Foto di Mohammed Abubakr su www.pexels.com |
Si cominciava qualche tempo prima a prepararsi per essere in tempo in quel posto, e anche a essere buoni; era tutta una preparazione. C'era gioia in quella preparazione, forse più gioia in essa che nel resto dell'avvenimento. Non essere in quel posto la notte in cui scendeva, faceva star male, pareva di aver perso una cosa di grande valore. Doveva passare un altro anno per poterla ritrovare, in un anno succedono tante cose. Era come essere al buio, e vedere una finestra illuminata, sentire che dietro quella finestra cantano e suonano.
L'anima è l'odore dell'uomo. Può essere un odore buono o cattivo, gradevole o sgradevole, come tutti gli altri odori, e nessuno ha sempre lo stesso odore, esso cambia frequentemente. Ma quella notte, e il giorno avanti, e il giorno dopo, se si era in quel posto, pareva che la nostra anima avesse un odore speciale, l'odore più buono che essa avesse mai avuto.
Ora non importa più essere in quel posto, neanche essere stati buoni almeno ventiquattr'ore.
Vittorio G. Rossi, da "Il silenzio di Cassiopea"
E noi? Che odore abbiamo oggi?
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