
qualcosa di volgare, oltre che un’inutile distrazione per i figli, che
avrebbero invece dovuto pensare allo studio. Nonostante ciò, fui travolto dal
fascino delle loro storie fiabesche, e dai disegni che li caratterizzavano.”
Jiro Taniguchi
Se volete approfondire la
conoscenza sui fumetti (che Hugo Pratt chiamava, non a torto, “letteratura
disegnata”) potete leggere:
Mangamania – storia,
personaggi e percorsi del fumetto e del cartone animato giapponese (epierre,
1999)
Scuola di manga (Coniglio
editore)
“Fumetto & arte
sequenziale” e” Graphic storytelling. Narrare per immagini” di Will Eisner (Vittorio Pavesio Productions)
Dunque, se vi va di leggere
un fumetto, non sentitevi in colpa! Se qualcuno vi critica, rispondete che vi
state dedicando a leggere un’opera di “arte sequenziale”, come la chiamava Will Eisner, uno dei più importanti autori di
fumetti (“Will Eisner: una vita per il fumetto”, una biografia graphic novel).
Potrebbe essere interessante recuperare la sua serie “Spirit”, che narra di un
detective mascherato. La serie usciva sui supplementi domenicali dei quotidiani
americani: in poche pagine si narrava un’intera avventura thriller. Ottima
lettura per imparare a scrivere racconti brevi.
Insomma, come al solito, si
parte da un libro e se ne trovano mille altri da leggere!
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