5 Febbraio, mercoledì
Olga apre gli occhi un
minuto prima che suoni la sveglia. 7:09, la avverte coscienzioso il display. La
disattiva prima che si metta a suonare e svegli inutilmente Alfredo. Rimane per
un attimo ad occhi aperti, sotto le coperte, ripensando al giorno prima. No,
non è stato un sogno, è la sua realtà di questo momento. E ora da dove
comincio? Si chiede. Si alza rabbrividendo: ha sempre freddo la mattina quando
lascia il tepore del suo letto. Senza fare rumore va in bagno e apre il getto
della doccia. Dopo pochissimo una piacevole nuvoletta di vapore si sprigiona
nel box e Olga rimane ferma a godersi quella pioggia calda. Allora, dunque …
dicevamo … da dove comincio, vero? Intanto comincio con il fare pace con te,
qualunque cosa tu sia là dentro …. Prende il bagnoschiuma e s’insapona, senza
cercare di evitare quel punto. Poi volge il viso direttamente verso il getto
della doccia e si passa le mani sopra le guance, avvertendo con i polpastrelli
la grana della sua pelle, sopra gli occhi, sulla fronte, come volesse lavare i
ricordi del giorno precedente; non per cancellarli, ma solo per renderli più
puliti. Poi esce e si asciuga in fretta. Si mette davanti allo specchio, lascia
cadere l’accappatoio e rimane a osservare l’immagine del suo corpo nudo
percorrendolo, parte per parte, con lo sguardo. E’ come se ne dovesse
riappropriare. Apre l’armadietto e prende una crema lenitiva. La passa
delicatamente sulla pelle verdognola e sente, improvvisamente, un sentimento di
tenerezza, come se stesse cercando di alleviare una sofferenza non sua. E’
tutto così strano – pensa. Si veste. Si trucca. Esce. Scende per le scale.
Mette in moto. Parte. Non pensa dove deve andare, la moto va da sé in ufficio. Perché
io? Perché no in fondo? Perché sono giovane. Giovane? Figurati cosa
gliene frega se sei giovane … morte e malattia non guardano la carta
d’identità. Non sono pronta per questo. E chi lo è? Il bello sta proprio
lì … non ricordi il Vangelo? Vegliate, perché non sapete quando tornerà il
Signore. Comunque non è detto che sia una cosa grave, no? E se anche lo
fosse ci sarà una cura, un modo … ma io non voglio essere malata ah non hai
voglia? Pensa … migliaia di persone si ammalano e muoiono ogni giorno … o forse
pensavi di essere immortale? No … o sì … perché, in fondo non lo pensiamo
un po’ tutti? Che a noi, per qualche strana ragione, non toccherà mai? Vai via,
sei un pensiero negativo, non ti voglio con me, non ti voglio pensare …. 8:30,
memorizza l’orario di entrata al suono del badge.
-
Buon giorno Signora Cabonetti – la
saluta il portiere sorridendole, mentre le apre la porta con galanteria.
-
Buon giorno. Grazie.
E’ proprio tutto
uguale a sempre. Forza. Forza Olga! Oggi è tutto quello che hai, e non vale
solo per te, ma per tutti gli esseri umani … e poi in fondo è una giornata
quasi normale, no? Ricordati: non è finita fino a che non è finita.
Entra in Ufficio
benedicendo la parte positiva di se stessa. Buongiorno. Sei occhi si alzano
quasi in contemporanea a guardarla. Buongiorno, rispondono. Olga vede passare
sulle loro fronti, come su un display, quello che si stanno chiedendo.
-
Suniti è già nell’ufficio di Dario.
Mi hanno detto di chiederti di raggiungerli appena arrivavi.
-
Grazie Paola.
Bussa alla porta di
Dario, il suo capo. Entra.
-
Ah, ecco Olga! – esclama Suniti non
appena la vede. – Allora, come sta questa bella signora? – e nella sua voce
risuona un tono affettuoso, partecipe, incoraggiante. Evidentemente Dario deve
avergli raccontato del giorno prima.
-
Siamo qui – risponde lei, cercando
di avere una voce neutra, e distoglie lo sguardo, perché non vuole mostrargli
gli occhi. Gli occhi non mentono. Lui capisce quello che passa nella testa di
Olga perché sua moglie, due anni prima, è stata operata al seno ed è
costantemente sotto controllo da allora.
Tutto
sembra essersi risolto per il meglio, ma hanno passato dei brutti momenti,
stando a quanto le hanno raccontato i colleghi, perché a quel tempo lui non era
ancora il suo Dirigente. I due uomini si scambiano un’occhiata, come a
significarsi reciprocamente che “non è aria”.
-
L’abbiamo chiamata perché volevamo
sottoporle un problema e sentire se aveva un’idea su come risolverlo.
Grazie
a Dio, pensa Olga. Pensare. Impegnare la mente. Ascolta, attenta. Ne parlano
insieme. Nasce un’animata conversazione su quale sia la strada migliore da
adottare per venire incontro alle esigenze del cliente. Alla fine fa una
proposta. Si accigliano, valutandola. Se la ripetono.
-
Ma lo sa che è l’uovo di Colombo? Io
l’ho sempre detto che le donne hanno una marcia in più – esclama Suniti. –
Brava! Brava Olga!
L’entusiasmo
di lui la fa sorridere. Per un momento si sente contenta, per un momento è
riuscita a scordarsi di quel nocciolino.
Ma
non avevi altri problemi, tu? le ricorda il suo pensiero.
Vattene
al diavolo bastardo, gli risponde Olga mentre accende il computer e s’ immerge
di nuovo nel suo lavoro.
La giornata in
ufficio, caotica come sempre, passa in fretta. Durante la pausa pranzo Suniti
ha trovato un momento per parlarle e farsi raccontare. “Sa, Dario mi ha detto
che ha fatto questa visita, e allora …. Sa che anche mia moglie … ” ha
cominciato incerto, cercando le parole. Olga gli ha raccontato. Adesso Suniti
ha di nuovo in mano la sua valigetta e sta salutando i colleghi prima di
tornare a Milano. Si avvicina alla sua scrivania.
–
Arrivederci Olga.
–
Arrivederci. Si stringono la mano e
lui gliela trattiene un attimo in più. Poi a bassa voce aggiunge: Non se la
prenda. Per loro è routine … ma vedrà che andrà tutto bene, lei è così giovane
… comunque mi faccia sapere – conclude sorridendole. Olga ricambia il sorriso
ed assapora, ancora una volta, un gusto strano. Come se avesse una caramella in
bocca dal giorno prima che, inizialmente amara come fiele, si stesse stemperando
via via in un gusto dolce, grato, umano. Bello, vero? Sì, intendo questo
senso di familiarità, questo poter toccare quasi l’affetto che qualcuno prova
per te … E tu? Tu le fai provare queste sensazioni? Forse ho bisogno di più tempo per aprirmi così,
ma questo non vuol dire che non voglia bene alle persone. Sono solo riservata,
che male c’è? Certo, ma ti permetti il lusso di selezionare, non è così? Non
ti vanno bene tutti. Magari anche gli altri lo fanno e sono stata
selezionata anche io a mia volta. O forse magari gli altri si donano
semplicemente di più, senza paure. C’è stato un tempo in cui anche tu …. Ma
il tempo aiuta anche a crescere e fare scelte diverse, o no? Sì, ma le scelte, le scelte … cosa sono le
scelte? Quanti paroloni, che nascondono solo quello che siamo al mondo: …
niente.
Continua …
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