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mercoledì 15 gennaio 2020

Appunti di scrittura creativa: affinare le proprie capacità evocative


Pochi giorni fa ricorreva l’anniversario della nascita di Vicente Huidobro, uno dei più famosi poeti cileni, ideatore del creazionismo poetico, che sosteneva che la poesia dovesse mostrare dei fatti nuovi, indipendenti dal mondo esterno. Scriveva infatti, a proposito della sua teoria: “Questa poesia è qualcosa che non può esistere se non nella testa del poeta. E non è bella perché ricorda qualcosa, perché ricorda cose viste, a loro volta belle, né perché descriva cose belle che potremmo anche vedere. È bella in sé e non ammette termini di comparazione. E nemmeno può essere concepita fuori dal libro. Niente le somiglia del mondo esterno; rende reale quel che non esiste … Quando scrivo: "L'uccello fa il nido nell'arcobaleno", si presenta un fatto nuovo, qualcosa che non avevate mai visto, che mai vedrete e che tuttavia vi piacerebbe molto vedere. Il poeta deve dire quelle cose che mai si direbbero senza di lui”.

Indubbiamente si tratta di un concetto interessante e di un forte stimolo per la nostra creatività. Ma se invece volessimo affinare le nostre capacità evocative? Raccontare esperienze sensoriali?  

Un vecchio professore mi diceva che spesso, ciò che viene detto in dieci righe, può venire espresso efficacemente in sole cinque righe: scrivere meno per scrivere meglio. È senz’altro vero, ma ci sono le dovute eccezioni. Quando scriviamo una novella, una poesia o un racconto, per esempio, le cose possono cambiare. Ridurre al minimo ed essere chiari e diretti può creare dei vuoti nella mente del lettore. È vero che Conrad sosteneva “Si scrive soltanto una metà del libro, dell'altra metà si deve occupare il lettore”, ma è pur vero che alcuni lettori amano essere guidati nel mondo che stiamo creando per loro e che una scrittura troppo essenziale può lasciarli insoddisfatti. Se come scrittori siete abituati a questo tipo di scrittura, vi suggerisco di provare un semplice esercizio. Prendete un brano che avete scritto e aggiungete dei dettagli per aiutate il lettore a vedere ciò che state descrivendo. Rendete viva la scena aggiungendo dei particolari che la rendano più chiara. Potete soffermarvi sul dettaglio del corpo di un personaggio, un odore specifico di un luogo, sui gesti, i movimenti o il modo di parlare dei personaggi. Non si tratta di aggiungere degli aggettivi. Potete usare verbi, nomi, avverbi, o usare qualche figura retorica (sinestesie, onomatopee, allitterazioni). Rileggete poi il brano originale e il brano modificato: funziona? Ciò che avete aggiunto aiuta il lettore a immergersi nella storia? I personaggi hanno acquistato corpo? Sottoponete i due brani anche a qualche amico e raccogliete le impressioni e i consigli che vi daranno.  

Altre idee di scrittura:

-       Descrivete tutti gli oggetti che vedete della vostra sala. Dovete fare in modo che la descrizione degli oggetti lasci capire al lettore ciò che significano per voi: rappresentano dei ricordi di fatti o persone? Fate in modo che anche gli eventi o le persone evocati dagli oggetti compaiano o si insinuino nella vostra descrizione.

-   Osservate delle persone che stanno compiendo dei movimenti (bambini che giocano, persone che passeggiano o lavorano): descrivete le loro azioni cercando delle particolarità che possano renderle interessanti, poetiche o che rappresentino un “gancio” affinché il lettore voglia cercare di saperne di più in merito (un modo particolare di camminare, il tono allegro o malinconico di una voce o di un canto, l’estrema cura nell’eseguire un lavoro, ecc.)


Provate!
Quando leggete, giocate a trasformarvi in un curatore editoriale: non limitatevi a seguire la storia, ma dedicate un po’ di attenzione a come è scritto il romanzo.

ARTE POÉTICA
Que el verso sea como una llave
que abra mil puertas.
Una hoja cae; algo pasa volando;
cuanto miren los ojos creado sea,
y el alma del oyente quede temblando.

Inventa mundos nuevos y cuida tu palabra;
el adjetivo, cuando no da vida, mata.

Estamos en el ciclo de los nervios.
El músculo cuelga,
como recuerdo, en los museos;
mas no por eso tenemos menos fuerza:
el vigor verdadero
reside en la cabeza.

Por qué cantáis la rosa, ¡oh poetas!
hacedla florecer en el poema.

Sólo para nosotros
viven todas las cosas bajo el sol.

El poeta es un pequeño Dios.
Vicente Huidobro
(Che il verso sia come una chiave / che apre mille porte. / Una foglia cade; qualcosa passa volando; /
quanto vedono gli occhi, creato sia, / e l’anima di chi ascolta rimanga tremante. /
Inventa mondi nuovi e cura la tua parola; / l’aggettivo, quando non dà vita, uccide. /
Siamo nel ciclo dei nervi. / Il muscolo penzola, / come ricordo, nei musei; /
ma non per questo abbiamo meno forza; / il vigore vero / risiede nella testa. / 
Perché cantate la rosa, oh poeti? / Fatela fiorire nel poema! / Solo per voi /
vivono tutte le cose sotto il sole. / Il poeta è un piccolo Dio)

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