Tutto da cambiare, Tonino!

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lunedì 10 novembre 2025

La poesia è la chiave per accedere a luoghi nascosti dell'anima

 


Circa un mese fa sono stata alla Fondazione Franco Zeffirelli per assistere a un incontro letterario con Dacia Maraini, Erica Gardenti Cassigoli e Titti Giuliani Foti. La signora Maraini parlava con garbo, dando spazio, oltre al suo libro “Vita mia”, anche ai libri delle altre due scrittrici: “Ogni padre è stato bambino” e “Cara mamma”.  Le autrici hanno parlato del potere della scrittura autobiografica come memoria, testimonianza e rinascita e su come la poesia aiuti a vivere, anche in situazioni disperate.

L’attrice Maria Letizia Gorga ha letto alcuni stralci dei tre libri: che meraviglia! Che arte sublime anche quella di saper leggere dando spessore ed emozioni alle parole.

Quando sono uscita dalla Sala della Musica del complesso di San Firenze e mi sono trovata nella piazza, mi ha colpita la luce dolce del tardo pomeriggio. È stato un ottobre straordinariamente caldo, una coda d’estate che solo in certe ore o in certi giorni raffrescava. Ho girato lo sguardo verso via del Proconsolo: il campanile della Badia fiorentina e la torre Volognana, sul canto del Bargello, coi suoi merli guelfi e i suoi stemmi, parevano tutte d’oro, così baciate dal sole del tramonto, che già aveva sparso le prime velature d’ombra su piazza San Firenze. Perfino le statue sul timpano del portale della chiesa di San Filippo Neri sembravano godersi lo spettacolo di quella vista, stupite di fronte a tanta bellezza.

Sono stata invasa da una commozione così intensa! Ho ammirato spesso le meraviglie di questa città, ma quel giorno questa meraviglia mi è esplosa dentro e mi ha turbata. 

Tornando verso casa mi sono chiesta se l’incontro a cui avevo partecipato non avesse acceso dentro di me un’emotività più spiccata, che mi aveva permesso di godere maggiormente della vista di Firenze. Avrei sentito lo stesso quella commozione alla vista della torre e del campanile dipinti dalla luce dorata se fossi andata in centro per una commissione? O è stata la poesia di quell’incontro che mi ha fatto accedere a un luogo dell’anima nascosto? Ho scattato una foto, che non restituisce però l’emozione del momento, le sensazioni, gli odori, i rumori, la vita che scorreva in quell’istante ….

Un salto in cucina. Libero pasticciare creativo: fiori di merluzzo con salsa spiritosa

 


Fiori di merluzzo con salsa spiritosa

Fiori di merluzzo 600 grammi

1 fetta di melone giallo

1 Kiwi

Salsa di soia q.b.

1 porro

2 noci di burro

Olio q.b.

Pinoli a piacere

Sale e pepe

Tagliate il porro a rondelle e mettetelo in padella con un pochino di burro e olio d’oliva: fatelo appassire.  

Infarinate i filetti di merluzzo, adagiateli in padella e alzate la fiamma. Lasciate cuocere un paio di minuti a fiamma alta, in modo si formi la crosticina, poi girateli per farli dorare anche dall’altra parte.

Unite il Kiwi tagliato a pezzettini, la polpa di melone e un pochino di salsa di soia: lasciate insaporire il tutto qualche minuto.

Togliete i filetti dalla padella e teneteli in caldo. Versate tutto il resto del contenuto della padella in un contenitore con il bordo alto: frullate con un frullatore a immersione per ottenere la salsa.

Mettete i filetti in un piatto da portata e versatevi sopra la salsa. Cospargete il tutto con una manciatina di pinoli e servite.

Questa ricetta “scappata” (chiamo così i piatti che creo quando ho veramente poco tempo a disposizione, in preda all’istinto del momento e alla necessità di far presto) è piaciuta molto. La salsina dolce acidula ha regalato al merluzzo un sapore interessante e appetitoso.