"Mentre sto per andarmene sento arrivare qualcuno che strascica i piedi.
- Chi è? - chiede la voce di una vecchia - Sei tu, Robert?
Poi sento sbloccare una dozzina di serrature e vedo aprirsi la porta.
La vecchina ha perlomeno ottant'anni, forse novanta, e immediatamente mi accorgo che è cieca.
- Sapevo che saresti venuto, Robert, sapevo che non avresti dimenticato nonna Ethel a Natale - dice lei e si va avanti con le braccia aperte.
- Sì, nonna Ethel, sono venuto a trovarti perché è Natale.
Non chiedermi perché l'ho fatto ... non ne ho neppure la più pallida idea! Forse non volevo deluderla, non so. Ed eccomi lì a ricambiare il suo abbraccio sulla porta. Non le ho detto che ero il nipote, non in maniera esplicita, perlomeno, ma era implicito. Però non voleva imbrogliarla, era un gioco che entrambi avevamo deciso di giocare senza discutere le regole. Voglio dire, quella donna sapeva che io non ero il nipote. Era vecchia e svanita, ma non al punto da non accorgersi della differenza fra un estraneo e la carne della sua carne. Tuttavia era felice di fingere e siccome io non avevo niente di meglio da fare, ero contento di reggere la parte. Così siamo entrati in casa e abbiamo passato l'intera giornata insieme."
"Christmas story Il Natale di Auggie Wren", di Paul Auster
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