![]() |
Chiesa di Sant'Ildefonso |
Con il sottofondo della voce vibrante di Amália Rodrigues, la regina del fado, passiamo il Duero da uno dei tanti ponti della città e arriviamo a Porto.
La nostra visita inizia da Praça da Batalha, su cui troneggia la statua di Don Pedro V. Davanti alla Chiesa di S. Ildefonso, la cui facciata è ricoperta da azulejos, troviamo un mercatino dell’artigianato, ma ci lanciamo uno sguardo fugace e proseguiamo per la nostra meta: la stazione di São Bento, progettata dall’architetto José Marques da Silva, costruita sui resti di un antico convento.
La stazione è bella da vedere all’esterno, con la facciata in pietra e il tetto mansardato, ma è l’atrio centrale, finemente decorato da splendidi azulejos che raccontano la storia del Portogallo, le tradizioni locali e scene di vita rurale ad essere imperdibile. Immersi nella contemplazione delle ventimila piastrelle dipinte, non dimenticate di tenere una mano sul portafoglio (occhio ai borseggiatori!).
Noi siamo capitati in un orario particolarmente affollato, ma se visiterete questo luogo al tramonto o in orari di minor afflusso, tendete le orecchie: sembra che lungo i corridoi della stazione si odano ancora le preghiere dell’ultima suora che abitava il convento prima che venisse chiuso in seguito al decreto di estinzione degli ordini religiosi del 1834. La suora non scappò come tutte le altre dopo l’emanazione del decreto, ma vi rimase ad abitare fino al giorno della sua morte, nel1892.
Usciti dalla stazione ci siamo addentrati nel quartiere di Ribeira, il nucleo più antico e caratteristico della città, con le sue facciate colorate, il labirinto dei suoi vicoli e la piazza dell'infante Dom Henrique.
Passeggiando lungo la strada pedonale R. das Flores, che conduce al fiume, ci siamo fermati a dare un’occhiata alle vetrine dei negozi. E’ una via pittoresca, con begli edifici storici, bar, ristoranti. L’unico negozio in cui siamo entrati è stato Claus, l’elegante negozio dell’impresa di profumi e saponi fondata nel 1887. Ambiente raffinatissimo, con espositori che impreziosiscono i prodotti. I saponi sono impacchettati a mano in carte bellissime e chiuse con un timbro a ceralacca. Regale.
Arrivati nei pressi del fiume siamo andati a visitare la chiesa di San Francisco: la bella facciata gotica nasconde in realtà al suo interno tre navate rivestite in oro con la tecnica della “talha dourada”, con degli impressionanti capolavori barocchi. Meravigliosi gli intagli dorati della cappella di San Giovanni Battista del XV secolo e l’Albero di Jesse scolpito in legno policromo del XVIII secolo, che raffigura la genealogia di Gesù. Questa tecnica dell'arte barocca portoghese consiste nell'intagliare accuratamente il legno e poi applicare strati di foglia d'oro per creare effetti tridimensionali e scintillanti. L’intera chiesa è ipnotica e meriterebbe molto più tempo di quello che abbiamo potuto dedicarle. Un po’ caro il biglietto d’ingresso, ma ne vale la pena: la visita è un’esperienza. Non si possono fare foto, ma penso che probabilmente siamo stati fra i pochi a rispettare il divieto, dato che internet è pieno di immagini degli interni di questa chiesa!
![]() |
| La Cattedrale |
Usciti dalla chiesa avevamo due possibilità: la classica navigazione lungo il fiume, che passa sotto i vari ponti della città o proseguire la visita di Porto a piedi. Abbiamo scelto quest’ultima e ci siamo incamminati verso il Duomo, passando a fianco del Mercado Ferreira Borges (il palazzo del mercato costruito nel 1880 in ferro e vetro) e proseguendo per Rua da Bainharia, una delle più antiche strade di Porto (risale al 1296). Vi ritroverete a camminare in leggera salita, in una strada stretta e pittoresca, fiancheggiati da edifici alti e dalle facciate tradizionali. In questa strada, all'epoca, erano concentrati i negozi degli artigiani che fabbricavano foderi per le spade.
Proseguendo poi per R. de Sant’Ana, si arriva a Largo do Colegio, dove si erge, imponente, il museo di arte sacra. Prendendo le scalette sulla destra (Escladas do colegio), dopo poco sarete in vista del Duomo.
La Cattedrale si trova nella zona più alta della città, nel quartiere di Batalha e, più che un edificio religioso, a prima vista sembra una fortezza. Anche qui abbiamo trovato una mescolanza di stili: barocco, romanico e gotico. Al suo interno è molto sobria e spoglia, se si escludono l'altare maggiore e alcune cappelle in stile barocco. Da una porta sulla destra si accede al chiostro gotico del XIV secolo, rivestito di azulejos decorati con scene religiose.
Davanti all’ingresso della cattedrale si gode di un panorama unico sulla città ma, dato che si sta facendo tardi e che la camminata ci ha stimolato un grande appetito, ci affrettiamo in direzione del Ponte Luis I e, lungo strada, ci fermiamo a mangiare un cachorro e una francesinha.
Dopo pranzo, abbiamo attraversato il ponte Luis I e siamo andati a visitare la cantina storica della Burmester, partecipando ad un tour con una guida molto simpatica che ci ha spiegato le origini dell’azienda, i processi di produzione del vino Porto e le caratteristiche del territorio. Alla fine del tour ci hanno offerto una degustazione di tre tipi di Porto. Molto bello e suggestivo l’ambiente, con una romantica vista sul fiume su cui sfilavano le imbarcazioni tradizionali con le quali i commercianti trasportavano il vino lungo il Douro (barcos rabelos).
Avrei voluto fare un salto alla famosa libreria Lello e Irmao, ma non c’è stato tempo. Ho letto comunque su internet che bisogna prenotare per tempo e che l’ingresso costa 10 euro, poi scontati in caso acquistiate dei libri.
![]() |
Opera di Bordalo II, street artist portoghese. Le sue opere sono realizzate recuperando materiali di scarto. |
Dopo una passeggiata sull’altra sponda del fiume (Av. De Diogo Leite), per noi è tempo di rimetterci in viaggio verso Guimarães, antico sito celtico e prima capitale del paese indipendente nel secolo XII.









Nessun commento:
Posta un commento