Tutto da cambiare, Tonino!

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Tonino è cresciuto ed è a spasso nella rete! Se vuoi puoi seguirlo su Blook Intrecci nella rete. Leggi tutto il libro gratis a puntate! Qui trovi il primo capitolo: https://blookintreccinellarete.blogspot.com/2015/06/antonio-punto-e-capo-primo-capitolo-due.html

martedì 27 dicembre 2022

Un salto in cucina: crema di fagioli cannellini e aringa marinata

Ricette, libri, scrittura si possono mettere nello stesso blog? Io dico di sì. Le ricette raccontano sempre delle storie, sia che si tratti di piatti nuovi mai sperimentati, sia che si tratti delle vecchie ricette di famiglia che si tramandano fra generazioni. 

Questo Natale abbiamo fatto una bella tavolata e ognuno di noi ha portato qualcosa. Io sono stata incaricata di preparare gli antipasti. Oltre agli immancabili crostini toscani di fegatini, ho voluto creare qualcosa di nuovo, ed ecco qui la mia ricettina di Natale. Vi va di sperimentarla, magari per il cenone di fine anno?


Crostini con crema di fagioli cannellini e aringa marinata

Ingredienti

Fagioli cannellini già lessati circa 230 grammi 

1 spicchio di aglio

olio di oliva

sale 

brodo vegetale

1 rametto di rosmarino

3 o 4 foglie di salvia

aringa affumicata

1 carota

1 cipolla

1 gambo di sedano

Preparazione

Fate un battuto di aglio, rosmarino e salvia. Mettete il trito in padella con 1 cucchiaio di olio di oliva e dopo pochissimo aggiungete i fagioli cannellini già lessati (ricordate di sciacquarli prima!). 

Salate lievemente e lasciate cuocere i fagioli una decina di minuti, aggiungendo del brodo vegetale (io ho usato il brodo granulare) e un pochino di concentrato di pomodoro.

Trasferite poi il tutto in un contenitore alto e stretto e frullate con un frullatore a immersione. Aggiungete il brodo vegetale se la crema dovesse risultare troppo densa. Quando avrete raggiunto la giusta consistenza, aggiungete un po' di olio nuovo e mescolate.   

La crema di fagioli cannellini è pronta per essere spalmata sul pane: avrete così dei crostini deliziosi! 

L'idea in più: potete aggiungere sui crostini di cannellini un pezzettino di filetto di aringa affumicata marinata con delle verdure tritate (carote, cipolle, sedano). Ho usato i filetti di aringa sotto vuoto, senza lische e senza pelle. Ho preso un barattolo di vetro con tappo (riciclando un barattolo di marmellata: il vetro è il materiale più sano ed ecologico e può essere riciclato all'infinito) e ho fatto degli strati di trito di verdure e pezzetti di aringa, ricoprendo poi tutto con olio di oliva. Tappate e mettete in frigo. Ricordate di preparare le aringhe marinate il giorno prima, per farle insaporire. 

Provate questi crostini facili e veloci e fatemi sapere se vi sono piaciuti! 

domenica 25 dicembre 2022

Per augurarvi buon Natale ho scelto una poesia di Elli Michler

 Ti auguro tempo di Elli Michler

Non ti auguro un dono qualsiasi,
ti auguro soltanto quello che i più non hanno.

Ti auguro tempo, per divertirti e per ridere;
Ti auguro tempo, per il tuo fare e il tuo pensare,
non solo per te stesso, ma anche per donarlo agli altri.
Ti auguro tempo, non per affrettarti a correre,
ma tempo per essere contento.
Ti auguro tempo, non soltanto per trascorrerlo,
ti auguro tempo perché te ne resti:
tempo per stupirti e tempo per fidarti e non soltanto per guardarlo sull’orologio.
Ti auguro tempo per guardare le stelle
e tempo per crescere, per maturare.
Ti auguro tempo per sperare nuovamente e per amare.
Ti auguro tempo per trovare te stesso,
per vivere ogni tuo giorno, ogni tua ora come un dono.


The singing butler, di Jack Vettriano

Un grammo di tempo è un grammo d'oro: custoditelo gelosamente, apprezzatene la natura fugace. L'oro posto nel luogo sbagliato si trova facilmente, il tempo speso nel modo sbagliato è perso per sempre. 

Loy Ching-Yuen


giovedì 22 dicembre 2022

24 Dicembre, Calendario letterario dell'Avvento: "L'ospite della vigilia", di Erri De Luca


"Se in quella notte di Natale veniva a terra questa nebbia, perdeva la strada pure la stella cometa. Ma ci sono notti prescritte e devono capitare proprio a quel modo, limpide e pizzicate dal ghiaccio di una stella. 

Bofonchiavo così mentre mi apparecchiavo il posto a tavola. 


Fuori s'era zittito il mondo. Non veniva nessun suono di motore dalla statale. Ho messo le castagne sulla brace, ho tagliato una cipolla grossa in cima al ciuffo, l'ho svuotata e all'interno ci ho messo un uovo, l'ultimo. Ho coperto il pezzo tagliato e l'ho messa nel camino, circondata dalla brace. Ne esce una specialità. Era Natale anche per me."

L'ospite della vigilia, di Erri De Luca

Dipinto di Livio Rosignano

23 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento - Fiaba per il Natale, di Louise Andreas von Salomé

 

E voi? Avete mai visto Babbo Natale?

"Con le mie brave candele in tasca stavo uscendo dalla città e cominciavo a risalirmene verso casa, perché volevo tornare costeggiando i boschi della collina. Dopo alcune limpide giornate di sole, subito dopo mezzogiorno il cielo si era fatto nuvoloso, e tirava vento, accompagnato da qualche spruzzatina di fine pioggerella. Non mi stupii per nulla, quindi, al vedere un uomo con il cappuccio calato fin quasi sugli occhi. Era un vecchio di alta statura, con una folta chioma bianca e candide sopracciglia cespugliose; in mano teneva un bastone nodoso e sulle spalle una sacca verde poggiata sul mantello grigio a pieghe, dalle tasche rigonfie e ben vistose.

Mi meravigliai invece perché l’uomo con il cappuccio pareva seduto, a poca distanza da me, su una panca, proprio in un posto dove non riuscivo a ricordare di averne mai veduta una. Continuando a procedere non tardai a rendermi conto, con stupore inorridito, che di panche non v’era neanche l’ombra. Che quell’uomo, con tutto il suo pesante bagaglio, sedesse per aria?! Eppure sedeva in modo così stabile, e si appoggiava così comodamente (doveva addirittura essere una panca dotata di spalliera e per giunta imbottita), proprio come uno che si stesse riposando perfettamente a suo agio.

Tentai di sgattaiolare via passandogli dinanzi il più in fretta possibile, perché, francamente, mi mancava il respiro dal turbamento e dal raccapriccio. Ma poi pensai che la cosa peggiore è lasciarci alle spalle ciò che ci turba e preferii perciò voltarmi ancora una volta verso di lui. Dato però che ora dovevo per forza rendergli qualche spiegazione sul mio comportamento, profferii con voce tremante: “Scusi tanto, ma … lì dove Lei siede non vedo nessuna panca!”

Lui rise un poco, non tanto forte, solo tra sé e sé, ma abbastanza da scuotere le spalle. “È vero, non c’è – rispose affabilmente – o perlomeno non Le consiglierei di sedercisi, cara signora. Ma non crede che un povero Babbo Natale con tutte le sue letterine di desideri finirebbe stremato se non avesse neppure il potere di esaudire per se stesso un desiderio così piccino, come quello di procurarsi una panca quando è stanco? Sono preposto a questo incarico soltanto perché so come si fa… perché, come si dice, sono del mestiere.”

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"Intanto eravamo giunti al margine del bosco, segnato dalle grandi cavità sabbiose, dove dovevo svoltare, per tornare a casa. Chi poteva sapere dove abitasse quel vecchio? Dappertutto? Da nessuna parte? Neppure lui pareva intenzionato a proseguire; si sedette invece su una sporgenza della frana e depose il pesante sacco.

Curiosa e impertinente vi allungai la mano, ma mi spaventai non appena tentai di sollevarlo. Non si poteva dire solo pesante, no, era quasi come il macigno su cui era posato, come fuso con esso, impossibile da sollevare per forze umane. Fui colta allora da grande compassione per il vecchio: “Posso ben immaginare che queste giornate natalizie siano per Lei molto stancanti e faticose – esordii. – Posso anche immaginare che a volte La colga improvviso il desiderio di esser messo a riposo. E dato che Lei, come mi diceva poco fa sulla panca d’aria, è in grado di esaudire i Suoi desideri… allora capisco pure perché mai Lei sostenga che fra poco dovremo cavarcela anche senza un Babbo Natale in sovrappiù… Ma in fondo, caro e buon Babbo Natale, per Lei si tratta poi soltanto di poche moleste giornate di superlavoro all’anno!”

Mentre sedeva ripiegato su se stesso, fra le nubi che galoppavano nel vento, il vecchio si era calato il cappuccio sul viso. Così seduto, d’improvviso mi parve stranamente ingobbito.

“Ma guarda che sciocchina mi doveva capitare! – andava intanto bofonchiando. – Come se fossero importanti soltanto i vostri quattro giorni! E poi quanti desideri esistono anche solo nel vostro mondo umano, e non in quello soltanto! E quanti non ne esprimono ancora i vispi piccolini tra gli animali che se ne vogliono rallegrare senza bisogno di nessun Natale! Per non parlare infine di qualsiasi pianticella! Non immagini quanto ci sia da fare in ogni minuto, anche solo per raccogliere le liste dei desideri…”

Egli si limitava a borbottare a bassa voce, tanto che non riuscivo più a intendere le sue parole che, stranamente, si confondevano con il soffiare del vento. O invece non poteva darsi che egli non dicesse più nulla alla fine, e che io non udissi altro che la voce del vento che mi sibilava agli orecchi…?

Certo, in realtà lui se ne restava lì a sedere, tutto raggomitolato per il riso trattenuto, e dato che ora rideva per canzonarmi, siccome non voleva che me ne accorgessi per non essere scortese, si curvava sempre di più su se stesso, l’affabile Babbo Natale. Di tanto in tanto scorreva in cielo una nube, la quale, nella luce incerta, mi rapiva il profilo del suo corpo più di quanto non mi sembrasse ragionevole, finché, nella cavità sabbiosa, egli assunse l’aspetto di un grigio spuntone di roccia sullo sfondo giallastro.

Intanto però incominciai a sentirmi sempre più raggiante e felice, al punto che mi sedetti accanto a lui, protesi la mano verso il suo mantello a pieghe e… toccai la pietra. Il vecchio era scomparso, e al suo posto era rimasta solo la roccia su cui era seduto. Il sacco c’era ancora. Di color verde, come poc’anzi, e altrettanto morbido al tatto. Il suo contenuto però era stato inghiottito dalla sabbia e non rimanevano che poche macchie grigioverdi di muschio a ricoprire un piccolo rialzo.

Io comunque non mi rendevo affatto conto che il mio vecchio così interessante si era dileguato dopo essersi tramutato in roccia. Mi sentivo talmente felice e piena di giubilo che avrei quasi continuato a riderci sopra, come se egli avesse improvvisato un’allegra mascherata.

Ad ogni modo, proprio questa grande felicità era il dono che lui mi aveva lasciato. Ed ecco ora spuntare perfino un raggio di sole, come se il nostro astro avesse voluto aiutarmi a scoprire quel che mi rimaneva di lui, che si era nascosto in qualche angolino. Là, dietro gli abeti un tordo iniziò a fischiare, come succede ai primi accenni di primavera; forse era stato ingannato dai tiepidi raggi di sole… o forse gli era comparso dinanzi Babbo Natale, e quelli erano i suoi conversari con lui? Perché lui si dava da fare anche tra i tordi, annotandosi i loro desideri. Uno scoiattolo color di ruggine diede, come un funambolo, la scalata a un ramo d’abete e, sventagliando la sua folta codona, si arrampicò fin sulla cima. Lassù stavano appese già delle pigne che la fitta cortina di aghi non lasciava prima intravedere, e che ora, accarezzate dal sole, luccicavano come pigne natalizie.

E d’un tratto io riuscii meglio a capire il mio Babbo Natale… come se egli mi ammiccasse dall’alto, anzi: da ogni luogo! Compresi che egli è solo un nome che serve a indicare tutto quanto v’è di piacevole nella vita, tutte le cose gradevoli che capitano in noi o di cui noi possiamo essere ovunque gli artefici. Pressappoco come le cicogne-porta-bambini rappresentano dei semplici nomi per indicare il meraviglioso evento che si attua in virtù di una mamma. Naturalmente quando i bambini desiderano qualcosa di totalmente irrealizzabile – sia perché al di là della loro portata, sia perché i loro desideri sono troppo pretenziosi – è facile che essi pensino che soltanto un portentoso Babbo Natale potrebbe mettere le cose a posto, e si aspettino di vederlo comparire con tutto il suo bravo armamentario di barba, cappuccio e sacco dei doni. Se invece non solo la mensa natalizia è provvida di doni, ma ogni giorno reca con sé copiose soddisfazioni, allora Babbo Natale non si farà più vedere, perché le sue ordinazioni vanno avanti assolutamente da sole.

Ed ora scommetto anche che indovinerete, senza tema di errori, dove stia di casa il vero Babbo Natale, nonostante che sulla guida telefonica il suo indirizzo sia registrato presso l’Ufficio postale di Charlottenburg. Avrete certo capito com’egli abbia dovuto rendersi invisibile a poco a poco, dissolvendosi completamente in ogni cosa bella e gentile, e come sia pur sempre a voi vicinissimo, non solo un giorno all’anno, ma anche in ogni giorno della settimana, perché egli si cela in tutto ciò che succede sotto gli occhi di mamma e papà.

Adesso mi domanderete come sia potuto capitare allora che proprio io abbia incontrato Babbo Natale. Devo dirvelo sul serio? Beh, sarò sincera. Ecco, mentre me ne uscivo dalla città e incominciavo a risalire verso casa mia sotto un vento pungente, avevo anch’io un desiderio grande grande. E si trattava anche di un desiderio irrealizzabile, come quelli dei bambini poveri davanti alle bancarelle natalizie: desideravo trovarmi con voi.

Babbo Natale, che sa quasi tutto, lo è certo venuto a sapere. Per questo si sedette, proprio davanti al mio naso, sulla panca d’aria, in modo che non potessi fare a meno di riconoscerlo. Esaudire il mio desiderio non poteva, perché non sono più una bambina. Ma alla fine, quando si trasformò in uno spuntone di roccia, per lasciare dietro di sé qualcosa ancora, oltre alla sabbia e al muschio, mi ha regalato questa storia per voi. Quando fui tornata a casa, difatti, me la ritrovai in tasca insieme alle candeline per l’albero."

Fiaba per il Natale, di Louise Andreas von Salomé

22 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento - Caro vecchio Natale, di Washington Irving

Gerrit van Honthorst (Gherardo delle Notti): Adorazione del Bambino 1619-1620. Galleria degli Uffizi, Firenze


CARO VECCHIO NATALE

Possibile che il caro vecchio Natale dei vecchi tempi sia scomparso? Possibile che siano rimasti solo i capelli della sua bella testa canuta e i fili della sua barba? Ebbene, in mancanza d'altro mi accontenterò di quelli.

Ed è una bella cosa, anch'essa tramandata dai vecchi tempi, che questa solennità, che celebra l'annuncio del credo della pace e dell'amore, sia stata eletta momento dedicato ai raduni familiari e al ricongiungimento di quei gruppi di spiriti affini che le angustie, i piaceri e i dolori del mondo congiurano di continuo per tenere separati; al richiamo dei figli che la vita ha portato lontano, ognuno andato per la propria strada, per riunirsi ancora una volta intorno al focolare paterno, luogo in cui convergono gli affetti, e lì tornare di nuovo giovani e devoti tra i dolci ricordi d'infanzia.

Ma è anche un qualcosa della stagione stessa a dare fascino alla festività del Natale. In altri momenti deriviamo i nostri piaceri dalle mere bellezze della natura. I nostri sentimenti si diffondono e disperdono nel paesaggio soleggiato, e noi viviamo all'aperto e ovunque. Ma nel pieno dell'inverno, quando a natura è spoglia di ogni fascino e ammantata di neve, per le nostre gratificazioni ci affidiamo a fonti morali. La tetraggine e la desolazione del paesaggio, le giornate brevi e cupe e le notti buie circoscrivono i nostri vagabondaggi e spengono in noi il desiderio di passeggiare all'aperto, rendendoci più predisposti ai piaceri della cerchia sociale. 

Caro vecchio Natale, di Washington Irving

mercoledì 21 dicembre 2022

Permettete una domanda sul bonus cultura e sui rimborsi spese dei deputati?

Ho letto che i deputati beneficeranno di un rimborso spese per l’acquisto di beni informatici (tablet, smartphone, auricolari e computer) per un valore di 5.500 euro. Più del doppio rispetto al 2018, quando comunque, per usufruire del rimborso, era previsto l’obbligo di partecipare ad almeno il 50% delle sedute in aula o a presentare una certa percentuale delle proposte di legge in formato elettronico. 

Mi sorge spontanea una domanda: i parlamentari hanno bisogno del bonus per acquistare tablet e smartphone? 

Sempre nello stesso periodo si parla di rimodulare il bonus cultura per i giovani, spendibile in libri, concerti, musica, cinema, teatro, musei, corsi di lingua. La notizia di oggi è che sarà legata all’Isee del nucleo familiare e al voto preso alla maturità (bisogna diplomarsi con 100 per averne diritto). 

Credo che quel bonus fosse un bel regalo di compleanno che lo Stato faceva ai giovani al compimento della maggiore età, a coloro che saranno i pilastri della società di domani. Era un gesto di benvenuto nell’età adulta che consegnava ai ragazzi una somma da “amministrare” e destinare alla loro formazione culturale senza dover ricorrere al portafoglio dei genitori (non avete mai sentito nessuno che critica i ragazzi perché non si rendono autonomi dalla famiglia di origine?!).

Mi vengono in mente queste domande, che provo a condividere con voi, per punti: 

Il fatto che il nucleo familiare abbia ampie disponibilità economiche ci rassicura sul fatto che i ragazzi sceglieranno di spendere i soldi dei genitori in attività e beni culturali?

Il voto, come sappiamo tutti, è frutto di una valutazione soggettiva e non definisce il valore di una persona. E, in ogni caso, perché si penalizzano gli studenti che fanno più fatica a prendere voti alti? 

Perché un diciottenne che non prende il diploma (per mille motivi, non importa quali siano) non dovrebbe avere la possibilità di avere un incentivo per poter acquistare prodotti culturali?

Questi soldi risparmiati, a cosa saranno destinati?

È giusto legare il bonus cultura all’Isee del nucleo familiare e concedere invece il bonus ai deputati per l’acquisto di beni informatici?


21 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento - Un antico canto di Natale

Dipinto del pittore ligure Marino Di Fazio


IL NATALE

Ai tempi si vedevano 

a Natale in ogni sala

vivaci fuochi contro il gelo

e carne per grandi e piccini.

Di cuore si invitavano i vicini

per tutti un caldo benvenuto

dal cancello nessun povero scacciato

quando ancora non ero vecchio e canuto.

Antico canto di Natale


martedì 20 dicembre 2022

20 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento - Che pasticcio, Mr. Alce! di Andreas Steinhofel


La sera della terza domenica di dicembre Mr. Alce precipitò nella nostra casa di Finkenwaldweg. 

Durante il periodo dell'Avvento ci piace suonare insieme i canti natalizi, e per questo eravamo tutti riuniti in salotto: Kiki seduta al pianoforte, la mamma con il flauto, e io, addetto al canto. Ho, infatti, una bellissima voce bianca.

Nell'aria c'era un gran profumo di bucce d'arancia, che la mamma aveva sistemato sui termosifoni accesi. La luce calda delle candele si rifletteva sui vetri delle finestre, mentre fuori, grossi fiocchi di neve si posavano a terra soffici e leggeri. Dentro di me sentivo crescere tutta l'attesa del Natale. 

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lunedì 19 dicembre 2022

19 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento - "L'arancia di Natale", di Biagio Effe

 

Il Natale si avvicina e nell’aria c’è l’euforia dei preparativi e degli ultimi acquisti. Ma una vecchina, al supermercato, compra solo un’arancia. Leo e Tina, arrivati da poco in città, sono molto incuriositi. Perché quella donna ha comprato solo un’arancia? Nevica il giorno di Natale: l’occasione per vedere le cose in modo diverso. All’improvviso scoprono che la signora abita nel loro stesso palazzo. Cosa prepareranno per il pranzo di Natale? Un’originale e poetica storia di Natale.

                                                    🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄🎄

"La mattina di Natale fuori è ricoperto di bianco: ha nevicato tutta la notte.
– Facciamo le palle di neve, – dice Leo, appena sveglio. 
– No, io voglio fare il pupazzo, – dice Tina correndo dai genitori. 
– Mamma, papà: è Natale, è Natale. C’è la neve. Andiamo a giocare? 
I genitori non sono convinti. Si sta così bene sotto le coperte.
La città ancora dorme la mattina di Natale. In cortile ci sono solo loro quattro.
Mentre giocano Leo guarda verso l’alto e inizia a gridare. 
– Lassù, lassù, lassù! 
All’ultimo piano del loro condominio, affacciata alla finestra, c’è la vecchina del supermercato che li guarda e sembra sorridere."   


domenica 18 dicembre 2022

18 Dicembre . Calendario letterario dell'Avvento: "Un milione di Babbi Natale", di Hiroko Motai


"Tanto tempo fa, in tutto il mondo esisteva un solo Babbo Natale. Sulla Terra, infatti, vivevano pochissime persone. E siccome c'erano anche pochissimi bambini, durante la notte della viglia Babbo Natale riusciva a portare un regalo a ciascuno di loro. 

Tutti lo accoglievano in casa con un sorriso. 

Ma poco a poco, il numero delle persone cominciò a crescere. E così anche il numero dei bambini. Per Babbo Natale diventò sempre più difficile consegnare tutti i regali in una sola notte. Ogni tanto doveva fermarsi a far riposare le renne, e il suo sacco era sempre più pesante.

Allora Babbo Natale chiese a Dio: "Dio, per favore, fammi diventare due babbi Natale".

E Dio esaudì il suo desiderio. Così, Babbo Natale diventò due Babbi Natale."  

sabato 17 dicembre 2022

17 Dicembre, Calendario letterario dell'Avvento: "Esprimi un desiderio" di Cristoph Niemann

 



Due pagine del libro "Esprimi un desiderio"

Potevamo farci mancare un silent book? No davvero! Credetemi, sarà bellissimo leggere un silent book in compagnia dei vostri figli o di chi amate. Uno dei regali più belli che riceverete saranno quei momenti in cui vi scambierete le vostre idee, riderete, vi commuoverete, ascolterete le diverse chiavi di lettura degli altri. Questo è un silent book ottimo per Natale: cosa ci sarà in quel pacco che la bambina sta per scartare? Oh, quanta trepidazione, curiosità e impazienza sul suo faccino! 

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venerdì 16 dicembre 2022

16 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento: "Buon Natale cane puzzone!", di Colas Gutman


"Trovare una casa accogliente per due povere bestiole la sera del 24 dicembre è come cercare un diamante nell'immondizia. Tuttavia, un cartello dà un po' di speranza a Cane Puzzone.

                                   FAMIGLIA NATALE 

                             Da noi è Natale tutti i giorni

Cane Puzzone prende il coraggio a due zampe e gratta sulla porta. 

Una bambina risponde: "Mio padre non c'è e mia madre è uscita!"

Ma Spiaccigatto insiste: "Non aver paura, bambina, noi non siamo delle bestie ..."

"Siamo solo un cane puzzone e un gatto spiaccicato" prosegue Cane Puzzone.

"Dove sono i vostri padroni?"

"Non ne abbiamo" risponde Spiaccigatto.

"Entrate" dice la bambina "Dalla famiglia Natale è Natale tutti i giorni!"

"Evviva!" esulta Cane Puzzone

"Urrà!" grida Spiaccigatto.

Ma appena entrati, la bambina esclama: "Oh, in che stato siete ridotti! Però cascate a fagiolo, non avevo un regalo per il mio fratellino!".

Cane Puzzone non crede alle sue pulci. Diventerà il regalo di un bambino. Nemmeno nei suoi sogni più folli si sarebbe mai immaginato una fortuna del genere." 

                                           

giovedì 15 dicembre 2022

15 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento: "Il mistero più grande per Morse", di Colin Dexter

Foto di Ben Kirby da pexels.com

Aveva bussato timidamente all'appartamento di Morse a North Oxford. Pochi erano stati ammessi in quelle stanze assiepate di libri e invase dalla musica di Wagner,e perfino lui - il sergente Lewis - non si era mai sentito un ospite particolarmente gradito. Nemmeno sotto le feste di Natale. Non che il clima fosse particolarmente in sintonia con il periodo dei buoni propositi, quando Morse fece cenno a Lewis di entrare e concluse una stizzosa conversazione con il direttore di banca. 

"Senta! Se lascio poche centinaia di sterline sul conto corrente, è solo affar mio! Non pretendo nemmeno gli interessi! Tutto quello che chiedo è che non mi addebitiate quelle maledette spese bancarie quando mi capita di finire in rosso!"

Morse sbattè giù il ricevitore e rimase seduto in silenzio.

"Non sembra che abbia assorbito molto lo spirito del Natale" azzardò Lewis.

"Il Natale non mi piace. Mai piaciuto ..."

"Rimarrà a Oxford, signore?"

"Mi metterò a decorare."

"Decorare cosa ... la torta di Natale?"

"Decorare la cucina. La torta di Natale non mi piace. Mai piaciuta ..."

"Dal tono, somiglia sempre più al vecchio Scrooge, signore."

"E leggerò un romanzo di Dickens. Come faccio sempre, sotto Natale. O meglio, ri-leggerò."  

"Se fossi solo agli inizi con Dickens, da quale ...?"

"Direi dal primo Casa desolata, secondo La piccola Dorrit ..."

Squillò il telefono e dalla centrale la segretaria di Morse lo informò che aveva vinto un buono da cinquanta sterline alla pesca di beneficenza della polizia. Stavolta, Morse depose la cornetta con molta più delicatezza.

Il mistero più grande per Morse, di Colin Dexter

mercoledì 14 dicembre 2022

14 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento: "Winter time" di Robert Louis Stevenson

Photo by Norman Tsui on Unsplash

Tardi giace il sole invernale a letto: una testa gelida e infuocata e sonnolenta lampeggia un'ora o due e poi un'arancia rosso sangue tramonta di nuovo. Prima che le stelle abbiano lasciato i cieli, mi alzo al mattino, al buio, e  tremando nella mia nudità, con la candela fredda, faccio il bagno e mi vesto. Mi siedo vicino al fuoco allegro, per riscaldare un po' le mie ossa congelate o, con una slitta trainata da renne, esploro i paesi più freddi dietro la porta. Quando esco, la mia bambinaia mi avvolge nel mio piumone e mi mette il berretto. Il vento freddo mi brucia il viso e soffia il suo pepe gelido sul mio naso. Neri sono i miei passi sulla zolla erbosa d'argento, il mio alito gelido soffia lontano e albero e casa, e collina e lago sono glassati come una torta nuziale.


Late lies the wintry sun a-bed,   
A frosty, fiery sleepy-head;   
Blinks but an hour or two; and then,   
A blood-red orange, sets again.   
   
Before the stars have left the skies,
At morning in the dark I rise;   
And shivering in my nakedness,   
By the cold candle, bathe and dress.   
   
Close by the jolly fire I sit   
To warm my frozen bones a bit;
Or with a reindeer-sled, explore   
The colder countries round the door.   
   
When to go out, my nurse doth wrap   
Me in my comforter and cap;   
The cold wind burns my face, and blows
Its frosty pepper up my nose.   
   
Black are my steps on silver sod;   
Thick blows my frosty breath abroad;   
And tree and house, and hill and lake,   
Are frosted like a wedding-cake.

martedì 13 dicembre 2022

13 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento: Santa Lucia

 

"Lucia", acquerello di Emelie von Walterstorff, Museo nordico

Santa Lucia, thy light is glowing
Through darkest winter night, Comfort bestowing.
Dreams float on dreams tonight
Comes then the morning light,
Santa Lucia, Santa Lucia

Il calendario dell’Avvento di oggi è dedicato alla festa di Santa Lucia, commemorata il giorno del suo martirio, il 13 dicembre. Nel nord Europa è diventata un simbolo del periodo natalizio ed è raffigurata con candele tra i capelli e con un vassoio di pane dolce. Oggi in Danimarca, Svezia e Norvegia festeggiano il primo giorno della celebrazione del Natale. Stamani, la fanciulla prescelta si vestirà con un abito bianco e una fascia rossa, ponendo sulla sua testa una corona di mirtilli rossi e candele accese. Seguita dalle sue ancelle e da alcuni ragazzi, passerà di casa in casa cantando canzoni dedicate a Lucia e offrendo caffè o vin brulè (glogg) con mandorle e uvetta, focacce allo zafferano e biscotti allo zenzero.  


The night treads heavily around yards and dwellings in places unreached by sun, the shadows brood into our dark house she comes, bearing lighted candles, Saint Lucia, Saint Lucia.


Per gli svedesi e i norvegesi è la grande "santa della luce", che capovolge le sorti del lungo inverno e porta la luce del giorno alla vittoria. Lucia è ricordata anche come la protettrice degli occhi. Una fra le leggende che la riguardano narra che fu accecata, ma che riacquistò subito la vista grazie a un miracolo.

Una leggenda scandinava narra che Lucia, durante una devastante carestia, fu vista mentre portava una nave piena di cibo sul lago di Vänern. Una storia simile, che si è tramandata grazie a una testimonianza scritta di una persona dell’epoca, è presente anche nella tradizione siciliana: si racconta che in un periodo di carestia, il popolo si radunò nel duomo di Siracusa il 13 dicembre 1646 per chiedere la grazia di far cessare la grave penuria di cibo. I presenti videro volteggiare una quaglia dentro il Duomo. Quando la quaglia si poggiò sul soglio episcopale, fu annunciato l’arrivo di una nave carica di grano.

 

Due parole sulla vita di Lucia

Lucia nacque a Siracusa nel 283 d.C., da padre romano e madre greca. A dispetto della sua bellezza e dei molti ammiratori, aveva deciso di consacrare la sua vita a Dio, sebbene la madre la incoraggiasse a sposarsi con un ricco ateo. Lucia diede la sua dote di denaro e gioielli ai poveri e l’innamorato respinto la denunciò alle autorità romane. Le torture disposte dal magistrato che la condannò non ebbero alcun effetto e alla fine riuscirono a ucciderla solo pugnalandola alla gola.   

Secondo la tradizione, Lucia aiutava i cristiani perseguitati a causa della loro fede, portando loro cibo nelle grotte dove si nascondevano. Per illuminare il percorso e avere le mani libere per portare il pane, Lucia indossava una corona di candele.

Un’altra storia invece narra che la madre di Lucia, sofferente di una grave malattia del sangue, fosse stata guarita mentre pregava con sua figlia davanti alla tomba di Sant'Agata.

Vi consiglio di cercare su Youtube i vari concerti dedicati a questa celebrazione! Sono meravigliosi!

 


Questo è il testo della canzone napoletana dedicata a Santa Lucia: "Sul mare luccica l'astro d'argento, placida è l'onda, prospero è il vento. Venite all'agile barchetta mia Santa Lucia, con questo zeffiro, così soave o, com'è bello star sulla nave. Su passeggeri, venite via, Santa Lucia. O dolce Napoli, o suol beato, ove sorridere volle il creato. Tu sei l'impero dell'armonia, Santa Lucia."

lunedì 12 dicembre 2022

12 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento: "Christmas bells" di H. W. Longfellow

 “Christmas Bells” by Henry Wadsworth Longfellow 

Ho sentito le campane il giorno di Natale. I loro vecchi e familiari canti suonano e, selvaggio e dolce, si ripetono le parole di pace sulla terra, di buona volontà agli uomini!

Questa è la mia libera traduzione in prosa. Qui sotto invece trovate la poesia in lingua originale:

I heard the bells on Christmas Day
Their old, familiar carols play,
And wild and sweet
The words repeat
Of peace on earth, good-will to men!

Photo by Aaron Burden su Unsplash

domenica 11 dicembre 2022

11 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento: "Piccolo albero" di e. e. Cummings

Foto di Stefan Straka da Pexels

Piccolo albero di Natale silenzioso, sei così piccolo che sei più simile a un fiore nella foresta verde. Ti è dispiaciuto molto venire via? Vedi, ti consolerò, perché hai un profumo così dolce, bacerò la tua fresca corteccia e ti abbraccerò sicuro e stretto, proprio come farebbe tua madre. Solo, non aver paura! Guarda i lustrini che dormono tutto l'anno in una scatola buia, sognando di essere tirati fuori e lasciati brillare! Le palline, le catene rosse e oro, i fili soffici. Alza le tue piccole braccia e te le darò tutte da tenere: ogni dito avrà il suo anello e non ci sarà un solo luogo oscuro o infelice ... (traduzione libera in prosa)

Little tree
little silent Christmas tree
you are so little
you are more like a flower
who found you in the green forest
and were you very sorry to come away?
See I will comfort you
because you smell so sweetly
I will kiss your cool bark
and hug you safe and tight
just as your mother would,
only don't be afraid
look the spangles
that sleep all the year in a dark box
dreaming of being taken out and allowed to shine,
the balls the chains red and gold the fluffy threads,
put up your little arms
and I'll give them all to you to hold
every finger shall have its ring
and there won't be a single place dark or unhappy…

Foto di cottonbro studio: da Pexels

sabato 10 dicembre 2022

10 Dicembre - Calendario letterario dell'Avvento: "L'avventura della bambola del Delfino"

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"Una regola stabilita dagli editori su insistenza (a loro dire) dei lettori vuole che i bambini abbiano la loro parte nei racconti di Natale; in questo racconto abbiamo rispettato la regola al punto che certe persone, poco amanti dei bambini, grideranno certo all'esagerazione. Ma ci fossero soltanto bambini nella nostra storia! No. Ci sono anche bambole, un Babbo Natale e, per interpretare il ruolo del cattivo nella favola, persino un autentico ladro. 

Agli autori si raccomanda sempre di creare un'atmosfera di dolcezza e di luce nei racconti di Natale. Qui sono fonte di dolcezza gli orfani e la miracolosa freschezza della Natività; quanto alla chiarezza, essa sarà opera, come sempre, del grande Ellery Queen, nemico giurato delle tenebre.

Di solito il 23 Dicembre non è il giorno più indicato per recarsi a far visita ai Queen. L'ispettore Richard Queen osserva le tradizioni dei vecchi Natali: la preparazione del tacchino, per esempio, richiede ventidue ore, e alcuni ingredienti non si trovano certo dal droghiere all'angolo. Ellery, per quanto lo riguarda, ha la passione dei regali presentati nel migliore dei modi. Durante il mese che precede il Natale, impegna il suo fiuto poliziesco a snidare carte originali, nastri straordinari, cartoncini artistici, e consacra le ultime quarantotto ore alla creazione di tanti piccoli capolavori. 



Di conseguenza, quando John S. Bondling suonò il campanello, l'ispettore era davanti al tavolo della cucina, fra una montagna di erbe aromatiche. Quanto a Ellery, era chiuso nel suo studio, intento a comporre una sinfonia di carta metallizzata color fucsia, pigne decorative e nastri marezzati verde bottiglia. 

"Conosce l'ispettore, vero, signor Bonding?" chiese Nikki, ritirando il biglietto da visita dell'intruso.

"Gli annunci Bondling, liquidatore giudiziario" disse l'altro in tono nevrotico. "Park Row. Se ne ricorderà."

"Non mi rimproveri se poi andrà a finire anche lei nel ripieno del tacchino" mormorò Nikki.

La porta dello studio si schiuse cautamente e Ellery ne scivolò fuori, chiudendosi rapidamente la porta alle spalle.

"Lei è Ellery Queen, vero?" chiese Bondling.

"Sì"

"Scommetto che le piacciono i marmocchi, il Natale, gli orfani, le bambole e altre cose del genere" proseguì il signor Bondling con fare particolarmente odioso. 

"Certo."

"Tanto peggio per lei! Ah, ecco suo padre. Ispettore Queen ..."

L'avventura della bambola del Delfino, Ellery Queen    

venerdì 9 dicembre 2022

Calendario letterario dell'Avvento: Christmas Day in the Workhouse, di George R. Sims

 


It is Christmas Day in the workhouse,
And the cold, bare walls are bright
With garlands of green and holly,
And the place is a pleasant sight;
For with clean-washed hands and faces,
In a long and hungry line
The paupers sit at the table,
For this is the hour they dine.

And the guardians and their ladies,
Although the wind is east,
Have come in their furs and wrappers,
To watch their charges feast;
To smile and be condescending,
Put pudding on pauper plates.
To be hosts at the workhouse banquet
They've paid for — with the rates.

Oh, the paupers are meek and lowly
With their "Thank'ee kindly, mum's!'"
So long as they fill their stomachs,
What matter it whence it comes!

Oggi è il giorno di Natale nella casa lavoro. Le pareti, di solito fredde e spoglie, sono illuminate con ghirlande di verde e di agrifoglio, e l'ambiente è piacevole da vedere. Con le mani e i volti puliti, in una lunga fila affamata, i poveri siedono a tavola, perché questa è l'ora in cui cenano. I guardiani e le loro dame, anche se soffia il Levante, sono venuti  con le loro pellicce e i loro abiti per guardare banchettare i loro protetti, per sorridere ed essere accondiscendenti, per mettere il budino nei piatti dei poveri, per fare da padroni di casa al banchetto della casa lavoro. Hanno pagato per questo. Oh, i poveri sono miti e umili, con i loro "Grazie di cuore, mamma!". Purché si riempiano lo stomaco, che importa da dove viene!    

"Christmas in the workhouse" è una ballata scritta dal giornalista George Robert Sims, pubblicata sul Sunday Referee in occasione del Natale del 1877. Se leggerete tutto il testo (qui ho riportato solo i versi di apertura) vi renderete conto che Sims intendeva testimoniare la vita dei poveri dell’epoca e condannare l’autocompiacimento dei signori verso i bisognosi.

giovedì 8 dicembre 2022

Calendario letterario dell'Avvento: "Natale notte di meraviglia"


"Tra poco sarà giorno. Gli angeli continuano a scendere, gli animali salgono sul tetto. Cielo e terra si toccano. Al centro di questo abbraccio c'è un bambino che ancora non parla e già chiama tutti. Domani scriverò il suo nome accanto al mio. Inizia una storia nuova. Questa notte, nel mio villaggio, sono nato un'altra volta. Sono diventato papà."