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venerdì 24 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: da "La preghiera della rana", di Anthony De Mello

Un guru che stava meditando nella sua grotta himalayana aprì gli occhi e scoprì un visitatore inatteso seduto di fronte a lui. Era l’abate di un famoso monastero. “Che cosa cerchi?” chiese il guru. L’abate gli disse che un tempo il monastero era famoso, le celle erano piene di giovani postulanti e la chiesa riecheggiava del canto dei monaci. Ma poi erano sopraggiunti tempi duri: la gente non accorreva ad alimentare il proprio spirito, il flusso di novizi si era arrestato, la chiesa era immersa nel silenzio. Erano restati solo un pugno di monaci che accudivano ai propri doveri con il cuore gonfio di tristezza. L’abate chiese: “È per un nostro peccato che il monastero si è ridotto in questo stato?” “Sì”, rispose il guru, “un peccato di ignoranza”. “Di che peccato si tratta?”. “Uno di voi è il Messia sotto false spoglie e voi non lo sapete”. Lungo il viaggio di ritorno, il cuore dell’abate batteva forte al pensiero che il Messia in persona era ritornato sulla terra ed era proprio lì, nel monastero. Chi poteva essere? Fratel Cuoco? Fratel Sagrestano? Fratel Tesoriere? Fratel Priore? No, lui no, ahimè, aveva troppi difetti. Ma il guru aveva detto che era nascosto sotto false spoglie. Al suo ritorno, radunò i monaci e li informò di ciò che aveva scoperto. Essi si guardarono l’un l’altro increduli. Il Messia? Qui? Incredibile! Ma una cosa era certa: se il Messia era lì sotto false spoglie, non sarebbe stato facile riconoscerlo. Così si misero a trattare tutti con rispetto e considerazione. “Non si può mai sapere”, pensavano, “magari è questo”. Fu così che l’atmosfera del convento divenne tutto un vibrare di gioia: dozzine di aspiranti chiesero di entrare nell’ordine, e la chiesa tornò a riecheggiare dei santi e lieti canti dei monaci.

mercoledì 22 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Nella notte di Natale", di Umberto Saba

 

Illustrazione di Jeswin Thomas da Pexels


Io scrivo nella mia dolce stanzetta,
d’una candela al tenue chiarore,
ed una forza indomita d’amore
muove la stanca mano che si affretta.
Come debole e dolce il suon dell’ore!
Forse il bene invocato oggi m’aspetta.
Una serenità quasi perfetta
calma i battiti ardenti del mio cuore.
Notte fredda e stellata di Natale,
sai tu dirmi la fonte onde zampilla
improvvisa la mia speranza buona?
È forse il sogno di Gesù che brilla
nell’anima dolente ed immortale
del giovane che ama, che perdona?

martedì 21 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Er Presepio", di Trilussa

 


Ve ringrazio de core, brava gente,
pé ‘sti presepi che me preparate,
ma che li fate a fa? Si poi v’odiate,
si de st’amore non capite gnente…
Pé st’amore sò nato e ce sò morto,
da secoli lo spargo dalla croce,
ma la parola mia pare ‘na voce
sperduta ner deserto, senza ascolto.
La gente fa er presepe e nun me sente;
cerca sempre de fallo più sfarzoso,
però cià er core freddo e indifferente
e nun capisce che senza l’amore
è cianfrusaja che nun cià valore.

lunedì 20 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Il Natale di Fortunato", di Guido Gozzano



Col tempo il suo carattere andò mutando; come arriva sovente, la ricchezza gl’indurì il cuore; a poco a poco si dimenticò del suo passato, si circondò di adulatori e di potenti, divenne fantastico, orgoglioso, arrogante. Un giorno – era il Natale e compiva l’anno dell’incontro miracoloso – egli dava un pranzo di gala e aveva convitato tutti i ricchi e i nobili del paese. Dalla sala di damasco azzurro era stato tolto il trofeo della croce e delle zappe e confinato nel solaio, come un ricordo vergognoso. Fortunato aveva ordinato ai servi di non lasciare entrare nessun mendicante nel cortile del castello. Due valletti armati di bastone vigilavano l’ingresso per impedire il passo a chiunque non fosse invitato. Tuttavia, all’ora di sedere a mensa, arrivò nel cortile, non si seppe come, un vecchio mendicante. I servi gli furono sopra respingendolo e malmenandolo. – Come sei qui, mascalzone? Via! Via! Esci all’istante! – E lo minacciarono coi bastoni alzati. – Soccorrete un miserabile, in nome di Dio, – disse il poveretto con voce supplicante. – Oggi no. Ritorna domani. Ma quegli insisteva e alzava la voce per essere udito dai convitati. Fortunato intese, s’affacciò alle vetrate, furibondo, perché quei gemiti freddavano l’allegria degli amici. – V’avevo detto di vietare il passo a quegl’intrusi! Scacciate quel miserabile e se resiste sciogliete i cani. Furono sciolti i molossi, ma questi lambivano le mani del mendicante, che s’allontanò lentamente scuotendo il capo.

domenica 19 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Van'ka, un racconto di Natale", di Cechov

 

«Caro nonnino, quando dai padroni faranno l'albero di Natale coi regalini, prendimi una noce dorata e riponila nel bauletto verde. Chiedila alla signorina Ol'ga Ignat'evna, dille che è per Van'ka.»
Van'ka tirò un sospiro convulso e tornò a fissare la finestra. Ricordò che nel bosco, a cercare l'albero di Natale per i padroni, ci andava sempre il nonno e portava con sé il nipotino. Che ore felici erano quelle! Il nonno gemeva, il ghiaccio gemeva, e, a guardare loro, gemeva anche Van'ka. Prima di tagliare l'albero, di solito il nonno fumava la pipa, fiutava a lungo tabacco, e si burlava di Vanjuska, tutto infreddolito ... I giovani abeti, coperti di brina, stavano immobili, aspettando di vedere a chi di loro toccava morire. D'un tratto, sbucata da chissà dove, una lepre vola come una freccia sui cumuli di neve ... Il nonno non può fare a meno di gridare:
«Prendila ... prendila! Ah, diavolo senza coda!»
Tagliato l'albero, il nonno lo trascinava fino alla casa dei padroni, e là si mettevano a decorarlo... Più di tutti si affaccendava la signorina Ol'ga Ignat'evna, la beniamina di Van'ka. Quando era ancora viva Pelageja, la madre di Van'ka, e stava dai padroni come cameriera, Ol'ga Ignat'evna rimpinzava Van'ka di dolci e, per passatempo, gli aveva insegnato a leggere, a scrivere, a contare fino a cento e perfino a ballare la quadriglia. Quando poi Pelageja morì, mandarono l'orfanello Van'ka nella cucina della servitù, col nonno, e di lì a Mosca, dal calzolaio Aljachin ...

sabato 18 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Ricordo di Natale", di Truman Capote

 

Una delle illustrazioni di Beth Peck del 1989 per "Ricordo di Natale" di T. Capote


https://www.youtube.com/watch?v=tw0hkV56Ihc Qui trovate “UN RICORDO DI NATALE” di Truman Capote (1956) Spettacolo con musica e sonorizzazioni dal vivo. Vi auguro un piacevolissimo ascolto! 


venerdì 17 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: Il Natale di Tilly, di Louisa May Alcott

 


Una cena poverissima e tuttavia felice, poiché l'amore, la beneficenza e la morigeratezza erano di casa là, e quella vigilia di Natale fu più allegra di quella nella grande casa poco distante, dove brillavano luci, fiammeggiavano fuochi, scintillava un bell'abete e suonava musica per i bambini che cantavano e ballavano. 

giovedì 16 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: La nevicata, di Boris Pasternak (da "Il dottor Zivago")

 




Nell'aria senza vento la neve cadeva più fitta della vigilia. I grossi fiocchi vellutati cadevano pigramente a poca distanza da terra, sembravano ancora esitanti, incerti se posarsi al suolo.  La nevicata velava tutta la strada con la sua ondulante cortina, i cui lembi frangiati si agitavano e si impigliavano nelle gambe dei pedoni. Si perdeva così il senso del procedere, sembrava di star sempre fermi, pur muovendo le gambe.


mercoledì 15 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Il pianeta degli alberi di Natale", di Gianni Rodari

 

Marco, bambino terrestre, era andato a trovare Marcus, bambino spaziale. Si incontrarono alla stazione interplanetaria.
Lì cominciava la città spaziale, che assomigliava alle città terrestri, con strade, case e piazze.
Ai lati di un viale crescevano due lunghissime file di abeti.
Sui loro rami brillavano stelle, lampadine e palloncini lucenti, rossi, gialli, blu. Erano alberi di Natale.
- Scusa - domandò Marco - ma che giorno è oggi?
- È Natale - rispose Marcus allegramente.
Intanto si erano avvicinati a un deposito di cavalli a dondolo: Marcus ne scelse uno, con una sella a due posti e invitò Marco a montare in groppa.
Questi sono i nostri «robot» e servono per i trasporti pubblici, come i taxi - spiegò Marcus.
Il cavallo a dondolo partì senza scosse e senza rumore, scivolando come una barca sull'acqua.
Centinaia e centinaia di alberi di Natale grandi e piccoli spuntavano dappertutto, persino sui tetti e nei vasetti da fiori che stavano sui balconi.
A Marco venne un dubbio e chiese: - Marcus, ieri che giorno era?
- Natale - rispose Marcus senza esitare.
- E che giorno sarà domani?
- Natale, Marco, Natale: te l'ho già detto.
- Ma se Natale era ieri!...
- Ieri, oggi, domani, tutti i giorni. È Natale tutti i giorni, da noi.

martedì 14 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "La trappola per topi", di Selma Lagerlof

 


"Penso a questo povero girovago," disse la ragazza, "che per tutto il santo anno cammina di luogo in luogo, senza avere in alcuna parte del paese un posticino che possa chiamare suo, dove sia il benvenuto e possa riposare in pace. Dovunque arrivi lo accolgono a male parole e lo scacciano. La paura di essere imprigionato e privato della libertà lo perseguita. Vorrei che qui da noi trovasse un giorno di pace. Un unico giorno in tutto l'anno".

Il possidente Willmanson borbottò qualcosa dentro alla barba. Non voleva dar contro alla figlia ma neppure era convinto che stesse agendo bene. 

"Può darsi che si sia trattato solo di un grosso errore", proseguì la ragazza, "però non possiamo scacciare qualcuno che abbiamo accolto in casa e a cui abbiamo promesso ospitalità per Natale." 🎄

lunedì 13 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: 13 Dicembre, Santa Lucia

 


Anche allora era il giorno tredici dicembre e sul calendario era scritto: festa di Santa Lucia. La nonna raccontava che la notte sarebbe passata questa giovane ragazza con il suo asino a portare i regali a chi li aveva meritati durante l’anno. Non c’era ancora nei paesi del Trentino l’allegro e grasso Babbo Natale, passava su un modesto asinello davanti alle finestre Santa Lucia a lasciare dolci e piccoli regali.

Maria Romana De Gasperi


Se volete immergervi nell'atmosfera della festa, non perdete il concerto del Lucia choir di Jukkasjarvi, Svezia. 
Lo potete vedere su YT: https://www.youtube.com/watch?v=tOzIw1UEHMg&t=262s

sabato 11 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Il Grinch, il mostro che rubò il Natale", del Dr. Seuss

 


E il Grinch, con i piedi grinciosi nella neve a far male, si chiese e richiese: "Come è successo che sia arrivato il Natale?" E' arrivato senza nastri! Senza scatole o panettoni! E' arrivato senza luci, doni o decorazioni! Il perfido Grinch sembrava confuso, anche il cervello gli si era fuso. Ma improvvisamente cominciò a pensare e una cosa mai pensata prima nella mente iniziò a passare! "Forse non si acquista in un negozio dozzinale, forse ha un significato più profondo il Natale!"

venerdì 10 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Vespro di Natale", di Sebastiano Satta




Vespro di Natale

Incappucciati, foschi, a passo lento,
tre banditi ascendevano la strada
deserta e grigia, tra la selva rada
dei sughereti, sotto il ciel d’argento.
Non rumore di mandre o voci, il vento
agitava per l’algida contrada.
Vasto silenzio. In fondo, Monte Spada
ridea bianco nel vespro sonnolento.
O vespro di Natale! Dentro il core
ai banditi piangea la nostalgia
di te, pur senza udirne le campane:
e mesti eran, pensando al buon odore
del porchetto e del vino, e dell’allegria
del ceppo, nelle lor case lontane.

Sebastiano Satta

giovedì 9 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Il rapimento di Babbo Natale", di L. Frank Baum

 


La luna splendeva grande e bianca nel cielo e la neve si posava friabile e luccicante sul terreno mentre Babbo Natale faceva schioccare la frusta e partiva dalla valle, verso il mondo aperto al di là. La grossa slitta era stipata di enormi sacchi di doni e nel momento in cui le renne si lanciarono a gran velocità il nostro buon vecchio Babbo Natale si mise a ridere, a fischiare e a cantare per la gran gioia. Poiché di tutta la sua vita allegra questo era il giorno dell’anno in cui era più felice: il giorno in cui con amore donava ai bambini i tesori del suo laboratorio. Sarebbe stata una notte indaffarata per lui, lo sapeva bene. Mentre fischiava, urlava e faceva schioccare ancora la frusta, ripassò mentalmente i paesi, le città e le fattorie dove era atteso e calcolò di avere abbastanza regali per tutti e rendere felice ogni bambino. Le renne sapevano esattamente cosa ci si aspettava da loro e procedevano a così grande velocità che le loro zampe sembravano toccare appena il terreno ricoperto di neve. 

mercoledì 8 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Gli gnomi", di Jacob e Willhelm Grimm

 


Ora accadde che una sera, verso Natale, l'uomo aveva appena finito di tagliare il cuoio e, prima di andare a letto, disse a sua moglie: -Che ne diresti se stanotte stessimo alzati, per vedere chi ci aiuta così generosamente?- La donna acconsentì e accese una candela; poi si nascosero dietro gli abiti appesi negli angoli della stanza e stettero attenti. A mezzanotte arrivarono due graziosi omini nudi; si sedettero al tavolo del calzolaio; presero tutto il cuoio preparato e con le loro piccole dita incominciarono a forare, cucire, battere con tanta rapidità, che il calzolaio non poteva distogliere lo sguardo, tutto meravigliato. Non smisero finché‚ non ebbero finito e le scarpe non furono bell'e pronte sul tavolo; poi, prima che spuntasse il giorno, se ne andarono via saltellando. Il mattino dopo la donna disse: -Gli omini ci hanno fatti ricchi, dovremmo mostrarci riconoscenti. Mi rincresce che se ne vadano in giro senza niente da mettersi addosso e che debbano gelare. Sai cosa farò? Cucirò loro un camicino, una giubba, un farsetto e un paio di calzoncini, e farò un paio di calze per ciascuno; tu aggiungici un paio di scarpette-. L'uomo fu ben contento e la sera, quando ebbero terminato tutto, misero sul tavolo i regali al posto del cuoio; poi si nascosero per vedere che faccia avrebbero fatto gli omini. A mezzanotte giunsero di corsa tutti e due e volevano mettersi subito a lavorare, ma quando videro i vestiti mostrarono una gran gioia. Li indossarono in fretta e furia, poi fecero capriole, ballarono e saltarono fino a quando uscirono dalla porta. Da allora non tornarono più, ma il calzolaio se la passò bene tutta la vita.


martedì 7 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "La festa di Natale", di Carlo Collodi

 


Finita appena la colazione, ecco che la Contessa disse sorridendo ai suoi tre figli:
«Oggi è Natale. Vediamo, dunque, come avete speso i quattrini dei vostri salvadanai. Ricordatevi intanto che, quello di voialtri che li avrà spesi meglio, riceverà da me, a titolo di premio, un bellissimo bacio. Su, Luigino! tu sei il maggiore e tocca a te a essere il primo».

Luigino uscì dalla sala e ritornò quasi subito, conducendo a mano il suo cavallo di legno, ornato di finimenti così ricchi, e d'una gualdrappa così sfavillante, da fare invidia ai cavalli degli antichi imperatori romani.
«Non c'è che dire», osservò la mamma, sempre sorridente «quella gualdrappa e quei finimenti sono bellissimi, ma per me hanno un gran difetto... il difetto, cioè, di essere troppo belli per un povero cavallino di legno. Avanti, Alberto! Ora tocca a te.»
«No, no», gridò il ragazzetto, turbandosi leggermente, «prima di me, tocca all'Ada.»

E l'Ada, senza farsi pregare, uscì dalla sala, e dopo poco rientrò tenendo a braccetto una bambola alta quanto lei, e vestita elegantemente, secondo l'ultimo figurino.

«Guarda, mamma, che belle scarpine da ballo!», disse l'Ada compiacendosi di mettere in mostra la graziosa calzatura della sua bambola.
«Quelle scarpine sono un amore!», replicò la mamma. «Peccato però che debbano calzare i piedi d'una bambina fatta di cenci e di stucco, e che non saprà mai ballare!»
«E ora, Alberto, vediamo un po' come tu hai speso le nove lire e mezzo, che hai trovate nel tuo salvadanaio.»
«Ecco... io volevo... ossia, avevo pensato di fare... ossia, credevo... ma poi ho creduto meglio... e così oramai l'affare è fatto e non se ne parli più.»
«Ma che cosa hai fatto?»
«Non ho fatto nulla.»
«Sicché avrai sempre in tasca i danari?»
«Ce li dovrei avere...»
«Li hai forse perduti?»
«No.»
«E, allora, come li hai tu spesi?»
«Non me ne ricordo più.»

In questo mentre si sentì bussare leggermente alla porta della sala, e una voce di fuori disse:

«È permesso?.»
«Avanti.»

Apertasi la porta, si presentò sulla soglia, indovinate chi! Si presentò la Rosa ortolana, che teneva per la mano un bimbetto tutto rivestito di panno ordinario, ma nuovo, con un berrettino di panno, nuovo anche quello, e in piedi un paio di stivaletti di pelle bianca da campagnolo.

«È tuo, Rosa, codesto bambino?», domandò la Contessa.
«Ora è lo stesso che sia mio, perché l'ho preso con me e gli voglio bene, come a un figliolo. Povera creatura! Finora ha patito la fame e il freddo. Ora il freddo non lo patisce più, perché ha trovato un angiolo di benefattore, che lo ha rivestito a sue spese da capo a piedi.»
«E chi è quest'angelo di benefattore?», chiese la Contessa.

L'ortolana si voltò verso Alberto, e guardandolo in viso e accennandolo alla sua mamma, disse tutta contenta:

«Eccolo là.»

Albertino diventò rosso come una ciliegia: poi rivolgendosi impermalito alla Rosa, cominciò a gridare:

«Chiacchierona! Eppure ti avevo detto di non raccontar nulla a nessuno!...».
«La scusi: che c'è forse da vergognarsi per aver fatto una bell'opera di carità come la sua?»
«Chiacchierona! chiacchierona! chiacchierona!», ripeté Alberto, arrabbiandosi sempre più; e tutto stizzito fuggì via dalla sala.

La sua mamma, che aveva capito ogni cosa, lo chiamò più volte: ma siccome Alberto non rispondeva, allora si alzò dalla poltrona e andò a cercarlo da per tutto. Trovatolo finalmente nascosto in guardaroba, lo abbracciò amorosamente, e invece di dargli a titolo di premio un bacio, gliene dette per lo meno più di cento. 💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓💗💓

lunedì 6 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Il sarto di Gloucester", di Beatrix Potter

 



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"Là fuori intanto la gente arrancava nella neve per recarsi al mercato, dove comprare oche e tacchini e il necessario per infornare i dolci di Natale. Ma per il povero sarto di Gloucester e per Simpkin non ci sarebbe stato nessun pranzo di Natale". 



sabato 4 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: Lo schiaccianoci e il re dei topi, di E. T. A. Hoffmann

 



Mi rivolgo direttamente a te, inclito lettore o ascoltatore – Fritz, Theodor, Ernst o comunque tu ti chiami – e ti prego di riportare agli occhi della tua memoria l’ultimo tavolo natalizio pieno di bei doni dai colori variopinti che tu riesca a ricordare, così riuscirai a immaginare come i bambini fossero rimasti immobili con gli occhi scintillanti di fronte a quello spettacolo e solo dopo qualche istante Marie con un gran sospiro avesse esclamato: “Ah che bello…che bello!” e Fritz accennò addirittura alcune capriole che gli riuscirono proprio bene. I bambini dovevano essere stati davvero buoni durante tutto l’anno perché non era mai stato regalato loro nulla di così bello e meraviglioso come questa volta. Il grande abete natalizio al centro della stanza era carico di mele d’oro e d’argento e dai rami spuntavano come fiori e gemme mandorle e confetti di ogni colore e tutte le possibili dolcezze. Ma la cosa più bella dell’albero era che nei suoi rami scuri scintillavano centinaia di luci simili a stelle ed esso stesso, illuminato all’interno e all’esterno, sembrava invitare affettuosamente i bambini a raccogliere i suoi fiori e i suoi frutti. Intorno all’albero tutto risplendeva meravigliosamente variopinto – quante meraviglie c’erano, chi sarebbe mai in grado di descriverle! – Marie scorse bambole graziosissime e ogni sorta di piccoli oggetti riprodotti alla perfezione e, cosa che era la più bella da ammirarsi, un vestitino di seta con nastri colorati collocato su un trespolo in modo che potesse essere ammirato da ogni parte dalla piccola Marie, che effettivamente lo fece, esclamando più volte: “Ah … che bel vestitino, caro, caro vestitino, e potrò indossarlo davvero!” Fritz intanto aveva già provato il nuovo sauro che aveva trovato legato al tavolo, galoppando e cavalcando tre o quattro volte in cerchio. Smontando dichiarò che si trattava proprio di un animale selvaggio, ma non importava, sarebbe riuscito a domarlo ed ispezionò i nuovi squadroni di ussari, con le splendide uniformi rosso e oro, le armi d’argento e che cavalcavano cavalli di un biancore tanto abbagliante da far pensare che fossero anch’essi d’argento. Dopo essersi calmati un po’ i bambini esaminarono i libri illustrati già aperti in modo da esibire ogni sorta di fiori bellissimi, personaggi variopinti, bambini intenti a giocare, dipinti con tale naturalezza da sembrare vivi e parlanti. Sì proprio così, i bambini stavano per mettersi a guardare quei meravigliosi libri quando si sentì una seconda scampanellata. Sapevano che era giunto il momento dei doni del padrino Drosselmeier e corsero verso il tavolo addossato alla parete. Rapidamente fu tolto il paravento che nascondeva la vista e cosa videro mai i bambini! Su un prato verde costellato di fiori variopinti sorgeva un magnifico castello con molte finestre di cristallo e torri dorate.

venerdì 3 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: "Piccole Donne", di Louisa May Alcott

 


— Buon Natale! Buon Natale mammina! Grazie tanto pei bei libretti ! Ne abbiamo già letto qualche pagina stamani e vogliamo leggerne un po’ tutte le mattine — gridarono in coro le quattro ragazze. 

— Buon Natale ragazze! Sono molto contenta che abbiate principiato subito e spero che continuerete! A proposito: ho da dirvi una cosa prima di cominciare la nostra colazione. A poca distanza da qui, abita una povera donna con sette bambini, uno dei quali di appena un mese. Gli altri sei stanno tutti rannicchiati su di un misero letto per ripararsi dal freddo. In quella povera casa non c’è una scintilla di fuoco, non vi è nulla da mangiare, e un’ora fa, il maggiore dei ragazzi è venuto qui a raccomandarsi, perché morivano di fame e di freddo. Volete voi dare la vostra colazione a questi poveretti ? 

Le quattro ragazze rimasero per un istante perplesse: avevano una gran fame, quella mattina, perché avevano aspettato oltre un’ora…. ma l’indecisione non durò che un istante e Jo gridò impetuosamente:

— O mamma, son tanto contenta che tu sia tornata prima che avessimo incominciato a mangiare! — 

giovedì 2 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento - Canto di Natale, di Charles Dickens

 



- Buon Natale, zio! Un allegro Natale! Dio vi benedica! - gridò una voce gioconda. Era la voce del nipote di Scrooge, piombato nel banco così d'improvviso che lo zio non lo aveva sentito venire.

- Eh via! - rispose Scrooge - sciocchezze! -

S'era così ben scaldato, a furia di correre nella nebbia e nel gelo, cotesto nipote di Scrooge, che pareva come affocato: aveva la faccia rubiconda e simpatica; gli lucevano gli occhi e fumava ancora il fiato.

- Come, zio, Natale una sciocchezza! - esclamò il nipote di Scrooge. - Voi non lo pensate di certo.

- Altro se lo penso! - ribatté Scrooge. - Un Natale allegro! O che motivo hai tu di stare allegro? Che diritto? Sei povero abbastanza, mi pare.

- Via, via - riprese il nipote ridendo. - Che diritto avete voi di essere triste? Che ragione avete di essere uggioso? Siete ricco abbastanza, mi pare. -

Scrooge, che non avea pel momento una risposta migliore, tornò al suo "Eh via! sciocchezze."





mercoledì 1 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento

 


'Twas the night before Christmas, when all thro' the house

Not a creature was stirring, not even a mouse;

The stockings were hung by the chimney with care,

In hopes that St. Nicholas soon would be there;

The children were nestled all snug in their beds,

While visions of sugar plums danc'd in their heads,

And Mama in her ‘kerchief, and I in my cap,

Had just settled our brains for a long winter's nap —

When out on the lawn there arose such a clatter,

I sprang from the bed to see what was the matter.

Away to the window I flew like a flash,

Tore open the shutters, and threw up the sash.

The moon on the breast of the new fallen snow,

Gave the lustre of mid-day to objects below;

When, what to my wondering eyes should appear,

But a minature sleigh, and eight tiny rein-deer,

With a little old driver, so lively and quick,

I knew in a moment it must be St. Nick.

More rapid than eagles his coursers they came,

And he whistled, and shouted, and call'd them by name:

"Now! Dasher, now! Dancer, now! Prancer and Vixen,

On! Comet, on! Cupid, on! Dunder and Blixem;

To the top of the porch! To the top of the wall!

Now dash away! Dash away! Dash away all!"

As dry leaves before the wild hurricane fly,

When they meet with an obstacle, mount to the sky;

So up to the house-top the coursers they flew,

With the sleigh full of toys — and St. Nicholas too:

And then in a twinkling, I heard on the roof

The prancing and pawing of each little hoof.

As I drew in my head, and was turning around,

Down the chimney St. Nicholas came with a bound:

He was dress'd all in fur, from his head to his foot,

And his clothes were all tarnish'd with ashes and soot;

A bundle of toys was flung on his back,

And he look'd like a peddler just opening his pack:

His eyes — how they twinkled! His dimples: how merry,

His cheeks were like roses, his nose like a cherry;

His droll little mouth was drawn up like a bow,

And the beard of his chin was as white as the snow;

The stump of a pipe he held tight in his teeth,

And the smoke it encircled his head like a wreath.

He had a broad face, and a little round belly

That shook when he laugh'd, like a bowl full of jelly:

He was chubby and plump, a right jolly old elf, 

And I laugh'd when I saw him in spite of myself;

A wink of his eye and a twist of his head

Soon gave me to know I had nothing to dread.

He spoke not a word, but went straight to his work,

And fill'd all the stockings; then turn'd with a jerk,

And laying his finger aside of his nose

And giving a nod, up the chimney he rose.

He sprung to his sleigh, to his team gave a whistle,

And away they all flew, like the down of a thistle:

But I heard him exclaim, ere he drove out of sight —

"Happy Christmas to all, and to all a good night".

Clemence Clarke Moore