Tutto da cambiare, Tonino!

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venerdì 7 ottobre 2022

Appunti di scrittura creativa: l'ispirazione

L'ispirazione esiste davvero? Quanto avete scritto sotto la sua potente guida? Scommetto poco. Forse delle poesie, ma per scrivere un racconto o un romanzo l'ispirazione non basta. 
Quindi qual è il problema? Vi ritrovate seduti davanti al computer ma non avete nessuna idea. Il giorno prima, magari in coda alla posta o al supermercato, vi era venuto in mente qualcosa, ma adesso stentate a ritrovare la giusta energia per buttare giù le idee che vi rotolavano nella testa. Come ritrovare quindi la creatività che vi abita spesso quando non è possibile scrivere e che ora sembra sparita? Come farvi venire una buona idea? E, per i più romantici, come fare a ritrovare l'ispirazione? Prima di tutto, alzatevi dalla sedia, tanto non combinerete granché a rimanere seduti davanti al computer con quella faccia sconsolata e delusa. Provate uno di questi rimedi e cercate di capire quale funziona meglio per voi (o combinateli, per potenziarne gli effetti positivi!):

- Uscite! C'è tutto un mondo fuori, che contiene una miniera di idee, a patto che usciate indossando uno sguardo curioso e attento. Quindi non camminate a testa bassa intasando la vostra mente di negatività, ma passeggiate tenendo alto lo sguardo, con passi lenti e pronti a cogliere dei dettagli che scatenino le idee. Iniziate un dialogo mentale con voi stessi, mentre osservate: gli occhi di un bambino, una coppia di innamorati, due amiche che passeggiano, gli studenti che escono da scuola, ma anche i paesaggi, i negozi, i panni stesi ad asciugare. Non c'è niente di banale nel mondo se mantenete uno sguardo attento. Un aiuto? Fotografate ciò che vi colpisce. "Nulla è vano per la mente di uno scrittore", come diceva Henry James.

Ettore De Maria Bergler, Al sole, 1881



- Prendere in esame una vecchia agendina dei numeri di telefono: sì, lo so, chi le usa più ormai? Ma mica avrete buttato via i vostri "tesori"? Sfogliatela e leggete i nomi, lentamente. Per qualcuno di questi dovrete fare un grosso sforzo di memoria, altri vi verranno in mente all'istante, per altri sarete soddisfatti e quasi commossi che la vostra amicizia duri da così tanti anni ... dietro a ogni nome c'è una parte della vostra vita, situazioni, eventi, esperienze. Fate un tuffo nella vostra vita di un tempo.

- Meditate (non davanti al computer! Non avevamo detto di alzarci?): scegliete una stanza arieggiata, sdraiatevi e lasciate vagare la mente. Se poi rischiate di addormentarvi, non importa: non capita anche a voi, nel dormiveglia che precede il sonno, di proiettare nella vostra mente una sorta di inizio di sogno? E' un confine strano e interessante, in cui siete ai margini del sonno e della veglia: si chiama fase ipnagogica. Edgar Allan Poe utilizzò queste sue "visioni" nei suoi scritti.  

- Quando vi capita qualcosa di bello o di brutto, qualcosa che esula da quello che chiamiamo "normalità", prendetevi del tempo per scrivere i vostri pensieri, le vostre sensazioni. Scrivete a ruota libera, di getto. Andate a rileggere questi vostri scritti quando avete bisogno di farvi venire delle idee. 

- Viaggiate, andate in un posto dove non siete mai stati, visitate una mostra: la mente ha bisogno di novità.

Photo by Clément M. on Unsplash



- Leggete un quotidiano o un giornale: non dite "non ho tempo".  Basta anche una pagina al giorno. Prendete nota delle notizie che vi colpiscono e dei pensieri che vi vengono in mente a riguardo, anche ore dopo. 

- Ascoltate della musica, preferibilmente qualcosa di nuovo. Siate aperti e curiosi anche in merito a generi che non prediligete.

- Scovate, fra gli autori che amate leggere, quello che vi smuove qualcosa dentro. Tenete a portata di mano i libri che ha scritto (o una sua biografia, se disponibile) e, ogni tanto, rileggete delle pagine qua e là. 

- Riflettete: siete solitari come un orso bruno marsicano? Uscite dal vostro isolamento ogni tanto e fatevi due chiacchiere con gli amici, i parenti, i vicini, i colleghi. Cercate di conoscere gente nuova. Leonardo Da Vinci diceva: "Saper ascoltare significa possedere, oltre al proprio cervello, il cervello degli altri". Potrebbero venirvi in mente un sacco di storie da scrivere ispirandovi a quanto vi raccontano (il che non vuol dire scrivere cosa vi raccontano! Ma solo che potete imparare delle cose, approfondire degli interessi e far scattare così un'idea. Potrebbe anche succedere che non siate colpiti da ciò che vi raccontano, ma da come vi sentite con quella persona, che sensazioni provate a passare del tempo con lei: anche da qui possono nascere delle "suggestioni" che danno vita a una storia).
foto di Bogdan Glisik da Pexels



"One beautiful evening, when the first shades of twilight were beginning to settle upon the earth, Oliver sat at this window, intent upon his books. He had been poring over them for some time; and, as the day had been uncommonly sultry, and he had exerted himself a great deal, it is no disparagement to the authors, whoever they may have been, to say that gradually and by slow degrees, he fell asleep.

There is a kind of sleep that steals upon us sometimes which, while it holds the body prisoner, does not free the mind from a sense of things about it, and enable it to ramble at its pleasure. So far as an overpowering heaviness, a prostration of strength, and an utter inability to control our thoughts or power of motion, can be called sleep, this is it; and yet, we have a consciousness of all that is going on about us, and, if we dream at such a time, words which are really spoken, or sounds which really exist at the moment, accommodate themselves with surprising readiness to our visions, until reality and imagination become so strangely blended that it is afterwards almost matter of impossibility to separate the two. Nor is this, the most striking phenomenon incidental to such a state. It is an undoubted fact, that although our senses of touch and sight be for the time dead, yet our sleeping thoughts, and the visionary scenes that pass before us, will be influenced and materially influenced, by the mere silent presence of some external object; which may not have been near us when we closed our eyes: and of whose vicinity we have had no waking consciousness.

Oliver knew, perfectly well, that he was in his own little room; that his books were lying on the table before him; that the sweet air was stirring among the creeping plants outside. And yet he was asleep". 

In questo brano di Oliver Twist, Charles Dickens descrive la fase ipnagogica. Se volete leggere tutto il brano, cercate il capitolo 34! 


Felice scrittura! Divertitevi! 😄


“La gran cosa è resistere e fare il nostro lavoro e vedere e udire e imparare e capire, e scrivere quando si sa qualcosa; e non prima; e, porco cane, non troppo dopo”. Ernest Hemingway



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