Tutto da cambiare, Tonino!

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giovedì 31 marzo 2022

Pane, economia e Manzoni

Ieri, tornando dal lavoro, mi sono fermata al forno vicino a casa, perché mi sono ricordata che non avevo nemmeno un briciolo di pane. Dando uno sguardo al pane rimasto sugli scaffali, mi è saltato all’occhio qualcosa di strano: tutti i tipi costavano cinque euro al chilo! Dove era finita l’abboccatura di forno a tre euro? Ormai ero lì e avevo fretta: l’ho comprato lo stesso, malgrado il prezzo. Stasera però ho allungato un po’ la strada e mi sono fermata al supermercato: 1,80 al chilo. Ora, non mi aspetto di pagare la stessa cifra al supermercato e al panificio. Se posso, cerco di comprare anche nei negozi e al mercato, perché penso che anche le realtà più piccole siano importanti, però cinque euro al chilo mi sembrano eccessivi. Ultimamente è rincarato tutto, a cominciare dalla benzina. Per ogni rincaro la colpa è della guerra. Sicuramente il conflitto incide, ma oltre alle congiunture economiche, politiche e sociali, non ci sarà pure qualcuno che specula? Chi può illuminarci? Davvero il pane è diventato così caro per il costo delle materie prime e dei costi di produzione?

A proposito di pane: mi torna in mente il capitolo XII dei Promessi Sposi! Magari il buon vecchio Manzoni, con la sua descrizione oggettiva delle cause del tumulto di San Martino, potrebbe aiutarci a riflettere sulla nostra situazione attuale. Chissà di non trovare delle analogie fra i nostri giorni e quel lontano 1628 … 


 Costui (il gran cancelliere Antonio Ferrer) vide, e chi non l’avrebbe veduto, che l’essere il pane a un prezzo giusto, è per sé una cosa molto desiderabile; e pensò, e qui fu lo sbaglio, che un suo ordine potesse bastare a produrla. Fissò la meta del pane al prezzo che sarebbe stato il giusto, se il grano si fosse comunemente venduto a trentatré lire il moggio: e si vendeva fino ad ottanta.

(Alessandro Manzoni, "I promessi sposi")


domenica 27 marzo 2022

Corso primaverile di scrittura - Nona puntata: le leggende

Provare a scrivere una leggenda può essere un buon modo per saperne di più sul vostro territorio. 

Studiate dei fatti storici avvenuti (il tempo di solito è un passato lontano) e partite da uno di quelli per inventare la vostra storia: la leggenda tratta, infatti, di narrazioni di vicende fantastiche, che si riferiscono a personaggi o fatti realmente accaduti. 

I protagonisti possono essere persone comuni, ma anche animali. 

Anche in questo tipo di narrazione lo schema è: inizio, sviluppo e conclusione.

Potrebbe essere divertente fare questo esercizio in gruppo (la vostra classe o i vostri amici): di fatto le leggende sono storie che si formano col tempo, si tramandano oralmente e via via ognuno aggiunge qualche particolare. Potreste quindi seguire due strade: dopo aver deciso il fatto storico da cui partire, potreste scrivere la storia “a staffetta”: qualcuno scrive l’inizio, un altro lo sviluppo e un altro la conclusione. Oppure un gruppo potrebbe scrivere l’intera storia e poi passare la prima bozza al secondo gruppo, che potrebbe limitarsi ad aggiungere degli elementi, oppure stravolgere completamente la storia, cambiando ad esempio il finale. 

A volte le leggende fanno nascere delle tradizioni: quale è una tradizione della vostra terra nata da una leggenda? 



Sapevate che dalla leggenda cinese che racconta la storia d’amore fra la principessa Orihime e il mandriano Kengyuu è nata una festa tradizionale giapponese chiamata Tanabata? Quando la leggenda arrivò in Giappone, si sovrappose a un rito shintoista di purificazione e nacque la festa tradizionale del Tanabata. Se siete curiosi, cercate la leggenda su internet: è molto romantica!

Quando siete in vacanza, non perdete l'occasione di leggere le leggende del posto che state visitando. Spesso in montagna ci sono vari sentieri o parchi dedicati alle leggende: non si è mai troppo grandi per immergersi nelle storie! 

Qualche idea:
Sentiero delle leggende di Fanes a San Vigilio
Parco delle leggende a Cesuna 
Sentiero delle leggende di Trodena
Sentiero delle leggende di San Lorenzo di Sebato
e molti altri ancora!

Quale è la leggenda che preferite? Conoscete un sentiero o un parco a tema sulle leggende? 

giovedì 24 marzo 2022

A passeggio con Dante

 Venerdì 25 marzo due passeggiate straordinarie a cura dell'Ufficio Patrimonio Mondiale del Comune di Firenze e dell'associazione Muse



In programma venerdì 25 marzo, alle 15 e alle 16.30, le passeggiate valorizzano il legame fra il sommo poeta e Firenze, qui nato e vissuto fino all'esilio. I percorsi intrecciano così evidenze architettoniche e tracce documentarie per evocare impianto e vita quotidiana della città sul finire del Duecento, traendo  spunto altresì dalle numerose targhe disseminate tra vie e palazzi a inizio Novecento: esse infatti omaggiano Dante riportando alcune terzine della Divina Commedia riferite ai luoghi cittadini in cui sono collocate e si pongono come vere e proprie “poesie murali” che esplicitano in forma evidente il rapporto fra l’Alighieri e la sua città.

Le passeggiate si presentano così come occasioni preziose en plein air per delineare i tratti salienti del contesto storico, urbanistico e politico in cui il poeta visse e restituirne la dimensione di vita quotidiana, permettendo nel contempo di apprezzare il centro storico Patrimonio Mondiale secondo una prospettiva assolutamente peculiare. L’itinerario prende il via dal primo cortile di Palazzo Vecchio, dove si trovano ben tre targhe dantesche, per delineare i tratti salienti dell’impegno politico di Dante, che culminerà nel Priorato dell’estate 1300, proprio mentre questo edificio era in costruzione, per proseguire fra le strette vie intorno alla casa di Dante e ai suoi luoghi, dalla Torre della Castagna a Casa Donati, dalla Badia fiorentina fino al “bel San Giovanni” dove era stato battezzato e dove sognava di tornare incoronato poeta: “ed in sul fonte del mio battesimo prenderò ‘l cappello” (Paradiso, XXV, 9).

La partecipazione è gratuita, la prenotazione è obbligatoria: info@musefirenze.it  per giovani e adulti dal centro cittadino (avvio in Palazzo Vecchio)

mercoledì 16 marzo 2022

Corso invernale di scrittura - Settima puntata: i miti

 

Oggi proveremo a lavorare sui miti, quelle narrazioni fantastiche che un tempo erano tramandate a voce con lo scopo di spiegare, spesso attraverso le imprese di eroi, i fenomeni naturali o l’origine dell’universo. Non avendo sufficienti conoscenze scientifiche, gli antichi facevano compiere a divinità ed eroi imprese straordinarie per giustificare alcuni fenomeni.

Anche per questo tipo di narrazione userete lo schema: inizio, sviluppo e conclusione.

Per prima cosa dovete decidere cosa spiega il mito che volete raccontare. Magari leggetene qualcuno su internet o sui libri: la biblioteca di quartiere sarà, come al solito, un valido aiuto. Ovviamente non dovrete scopiazzare: leggete solo per acquisire un po’ di stile di scrittura adatta ai miti.

Non dovete per forza scrivere un mito serio: perché non provate a inventare un mito umoristico?

Delineate il vostro eroe (quali caratteristiche ha? Chi gli ha dato i poteri di cui si avvale? Ha sviluppato i suoi poteri da solo?) e il popolo a cui fa riferimento il vostro mito (a seconda del luogo, potrebbero venirvi in mente storie molto diverse: i nativi americani ad esempio vi ispireranno storie differenti dagli abitanti dell’India. Se scriverete un mito greco userete personaggi diversi da un mito delle popolazioni preistoriche, ecc.). Non dimenticate di donare al vostro eroe anche qualche difetto: ad esempio potrebbe essere tracotante o vanitoso. Cercate di attribuire anche degli epiteti ai personaggi (esempi di epiteti sono: Olaf il Rosso, Isabella la Lupa di Francia, Filippo il Bello, Atena dagli occhi lampeggianti, ecc.)

Usate un linguaggio semplice e presentate i fatti senza esprimere giudizi: il lettore (o chi vi ascolterà, se deciderete di narrare la vostra storia come se foste degli aedi!) saprà trarre le sue conclusioni da solo.

I miti di solito sono brevi, non servono descrizioni accurate degli ambienti: ciò che interessa è la storia, la spiegazione del fenomeno o di un’usanza.  

Desco da parto con il giudizio di Paride, 1430 circa, Museo del Bargello, Firenze


Ah, dimenticavo! Felice scrittura! Divertitevi!