Foto di Artem Podrez su www.pexels.com |
Il Natale è uno dei miei ricordi migliori. Seduta nella cattedrale con le note dell'organo che penetrano in tutti gli angoli del grande edificio. C'erano altre famiglie al nostro fianco animate dalla stessa felicità che provavamo noi.
Poi a casa. E l'odore del maiale arrosto e dei crauti. L'attesa nella stanza buia - dove mia sorella e io sedevamo per terra trepidanti perchè sapevamo che nel salotto stavano dando gli ultimi tocchi all'albero per la festa. Il fruscio della carta e passi rapidi che annunciavano chissà quali segreti. E quando, finalmente, la porta si apriva e noi, le bambine, vedevamo l'albero di Natale per la prima volta, in mezzo alla stanza, tutto luccicante di candeline quasi svenivamo dalla gioia.
La mamma sedeva al piano. Lei che era molto più giovane di quanto non capissi. Piena di desideri che soltanto oggi riconosco, quando è troppo tardi per poterli condividere.
Favole raccontate sulla sponda del letto. Cioccolata calda, pane e burro con le banane e la gelatina di mele. Una donna seduta, china su un libro, la testa di corti capelli castani voltata un poco dall'altra parte. Ogni tanto la alza e mi sorride.
Quella era la felicità.
Liv Ullmann, "Cambiare"
Due idee per questo Avvento (da mantenere anche dopo Natale!):
Prendiamoci un po' di tempo per fare due chiacchiere con i nostri familiari, ascoltiamoli attentamente, senza distrazioni.
Leggiamo un libro con i nostri figli, anche se sanno già leggere. Possiamo fare la parte dei lettori a turno e condividere una bella storia.
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