Tutto da cambiare, Tonino!

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sabato 4 dicembre 2021

Calendario letterario dell'Avvento: Lo schiaccianoci e il re dei topi, di E. T. A. Hoffmann

 



Mi rivolgo direttamente a te, inclito lettore o ascoltatore – Fritz, Theodor, Ernst o comunque tu ti chiami – e ti prego di riportare agli occhi della tua memoria l’ultimo tavolo natalizio pieno di bei doni dai colori variopinti che tu riesca a ricordare, così riuscirai a immaginare come i bambini fossero rimasti immobili con gli occhi scintillanti di fronte a quello spettacolo e solo dopo qualche istante Marie con un gran sospiro avesse esclamato: “Ah che bello…che bello!” e Fritz accennò addirittura alcune capriole che gli riuscirono proprio bene. I bambini dovevano essere stati davvero buoni durante tutto l’anno perché non era mai stato regalato loro nulla di così bello e meraviglioso come questa volta. Il grande abete natalizio al centro della stanza era carico di mele d’oro e d’argento e dai rami spuntavano come fiori e gemme mandorle e confetti di ogni colore e tutte le possibili dolcezze. Ma la cosa più bella dell’albero era che nei suoi rami scuri scintillavano centinaia di luci simili a stelle ed esso stesso, illuminato all’interno e all’esterno, sembrava invitare affettuosamente i bambini a raccogliere i suoi fiori e i suoi frutti. Intorno all’albero tutto risplendeva meravigliosamente variopinto – quante meraviglie c’erano, chi sarebbe mai in grado di descriverle! – Marie scorse bambole graziosissime e ogni sorta di piccoli oggetti riprodotti alla perfezione e, cosa che era la più bella da ammirarsi, un vestitino di seta con nastri colorati collocato su un trespolo in modo che potesse essere ammirato da ogni parte dalla piccola Marie, che effettivamente lo fece, esclamando più volte: “Ah … che bel vestitino, caro, caro vestitino, e potrò indossarlo davvero!” Fritz intanto aveva già provato il nuovo sauro che aveva trovato legato al tavolo, galoppando e cavalcando tre o quattro volte in cerchio. Smontando dichiarò che si trattava proprio di un animale selvaggio, ma non importava, sarebbe riuscito a domarlo ed ispezionò i nuovi squadroni di ussari, con le splendide uniformi rosso e oro, le armi d’argento e che cavalcavano cavalli di un biancore tanto abbagliante da far pensare che fossero anch’essi d’argento. Dopo essersi calmati un po’ i bambini esaminarono i libri illustrati già aperti in modo da esibire ogni sorta di fiori bellissimi, personaggi variopinti, bambini intenti a giocare, dipinti con tale naturalezza da sembrare vivi e parlanti. Sì proprio così, i bambini stavano per mettersi a guardare quei meravigliosi libri quando si sentì una seconda scampanellata. Sapevano che era giunto il momento dei doni del padrino Drosselmeier e corsero verso il tavolo addossato alla parete. Rapidamente fu tolto il paravento che nascondeva la vista e cosa videro mai i bambini! Su un prato verde costellato di fiori variopinti sorgeva un magnifico castello con molte finestre di cristallo e torri dorate.

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