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mercoledì 27 luglio 2022

Escursione aperta a tutti al Vallone delle Cime Bianche in Val d'Ayas (Valle d'Aosta), 6 agosto 2022

Sabato 6 agosto 2022

Escursione aperta a tutti: famiglie, singole persone, associazioni, amanti della Natura,

senza dimenticare gli amici a quattro zampe.

In caso di maltempo l'evento sarà rinviato a sabato 13 agosto.


Immagine dal blog civediamoquandotorno.it



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Il Vallone delle Cime Bianche si trova in Val d’Ayas (Valle d’Aosta). 

Si tratta dell’ultima vasta area dell’intera valle priva di piste da sci o impianti di risalita, di strade, 

centraline idroelettriche private e strutture invasive per l'ecosistema. 

Il Vallone è un luogo di grande valore per via del suo raro, fragile ecosistema, caratterizzato da 

peculiarità geologiche: tra tutte campeggiano le tre Cime Bianche (Gran Sometta, Bec Carré e Pointe Sud),

la cui fascia chiara è quanto rimane delle isole coralline di un mare tropicale sconvolto dallo scontro della 

zolla europea con quella africana. É caratterizzato da un’unica biodiversità che gli ha meritato l’elogio 

da parte della Società Botanica Italiana, grazie alle miriadi di polle, zone umide e macereti, torrenti e laghi 

d’alta quota. "Questo magnifico ambiente naturale rischia di essere distrutto perché è il segmento mancante 

di un carosello d'impianti sciistici che, se completato, collegherebbe Alagna Valsesia a Cervinia". 

Se volete sapere di più in merito a uno degli ultimi baluardi di vera wilderness ai piedi del Monte Rosa

cliccate qui: https://www.lovecimebianche.it/index.php


Fonte: CAI Firenze (cit. Giorgio Dal Piaz)

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A questo link trovate la descrizione di una bellissima escursione in Val D'Ayas:
http://www.civediamoquandotorno.it/2020/08/24/val-dayas-cime-bianche-lultimo-paradiso/

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martedì 26 luglio 2022

Corso estivo di scrittura - Decima puntata: le lettere

foto di Ron Lach da Pexels


Ora che siamo in estate e che avrete sicuramente molto da raccontare, è arrivato il momento di scrivere una lettera! Potreste scrivere ai nonni, per esempio; adoreranno ricevere una vostra lettera, sarà una novità inaspettata e regalerete loro un momento felice. Oppure potreste scrivere a zii, cugini, amici cari: ci pensate alla faccia che faranno quando troveranno nella cassetta della posta quel rettangolino di carta affrancato? Davvero, se non avete mai scritto una lettera o non l’avete mai ricevuta, provate questa nuova esperienza! Quindi, prendete carta e penna e cominciate.

Qualche nozione di base:

-     Mittente è chi scrive la lettera;

-     Destinatario è la persona a cui la lettera è indirizzata.

La lettera presenta questa struttura:

Iniziate scrivendo in alto il luogo da cui scrivete e la data;

formula di apertura (Caro Giorgio, Cara nonna, cari zii, ecc.);

testo;

frase conclusiva e saluti;

firma;

eventuale P.S. (“post scriptum”, indica una frase in aggiunta, qualcosa che abbiamo ricordato in ritardo, quando avevamo già finito di scrivere la lettera).

Occupatevi poi della busta: dovrete scrivere l’indirizzo (nome, cognome, via, numero civico, CAP e città). Ad esempio: Gentile Signora Gelsomina Rossi, Via dei Colori 23, 50065 Pontassieve (FI)

Sul retro invece andranno scritti i dati del mittente (voi). Ad esempio: Pierguido Guidelli, Via delle Viole 15, 50100 Firenze

Per scrivere una bella lettera valgono le stesse regole di un buon testo narrativo: potete raccontare dei fatti che vi sono successi, esperienze, ricordi, stati d’animo. La lettera non fornisce solo informazioni su di voi. Potete anche chiedere qualcosa al destinatario: come sta, come passa le sue giornate, che programmi ha per le vacanze, ecc.

Per cominciare, pensate a chi state scrivendo, per quale motivo volete scrivere proprio a quella persona: in questo modo potrete scegliere facilmente cosa scrivere, facendo attenzione che le informazioni siano collegate con un senso logico e che il testo sia coerente. Prendetevi tutto il tempo che serve e non limitatevi a scribacchiare poche righe. La vostra lettera dovrà contenere tutte le informazioni necessarie per comprendere pienamente ciò che state raccontando. Se ad esempio la lettera parla della vostra ultima gita al mare, fate in modo che chi legge possa vivere, almeno in parte, le emozioni che avete provato. Descrivete i preparativi, qualcosa di buffo successo durante il viaggio, le sensazioni provate alla vista del mare, gli amici incontrati, ecc.

Scrivete prima una brutta copia: raccogliete le idee e fate una scaletta di ciò che volete raccontare, iniziate a sviluppare i vari punti collegandoli fra loro. Quando avete finito, rileggete tutto, rivedete la punteggiatura, correggete se necessario e copiate in bella. 

Curate il lessico e, se scrivete ai nonni, potete divertirvi a usare delle parole desuete: voi arricchirete il vostro vocabolario e loro avranno il piacere di leggere delle parole che ormai usano in pochi. Quali sono le parole desuete? Non sto certo chiedendovi di usare dei termini di un novelliere del Trecento! Date un’occhiata a questi link per rendervi conto di quante belle parole ci sono nella nostra lingua che non usiamo mai:

https://paroledesuete.wordpress.com/parole-desuete-in-ordine-alfabetico/

https://www.oakmond-publishing.com/it/cat/i-blog-degli-autori/la-rubrica-delle-parole-desuete/

Questa è la parte della busta dove scrivere il destinatario e dove mettere il francobollo 


foto di Ron Lach da Pexel



                                         Questa è invece la parte dove scrivere il mittente

foto di Karolina Grabowska da Pexel


Adesso chiudete la busta, incollate il francobollo e andate a spedire la vostra lettera!

Felice scrittura!


lunedì 25 luglio 2022

La scrittura nella storia: da dove ha origine la nostra voglia di scrivere? 💜

Tavoletta d'argilla di epoca sumera 


L'invenzione della scrittura, avvenuta in Mesopotamia circa cinquemila anni fa, segnò la fine della Preistoria e l'inizio della Storia. 

Da quel momento gli storici, per ricostruire il passato, possono avvalersi dei documenti scritti. 

Ma perché nacque la scrittura? Per esigenze commerciali. I mercanti ebbero la necessità di annotare la lista delle merci che vendevano e acquistavano. Iniziarono quindi a incidere su tavolette di argilla dei pittogrammi (disegni) che rappresentavano le merci. Pian piano però i disegni furono sostituiti con segni più semplici, simili a cunei. Questa tipo di scrittura fu chiamato cuneiforme. 

 

giovedì 7 luglio 2022

L'arte di Jiro Taniguchi

 

"Sull'albero", di Jiro Taniguchi

Ho scoperto Jiro Taniguchi grazie a un libro dismesso dalla biblioteca. Mi ispirò subito la copertina e lo presi, poi, come spesso mi succede, lo misi nella libreria in attesa di leggerlo e lì è rimasto per qualche anno.

Mi è tornato in mente due settimane fa e l’ho scelto come compagno di viaggio di una breve vacanza. L’ho letto in due giorni, rimanendo conquistata dal suo tratto elegante e dalla profondità delle sue storie. Ovviamente l’ho inserito fra quegli autori su cui voglio saperne di più e voglio leggere altro (anzi, se avete dei suggerimenti, scrivetemi!).

Taniguchi è nato nel 1947 in Giappone e ha firmato il suo primo manga “La stanza arida” dopo aver lavorato alcuni anni come assistente di altri autori.

Per leggere “L’uomo che cammina” c’è bisogno di attenzione al disegno, di osservazione e nessuna fretta, perché non si tratta di una storia classica di avventura, inseguimenti, sparatorie (anche se Taniguchi ha firmato vari tipi di manga, da quelli con protagonisti gli animali a storie poliziesche o ambientate nel mondo della boxe - queste ultime due in collaborazione con gli scrittori Natsuo Sekikawa e Caribu Marley - a quelli incentrati sui classici della letteratura giapponese). In questo libro si racconta la vita, le emozioni che viviamo ogni giorno, quei piccoli momenti in cui concediamo attenzione a parti importanti delle nostre giornate, quegli istanti preziosi nascosti fra le pieghe degli impegni quotidiani e che se andiamo di fretta continueremo a non notare. Un invito a soffermarsi sul presente, qui e ora. 

Per il protagonista l’atto di passeggiare corrisponde a un’intima necessità. Splendidi “Sull’albero” per soffermarci a osservare il paesaggio quotidiano da una diversa prospettiva, “Pioggia” sull’importanza di seguire l’ispirazione di un momento, anche se ci porta fuori strada, “Dopo il tifone” sulla delicatezza di prendersi cura dei più deboli, “La lunga strada” e  “Attraverso i vicoli” sull’attenzione agli anziani e la voglia di condividere un piccolo spazio di vita, “Paesaggio annebbiato” su come un piccolo incidente e una seccatura possano trasformarsi in un’occasione per vedere il mondo con altri occhi , “Letto di fiori” sul desiderio, “A vedere il mare” su una poetica restituzione.

Nel libro è presente anche “Gourmet”: questa storia mi ha appassionata meno, ma è stata comunque piacevole e, in un certo senso, istruttiva, perché il protagonista è un uomo d’affari che si trova sempre a mangiare fuori, in locali caratteristici sempre diversi, a seconda di dove lo portano i suoi viaggi. Quindi siamo resi partecipi delle scelte dei ristoranti, delle persone che incontra e del cibo scelto, che gusta poi con soddisfazione.

La produzione di Taniguchi è molto prolifica e varia, dunque invita a voler approfondire la conoscenza di questo autore. Al momento mi hanno incuriosito “Al tempo di papà”, un vero e proprio romanzo a fumetti, “In una lontana città” e “Quest for the missing girl”.

 

“Negli anni Cinquanta, quando ero bambino, gli adulti odiavano i manga considerandoli qualcosa di volgare, oltre che un’inutile distrazione per i figli, che avrebbero invece dovuto pensare allo studio. Nonostante ciò, fui travolto dal fascino delle loro storie fiabesche, e dai disegni che li caratterizzavano.” Jiro Taniguchi

Se volete approfondire la conoscenza sui fumetti (che Hugo Pratt chiamava, non a torto, “letteratura disegnata”) potete leggere:

Mangamania – storia, personaggi e percorsi del fumetto e del cartone animato giapponese (epierre, 1999)

Scuola di manga (Coniglio editore)

“Fumetto & arte sequenziale” e” Graphic storytelling. Narrare per immagini” di Will Eisner  (Vittorio Pavesio Productions)

Dunque, se vi va di leggere un fumetto, non sentitevi in colpa! Se qualcuno vi critica, rispondete che vi state dedicando a leggere un’opera di “arte sequenziale”, come la chiamava  Will Eisner, uno dei più importanti autori di fumetti (“Will Eisner: una vita per il fumetto”, una biografia graphic novel). Potrebbe essere interessante recuperare la sua serie “Spirit”, che narra di un detective mascherato. La serie usciva sui supplementi domenicali dei quotidiani americani: in poche pagine si narrava un’intera avventura thriller. Ottima lettura per imparare a scrivere racconti brevi.

Insomma, come al solito, si parte da un libro e se ne trovano mille altri da leggere!