Foto di Artem Kniaz su Unsplash |
Mi sveglio due ore dopo essermi addormentata. La quantità di
ore che riesco a dormire la vigilia di Natale sembra diminuire ogni anno, forse
perché, a causa di una alquanto preoccupante dipendenza da internet, vado a
letto sempre più tardi.
Ora però la pianto di lamentarmi dei miei ritmi
sonno-veglia, dato che è Natale ed è l’unico giorno dell’anno in cui dovrei
almeno provare a non lamentarmi. E non è un’impresa facile quando tuo fratello
di sette anni ti sveglia a cuscinate in faccia alle sei del mattino.
Mugugno qualcosa come “nooo” e mi ritiro sotto il piumone,
ma questo non impedisce a Oliver di fare lo stesso, tirando via le coperte e
infilandosi fra le lenzuola.
“Tori” bisbiglia. “E’ Natale.”
“Mmmh.”
“Sei sveglia?”
“No”
“Invece sì!”
“No”
“Tori”
“Oliver … vai a svegliare Charlie”
“Mamma mi ha detto che non posso”. Inizia a scompigliarmi i
capelli. “Toriiiii”
“Uffa.” Rotolo su un fianco e apro gli occhi. Oliver mi
guarda da sotto le coperte fremendo di eccitazione, i capelli sparati in tutte
le direzioni come un soffione. Io e Charlie ci siamo chiesti un’infinità di
volte come sia possibile che Oliver sia imparentato con noi, dato che lui è
letteralmente la gioia fatta persona e noi invece due sfigati tristi. La
conclusione a cui siamo arrivati è che tutti i geni della felicità sono
capitati a lui.
Questo inverno, di Alice Oseman – Mondadori
Oggi facciamoci un regalo: notiamo, con consapevolezza, ciò che sta succedendo in questo momento, nel presente. Qualunque cosa farete dopo aver finito di leggere questo post, fatelo con tutti voi stessi, senza pensare a ieri, senza pensare a ciò che farete dopo, domani o fra un anno. Allontanate anche le preoccupazioni che non necessitano adesso di un vostro intervento. Esiste solo il presente, almeno nella prossima ora. Osservatevi, mentre fate ciò che dovete fare, notate la luce del giorno, prendete consapevolezza del luogo nel quale siete.
Nessun commento:
Posta un commento