Il bambino
sull’albero di Natale presso Gesù, di F.Dostoevskij, dal Diario di uno
scrittore, 1876
Ma ecco un’altra
via: com’era ampia! Lì l’avrebbero di certo schiacciato. E come vociavano
tutti, come si affrettavano, come correvano sulle loro carrozze, e quante luci,
quante luci! Ma questa che cos’è? Oh, che vetro grande, e dietro il vetro una
stanza dove la legna arriva fino al soffitto; c’è un abete, e quante luci
sull’abete, e stelle e decorazioni d’oro, e quante file di pupazzetti e di
cavallini lo avvolgono tutt’intorno; nella stanza si rincorrono dei bimbi lindi
e vestiti a festa, e ridono, giocano, mangiano, bevono. Ed ecco, una bambina si
è messa a danzare con un bimbo, com’è carina! E ora si può sentire anche della
musica attraverso il vetro. Il bimbo guarda pieno di meraviglia e già ride, ma
ormai anche i ditini dei piedi gli dolgono, e quelli delle mani, sono tutti
arrossati, non si piegano e muoverli fa tanto male. E tutt’ad un tratto, resosi
conto del dolore, scoppia in lacrime e fugge via, ma poi scorge di nuovo
attraverso un altro vetro un’altra stanza, con gli stessi alberi e una tavola
con torte rosse e gialle e di mandorla, e vi siedono quattro ricche signore che
te ne danno un po’ non appena ci si avvicina, ogni istante si spalanca la porta
e fumane di signori entrano e si dirigono verso di loro. Il bimbo si intrufola
e di colpo la porta si è aperta e lui è entrato. Oh, come lo sgridano, come
agitano le braccia! Una signora lo raggiunge in gran fretta e gli ficca in mano
una copeca, poi gli apre lei stessa la porta e lo sospinge fuori. Come è
spaventato il piccino! La copechina gli è subito scivolata di mano tintinnando
sugli scalini: non è riuscito a piegare le sue dita arrossate per ottenerla. Il
bimbo fugge via e corre, corre senza sapere dove va. Avrebbe voglia di
piangere, ma ha paura e continua a correre, soffiandosi sulle manine.
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