Marcovaldo tornò
nella via illuminata come fosse notte, affollata di mamme e bambini e zii e
nonni e pacchi e palloni e cavalli a dondolo e alberi di Natale e Babbi Natale
e polli e tacchini e panettoni e bottiglie e zampognari e spazzacamini e
venditrici di caldarroste che facevano saltare padellate di castagne sul tondo
fornello nero ardente.
E la città sembrava più piccola, raccolta in
un'ampolla luminosa, sepolta nel cuore buio d'un bosco, tra i tronchi centenari
dei castagni e un infinito manto di neve. Da qualche parte del buio s'udiva
l'ululo del lupo; i leprotti avevano una tana sepolta nella neve, nella calda
terra rossa sotto uno strato di ricci di castagna.
I figli di Babbo
Natale, di Italo Calvino
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