7 Febbraio, venerdì
La telefonata è arrivata venerdì sera, mentre Olga si domandava
come potevano passare il fine settimana per farlo sembrare normale. Per non
pensare. Non le va di vivere sospesa.
-
Olga!
– la saluta Camilla col suo tono allegro – io e Michele domani andremo alla
nostra casa al mare. Perché non venite con noi? Vi va?
Mentre Camilla parla, Olga visualizza un’ancora, poi subito un
salvagente. Ci si aggrappa.
-
Ottimo!
Stavo proprio pensando a cosa organizzare. Saremo felici di venire con voi. Ho
bisogno di cambiare aria.
-
Che
succede? – le chiede Camilla, cambiando tono. Le sembra di vederla, come
aggrotta la fronte quando qualcosa non le torna.
-
Niente.
Ti racconterò domani. Sennò va a finire che non sappiamo cosa dirci, questo
fine settimana – scherza Olga, ben sapendo che Camilla non rimane mai a corto
di argomenti.
-
Va
bene, domani però vuoti il sacco. Ce la fate a essere da noi alle nove? Lo sai che
un po’ ci vuole …
-
Saremo
puntuali: sai che con Alfredo puoi stare tranquilla.
Appena attacca, si arrampica sullo scaffale dello stanzino e
tira giù il trolley. Comincia a riempirlo, giusto l’essenziale per due giorni.
In quel momento rientra Alfredo.
-
Partiamo?
– le chiede mentre la guarda affaccendarsi a piegare una felpa e organizzare un
beauty.
-
Sì.
Fine settimana all’Argentario con Camilla e Michele. Ho già detto di sì, non
puoi rifiutare.
Alfredo non protesta.
-
Lascia
un po’ di posto anche per me in quel trolley!
Suo marito apre l’armadio e incastra il necessario negli spazi
rimasti vuoti della piccola valigia, come un puzzle. Olga lo osserva. Stasera
ha sentito i suoi genitori per telefono. Giusto una telefonatina così, di
routine. Però si aspettava che le dicessero qualcosa di particolare. Ma loro
non hanno detto niente. Solo le solite chiacchiere. Come se tutto fosse
normale.
-
Che
c’è? – chiede Alfredo.
Olga si tormenta una pellicina al dito indice, la strappa via.
Una sfumatura di sangue compare intorno all’unghia.
-
Niente.
8 Febbraio, sabato.
Sono quasi le una e sono appena arrivati a Porto Santo Stefano. Durante
il viaggio, come al solito, Camilla non ha smesso un attimo di chiacchierare,
anche se ogni tanto le lanciava delle occhiate, che nel loro linguaggio muto
rappresentano una sollecitazione a parlare. Si è accorta che c’è qualcosa. Ma
Olga non parla di sé. E’ gioviale, la sta ad ascoltare come al solito, ma c’è
un’ombra che Camilla non riesce a decifrare. Hanno deciso di fermarsi a comprare
del pesce vicino al porto e concedersi una cenetta speciale. Per pranzo si sono
fermati lungo la strada a mangiare un panino e hanno preso un caffè: non
vogliono perdere tempo in un ristorante, perché non vedono l’ora di vedere la casa,
di cui hanno parlato a lungo. Camilla si attarda a chiacchierare con la
commessa della pescheria: le sta dando una ricetta, e Michele e Alfredo ne
approfittano per fare un salto al bar per un altro caffè e per comprare le
sigarette. Dovrebbero smettere, e invece …
Olga intanto fa due passi, stringendosi al collo la sciarpona di
lana. E’ freddo. Il mare sembra acciaio, ma è bello. Olga inspira forte e
l’aria pungente le s’insinua nelle narici. C’è un cielo plumbeo che la osserva,
solcato da nuvole riottose.
-
Va
a finire che piove – mormora fra se. Chissà perché, se lo ripete mille volte,
piano piano, fino a che le parole non significano più niente. Sono solo suoni.
E quindi innocui, non fanno male. Forse se le diranno che è malata, potrebbe
ripeterlo diecimila volte, fino a far svanire il significato anche di quella
parola. E vivere libera. Si sente abbracciare, da dietro. Il naso di Alfredo,
gelido, s’ insinua fra i suoi capelli.
-
Ma
mi vuoi dire che cos’hai? – le chiede allora Camilla, che è sopraggiunta in
quel momento con Michele. Olga si volta verso di loro. Facendolo lo sguardo le
cade sulla rocca che presidia il paese e tenendo lo sguardo fisso sulle mura,
in tre parole racconta cos’è successo. Loro rimangono un attimo muti, si
scambiano un’occhiata.
-
Ora
non ci pensare – conclude Camilla, pratica – tanto a che serve? Andiamo,
torniamo alla macchina. E’ un freddo boia.
Sono risaliti in macchina e si sono arrampicati su una strada in
salita, sono usciti dal paese. Dopo una decina di minuti, Michele svolta su una
strada sterrata, sembra una mulattiera, e finalmente si ferma davanti ad un
cancello di legno. Camilla scende ad aprirlo. Entrano. C’è un bel prato, e un
solo grande ulivo con sotto una panchina che guarda il mare. La casa,
all’interno, ha stanze piccole ma funzionali e nella camera, dove dormiranno, è
appeso un bel quadro astratto, tutto sui toni del blu. Poggia il trolley e
raggiunge Camilla in cucina, mentre i due uomini si rilassano su un piccolo
divano e sfogliano delle riviste di auto.
Olga e Camilla sistemano le provviste che si sono portate da
casa e mettono sul fuoco un bollitore per un tè’.
-
C’è
ancora un po’ di tempo prima di iniziare a preparare la cena. Facciamo due
passi. – propone Olga.
-
Beh,
qui intorno non c’è niente da vedere. Se ti andava potevamo fare una
passeggiata a Porto Santo Stefano …
Olga si stringe nelle spalle. – Ma io non cerco niente di
particolare. Mi basta camminare.
Camilla ci pensa un po’ su. – C’è una spiaggia di sassi qui
vicino, ma non è niente di che, giusto un … –
– Ottimo. Andiamo allora. – poi si affaccia alla porta della
sala – venite con noi a passeggiare? – chiede a Michele e Alfredo. I due,
sprofondati nel divano, ora stanno guardando una partita di basket in tv. La
loro espressione è più efficace di ogni risposta. E’ un no. Ormai si sono
sistemati.
In un attimo Olga indossa il giubbotto e la sciarpa.
-
Ti
aspetto qui fuori – dice a Camilla, che ancora non si è preparata. Si avvicina,
quasi con soggezione, alla panchina sotto l’olivo. Si siede, impettita, con le
mani raccolte in grembo. Guarda davanti a sé e laggiù c’è il mare sterminato.
Sembra immobile da quassù, pensa Olga. E’ tutto così perfetto che si commuove.
Sente la porta che si chiude e la voce di Camilla che la chiama. Spalanca gli
occhi per ricacciare indietro una lacrima e si alza. Va verso di lei e la
prende a braccetto. S’incamminano sulla strada sassosa, chiacchierando di amici
in comune. Quando arrivano alla spiaggia è quasi buio. Si avvicinano alla riva,
raccolgono sassi.
– Facciamoci una foto – propone Olga, e va
a cercare un appoggio per la macchina fotografica che ha preso l’abitudine di
portarsi sempre dietro. Imposta l’autoscatto e corre verso Camilla. C’è quel
bagliore tipico, che avverte che lo scatto è imminente, e Olga si stringe
all’amica: piegano la testa di lato, sorridono; le loro tempie si toccano, i
capelli dell’una si confondono con quelli dell’altra. Clic. Flash. – Vediamo
com’è venuta – gridano insieme, per superare il rumore del mare. Curiose,
interrogano il piccolo schermo: due ragazze che ridono, anche se una di loro
ride solo con la bocca. Tornano a casa in silenzio. Chissà perché, si prendono
per mano. - Mi si sono congelati pure gli occhi – mormora Olga ad un tratto,
rabbrividendo – facciamo una corsa fino a casa! Devi insegnarmi questa ricetta
fantastica della pesciaiola! – Rientrano e hanno giusto il tempo di spogliarsi,
prima di mettersi a cucinare. Preparano i pesci con le erbe aromatiche e gli spicchi
d’aglio, accendono il forno, pelano le patate. Cucinano insieme, bevendo vino
bianco e ripassando i ricordi comuni degli anni di scuola. Ridono molto.
Pensano zero. La ricetta la seguono sì e no, perché se segui sempre tutte le
ricette, dov’è il bello della sorpresa? Però il pesce viene bene lo stesso, le
patate un po’ meno. Dopo cena giocano a carte. Olga non sa giocare, ma ci prova
lo stesso per far piacere a Camilla. Non le piacciono le carte, e poi comincia
a essere stanca. Il vino le ha dato un po’ alla testa, non è abituata a bere.
Ha pure freddo e rimpiange di non essersi portata una felpa più calda. Quando
finalmente vanno a letto, si stringe ad Alfredo, per riscaldarsi. Forse le
riprende una botta di tristezza, chissà. Allora fissa il quadro alla parete e
ci finisce dentro. Nuota in quel mare con la luna gialla che la illumina: è
tutta nuda, come una dea guerriera, o come un feto; le nuvole riottose del porto,
tutte intorno a lei, sono il suo esercito.
Continua …
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