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"Raggiunto l'incrocio fece appena in tempo a vedere il treno tutto intero che passava, dalla locomotiva all'ultima carrozza. Fece un saluto al macchinista, ma il macchinista non rispose. Salutò altri cinque tizi, sul treno, e non uno di loro gli rispose. Avrebbero potuto ricambiarlo, ma non lo degnarono nemmeno di un cenno. Alla fine apparve un nero che si sporgeva sul fianco di un carro merci. In mezzo al frastuono del treno, Ulysses sentì l'uomo che cantava:
Amore mio non piangere, oggi non pianger più. Un canto noi cantiamo per la casa del Kentucky. Cantiam la vecchia casa, lontana, laggiù.
Ulysses provò a salutare anche lui, e a quel punto accadde un fatto inatteso e sorprendente. Quell'uomo, nero, diverso da tutti gli altri, rispose al saluto di Ulysses: "Toorno a caasaa, proprio a caasaa mia!"
Il bambino e il nero continuarono a mandarsi saluti, finché il treno non fu del tutto fuori vista. Poi Ulysses si guardò intorno. Tutto gli appariva strano, affascinante e senza logica. Era il suo mondo. Strano, pieno di erbacce e spazzatura, ma bello."
"La commedia umana", di William Saroyan
E voi, chi volete essere? I tizi che non hanno salutato il bambino o l'uomo che ricambia il saluto? Buon primo giorno di Avvento: dedicatelo alla gentilezza e all'empatia.
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