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domenica 28 settembre 2025

Passeggiata letteraria lungo i luoghi di villeggiatura delle ricche famiglie fiorentine e delle comunità straniere residenti a Firenze nell'Ottocento


                                         Totale percorso 6,7 Km - Dislivello circa 100 metri

Questa passeggiata di circa sette chilometri parte ai piedi di Fiesole e si snoda lungo la collina di Camerata, che sorge fra il fiume Affrico e il Mensola.

Potrebbe essere suggestivo, prima di iniziare a camminare, sostare lungo il torrente e leggere la storia dei due amanti, Affrico e Mensola, protagonisti del Ninfale Fiesolano di Boccaccio. Eccola qui riassunta brevemente:

Affrico, un giovane pastore preso da un folle amore per Mensola, una ninfa bellissima, sacra a Diana e votata alla castità, su consiglio di Venere si traveste con abiti femminili e riesce a guadagnare la fiducia delle ninfe e a possedere Mensola. La ninfa si innamora del pastore ma, temendo l’ira di Diana, decide di porre fine alla relazione proibita. Il giovane, disperato, si uccide lungo la riva di un fiume. Mensola intanto si accorge di aspettare un bambino e riesce a dare alla luce Pruneo prima che Diana la punisca, trasformandola in un fiume. Entrambi i fiumi prenderanno i nomi dei giovani amanti. Pruneo verrà accudito dai nonni paterni e, una volta cresciuto, diventerà il siniscalco di Atlante e sposerà la nobildonna Tironea. Dal dono di Atlante a Pruneo del territorio compreso fra i fiumi Mensola e Mugnone nascerà Fiesole.

E adesso, cominciamo a camminare!     

Un collage di foto della passeggiata


Percorrete tutta Via Lungo l’Affrico, fino a che non vi ritroverete davanti un grande cancello: svoltate a destra in Via del Palmerino. Dopo poco arriverete a Villa Il Palmerino, sede di un’associazione culturale. Questa villa ha una storia bellissima, che potete leggere sul sito dell’associazione (https://www.palmerino.org/it/history). Una delle ultime proprietarie fu la celebre autrice inglese
 Vernon Lee, che vi fondò un cosmopolita salotto letterario. Attualmente la proprietà è degli eredi del pittore Federigo Angeli e della pittrice e poetessa Lola Costa. Nella residenza hanno luogo diversi eventi culturali: in alcuni giorni e orari è quindi possibile accedere alla villa. Consultate il sito per gli aggiornamenti.

"Sono tutti belli, questi Giardini della Poesia, e in mezzo a loro scorre l'ampio flusso della Memoria, circondato da bei prati di gigli, orlato da foreste di salici e canne sussurranti. E non meno belli di queste sfumature ideali sono i giardini che vivono immutati e immutabili in molti quadri dipinti nel cuore. Reale e non meno idealizzato è il ricordo dei giardini che abbiamo visto: una volta, forse, e mai più dimenticati." Vernon Lee 


Una volta lasciata la villa, tornate brevemente sui vostri passi fino al grande cancello alla fine di Via Lungo l’Affrico: stavolta svoltate a sinistra e imboccate la strada (si chiama sempre Via del Palmerino) che costeggia il parco dell’ex ostello di Camerata, oggi in ristrutturazione e destinato a diventare un resort di lusso. Un tempo (nel 1427) l’ostello era la villa “Il monte di Camerata” e apparteneva alla famiglia Ridolfi Calzolari. Nel 1954 diventò l’ostello di Firenze, fino al 2019, anno in cui fu messo all’asta. Nel 2022 è stato comprato da un fondo di investimento. Ammirate, passando, la Torre del Palagio che svetta davanti a voi.

 

Alla fine della salita, sulla vostra sinistra trovate una strada senza uscita: porta a quello che era un tempo l’ingresso della Villa di Fontallerta, adesso chiuso. Troveremo l’attuale ingresso principale verso la fine della nostra passeggiata. Girate quindi verso destra, in Via di Camerata, e proseguite diritto fino al Presidio della Croce Rossa Italiana “Anna Torrigiani”. Questa struttura, fondata nel 1864, è intitolata alla nobildonna sposata col conte Carlo Torrigiani. Anna fu anche la dama di compagnia della duchessa Elena D’Aosta, ispettrice generale delle crocerossine. Forse a seguito di questa frequentazione, Anna divenne allieva della Croce Rossa e successivamente infermiera durante la prima guerra mondiale. Quando scoppiò l’epidemia di spagnola, volle essere trasferita nel reparto infettivi, dove fu purtroppo contagiata e morì. Durante la guerra, Anna scrisse un diario molto conosciuto tra gli storici. La sua abnegazione ricorda un’altra grande figura di quel periodo, Florence Nightingale (potete trovare su internet una miniera di notizie sulla sua bella storia. Ne parlo brevemente anche io in un post di questo blog del 18 gennaio 2024).

Proseguite lungo Via di Camerata. Notate, alla vostra sinistra, una deliziosa cappellina adiacente la villa Camerata, al civico 65.

Alla fine della strada svoltate a destra su via San Domenico, fino ad arrivare in piazza San Domenico. Guardatevi intorno: è bellissimo il panorama delle colline, degli uliveti, delle ville. Rinfrescatevi alla fontana, la cui targa ricorda i nomi dei personaggi illustri che qui trovarono ispirazione per le loro opere e poi proseguite fino alla Chiesa e Convento di San Domenico. Il Convento è noto per aver ospitato il pittore Giovanni da Fiesole detto il Beato Angelico.

Tornando ancora una volta sui vostri passi, imboccate Via della Piazzuola fino alla Asl e continuate verso destra (rimanendo su Via della Piazzuola), una strada silenziosa e suggestiva.

Una delle prime ville che incontrerete è “Villa dell’ombrellino” (da non confondersi con l’omonima villa a Bellosguardo), cosiddetta per il suo caratteristico terrazzino in ferro. 

All’altezza del civico 67 di Via della Piazzuola svoltate a sinistra su Via delle Forbici (dal nome di una famiglia fiorentina di mercanti che si chiamava Della Tosa, che avevano nello stemma un paio di forbici d’argento da lana).

Al civico 31 della via trovate sulla vostra destra Villa il Garofalo, che vanta una vista meravigliosa su Firenze. Dalla strada non potrete vedere nient’altro che il muro, ma date un’occhiata su internet per ammirare gli interni e i giardini. Questa villa fu la casa di campagna della famiglia Alighieri. Quando Dante fu esiliato, la Villa fu comprata dalla famiglia di Beatrice, i Portinari. Successivamente si alternarono diversi proprietari.


Una curiosità: se vi trovate a Firenze e volete vedere dove era la casa di Dante, andate alla Trattoria
del Pennello in Via Dante Alighieri. 

Al civico 26 trovate invece l’entrata secondaria del Parco di Villa il Ventaglio (ora chiuso, l’entrata principale è in via Giovanni Aldini): anticamente era una casa da oste della famiglia Brancacci, lungo le vie di pellegrinaggio.
Il Parco in stile inglese, di cui si occupò Giuseppe Poggi, si estende sulla collina per circa cinque ettari.

Proseguendo a diritto arrivate a quello che fu un tempo l’oratorio Santa Maria delle Querce, progettato da Michelangelo e distrutto poi dai guastatori della Repubblica quando nel 1529 Firenze venne assediata per ristabilire i Medici al potere. Ricostruito, diventò poi Villa e residenza di campagna di Pietro Leopoldo di Lorena. Nel 1868 l’edificio fu occupato dai padri barnabiti, che ne fecero un collegio d’élite nazionale e internazionale intitolato a Carlo Alberto di Savoia. Nel 1870 vi fu costruito un osservatorio astronomico e geodinamico. Nel 2003 fu abbandonato e adesso è un resort di lusso.  

Proseguite diritti fino in fondo alla strada, per girare poi a sinistra nel Viale Alessandro Volta (mentre percorrete questo viale, se volete fare una digressione, svoltate a sinistra in via Giovanni Aldini: qui c’è l’ingresso per il parco di Villa il Ventaglio).

Proseguendo la passeggiata arrivate fino a Piazza Edison e imboccate quindi il Viale Augusto Righi. Lungo il viale, alla vostra sinistra (in prossimità dell’incrocio col viale Ugo Bassi), si trova la Villa Fontallerta (la cui entrata secondaria abbiamo già incontrato all’inizio della nostra passeggiata).

Questo palagio esisteva già nel Trecento e Boccaccio vi ambientò una delle novelle del Decamerone (la novella che narra dello scherzo fatto a Calandrino dai pittori Bruno, Buffalmacco e Nello, che lavoravano nella proprietà di campagna del ricco cittadino fiorentino Niccolò Cornacchini). Nel Cinquecento vi ha lavorato anche Bartolomeo Ammannati. Nel 1850 la proprietà passò ai conti Pasolini, che vi crearono un bellissimo parco romantico.

Proseguendo, sempre lungo il viale Righi, potete sostare nel giardino degli ulivi che trovate un po’ sopraelevato dal viale, alla vostra sinistra, davanti a Largo Pietro Capei. Quando passeggio in questo giardino mi vengono spesso in mente Pascoli e Van Gogh, entrambi affascinati dagli ulivi per la loro forza e bellezza.

Vi lascio qualche strofa de "La canzone dell'ulivo" di Giovanni Pascoli (da "Canti di Castelvecchio") e uno stralcio di una lettera di Van Gogh al fratello Theo:

 

Qui radichi e cresca! Non vuole,

per crescere, ch’aria, che sole,

che tempo, l’ulivo!

Nei massi le barbe, e nel cielo

le piccole foglie d’argento!

Serbate a più gracile stelo

più soffici zolle!

Tra i massi s’avvinchia, e non cede,

se i massi non cedono, al vento.

Lì, soffre, ma cresce, né chiede

più ciò che non volle.

 

Mi sono trastullato negli uliveti mattina e sera in queste giornate luminose e fredde, ma con un sole chiaro e stupendo. Ah mio caro Theo, se tu vedessi gli ulivi in questo periodo dell’anno … con il fogliame argento antico che inverdisce contro l’azzurro. E la terra arata color arancio di una tale delicatezza e raffinatezza. Voglio dire che il mormorio di un uliveto ha qualcosa di molto intimo, di immensamente antico. È troppo bello perché io osi dipingerlo o possa descriverlo”.

 

Lasciate quindi il giardino: siete quasi alla fine di questo anello. Ancora pochi passi e sarete di nuovo al punto di partenza in Via Lungo l’Affrico.

L’angolo delle curiosità:

Il nome della collina di Camerata viene da Ca Marte, casa di Marte, perché anticamente qui sorgeva un tempio romano dedicato al dio della guerra.

Anglobeceri era il soprannome che i fiorentini avevano dato alla comunità straniera che viveva a Firenze, che parlava un buffo fiorentino con accento anglosassone.

 Se vi va di approfondire: “I dintorni di Firenze", di Guido Carocci.


sabato 23 agosto 2025

Itinerari di viaggio: Portogallo magico. Seconda tappa ÓBIDOS – NAZARÉ - ALCOBAÇA – BATALHA – FATIMA

Per ÓBIDOS e NAZARÉ vedi post del 2 agosto 2025.

ALCOBAÇA

A soli 15 km di distanza dalla nostra precedente tappa, fra la costa atlantica e le montagne, troviamo Alcobaça, che deve la sua fama al Monastero di Santa Maria, splendido esempio di architettura gotica portoghese, fondato nel 1153 su un terreno donato a Frate Bernardo de Claraval, fondatore dell'Ordine Cistercense, dal primo re del Portogallo, Afonso Henriques, in adempimento di un voto fatto dopo la Riconquista Cristiana di Santarém.

Entrando, ci accoglie un’unica lunga navata, spoglia di ogni ornamento e sorretta da grandi pilastri: si avverte subito un senso di raccoglimento che invita al silenzio. Al centro di ogni braccio del transetto si trovano le tombe di Pedro I e Inês, poste una di fronte all'altra.

Pedro I e Inês de Castro sono i protagonisti di una delle storie d'amore più commoventi del Portogallo.

Il principe Pedro I, sebbene si fosse sposato con Constança di Castiglia per ordine del padre, si innamorò, ricambiato, di Inês de Castro, dama di compagnia di sua moglie. I due amanti non perdevano occasione di incontrarsi a Coimbra, nei giardini di Quinta das Lágrimas, scambiandosi lettere appassionate attraverso un canale, detto "Cano dos Amores", le cui acque trasportavano i messaggi d'amore tra la Quinta e il Palazzo Reale.
Dopo la morte di Constança nel 1345, Pedro iniziò a vivere con Inês e i loro figli nel Palazzo Paços de Santa Clara, a Coimbra. Re Alfonso IV, contrario a questa unione e messo sotto pressione dalla corte, che temeva per le sorti dell’unico nipote legittimo, Ferdinando, nel 1355 ordinò che Inês venisse assassinata.
Alla notizia della morte della sua amata, Pedro temette di impazzire dal dolore e guidò una rivolta contro il re, giurando che non avrebbe mai perdonato suo padre per il terribile omicidio.
Quando Pedro diventò re, nel 1357, fece arrestare e uccidere gli assassini di Inês, strappando loro il cuore. Subito dopo, fece in modo che Inês venisse proclamata regina postuma, testimoniando di averla sposata in segreto, facendola riesumare e costringendo la corte a baciare la mano del cadavere in segno di obbedienza.
Nel 1360 il corpo di Inês fu trasferito da Coimbra al Monastero Reale di Alcobaça. Pedro commissionò due magnifiche tombe per restare per sempre vicino all’amore della sua vita: le splendide sculture gotiche, finemente decorate con rilievi raffiguranti scene di vita della coppia, di Cristo e di San Bartolomeo, sono collocate ai due lati del transetto in modo che quando arriverà il giorno del Giudizio Universale le anime dei due innamorati si possano sollevare e guardare un’ultima volta occhi negli occhi.

Dalla fine del XIX secolo, Alcobaça si affermò come territorio di espressione artistica della ceramica. Il percorso ceramico di Pedro e Ines nasce da un'interpretazione dell'episodio di Ines de Castro di “I Lusiadi”, di Luís Vaz de Camões. Include anche un sonetto dello stesso autore e un altro di Miguel Torga. Le dieci fabbriche partecipanti, invitate dal comune di Alcobaça, traducono in ogni opera l'universo letterario, identitario e simbolico dell'amore di Pedro e Ines.




Dopo la visita al Monastero, dichiarato Patrimonio Unesco, passeggiate per le vie della città. Noi l’abbiamo trovata quasi deserta, probabilmente per l’orario nel quale siamo arrivati. Ci sono diverse pasticcerie e botteghe artigiane che espongono le tradizionali ceramiche dipinte a mano. 
Se avrete fortuna, potrebbe capitarvi di udire cantare una voce meravigliosa per le strade della città: si tratta di João Paulo Ferreira, un cantante lirico che vive ad Alcobaça. Cercatelo su Youtube: vi innamorerete della sua voce sublime. Non seguo molto la lirica, ma mi sono stupita di non aver mai sentito parlare prima di questo artista. Un ragazzo portoghese però mi ha spiegato che la lirica in Portogallo è sempre stata considerata musica d'élite, dato che la maggior parte delle opere sono in italiano e tedesco. A causa di questa barriera linguistica, difficilmente superabile, la musica popolare è stata sempre più apprezzata della lirica. 

Di nuovo in marcia, puntiamo verso nord. La prossima tappa sarà la piccola città di Batalha, nota per il suo spettacolare complesso monastico. La Capela Imperfeita mi ha colpita in modo particolare e ha acceso in me un senso di meraviglia e suggestione. 


Batalha

Da Alcobaça a Batalha ci sono solo una ventina di chilometri: vi consiglio di non perdervi la visita all’eclettico monastero del XIV secolo, patrimonio Unesco, costruito con una perfetta combinazione di vari stili ed arte “manuelina”: guglie, pinnacoli, contrafforti, archi, sculture. Una meraviglia! Fu realizzato in segno di gratitudine alla Vergine Maria per la vittoria dell’esercito portoghese contro il re di Castiglia nella battaglia di Aljubarrota. La vittoria fu tanto eclatante proprio perché l’impresa pareva impossibile, a causa della netta superiorità del numero di soldati castigliani.

Bisognerebbe avere un intero giorno a disposizione per ammirare questo monastero. Splendido il portale della facciata anteriore, ornato e ricco di statue, e quello della facciata occidentale. L’interno, lungo e stretto, è diviso in tre austere navate addolcite dalla luce che fa breccia dalle vetrate policrome.

Nella sala do Capitulo è custodita la tomba del milite ignoto.

Dopo aver visitato la Capela do Fundador, il Claustro Real e il Claustro de Dom Alfonso e di Joao I, sostate nella Capela Imperfeita dalle volte incompiute e lasciate che la meraviglia e la suggestione vi avvolgano.

Per noi è già tempo di ripartire. Ci dirigiamo verso la regione centrale del Portogallo. Fatima ci aspetta.


POST IN COSTRUZIONE. Se volete seguirmi nella prossima visita, tornate a visitare il blog. 

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sabato 2 agosto 2025

Itinerari di viaggio: Portogallo magico. Seconda tappa ÓBIDOS – NAZARÉ - ALCOBAÇA – BATALHA – FATIMA

Lasciamo Lisbona, consci che ci sarebbero voluti almeno altri due giorni per conoscerla meglio. Siamo di nuovo sulla strada e puntiamo a nord, verso Óbidos, un delizioso villaggio medievale con una cinta muraria intatta (84 Km da Lisbona, 1 ora circa di viaggio). Nel 2015 è stata riconosciuta come Città Creativa della Letteratura dall'UNESCO, per l'impegno nel promuovere la cultura letteraria attraverso eventi e iniziative. Uno fra questi è “Folio”, il festival internazionale della letteratura (che quest’anno si terrà dal 9 al 19 ottobre). 

Óbidos
                                               

Pensate che Óbidos fu uno dei regali che il monarca Dom Dinis fece a Dona Isabel per le loro nozze. Vi lascio qui un link per leggere la loro storia: https://lisbon-a-love-affair.com/it/2020/09/03/isabella-di-aragona-la-regina-santa/

Queste sono le nostre tappe di visita, ma il villaggio è piccolo e potete concedervi il lusso di “perdervi” fra le viuzze tortuose, ammirando i fiori rampicanti, le abitazioni incorniciate da fasce giallo o blu, gli azulejos e le tipiche rondini portoghesi.



Porta da vila: appena varcata la porta è stupendo l’impatto che si prova trovandosi nella loggia con gli azulejos, che per noi è stato amplificato dal suono della chitarra di un musicista che si stava esibendo proprio lì, Pedrinho Ribeiro. Complice anche l’ottima acustica, sarei stata tutto il giorno ad ascoltarlo! 

Igreja de São Pedro: spicca la pala d'altare in legno dorato barocco. Accoglie le spoglie di padre Francisco Rafael da Silveira Malhao, che fu considerato un grande oratore sacro del suo tempo (oltre che poeta). I suoi sermoni testimoniavano una conoscenza approfondita della teologia, della storia e della letteratura.

Igreja de Santa Maria: la chiesa più bella del borgo, ornata di splendidi azulejos bianchi e blu e da un soffitto di legno dipinto, costruita nel XII secolo su un vecchio tempio visigoto e divenuta moschea durante l’occupazione moresca. Ammirate il dipinto della pittrice Josefa di Obidos, unica artista donna in Portogallo nel XVII secolo, molto amata dalla critica.

Igreja de São Tiago: una scoperta davvero inaspettata. Pensi di entrare in una chiesa e ti trovi in una libreria! Precedentemente era un importante luogo di pellegrinaggio, poi è stata sconsacrata e trasformata in libreria. Mantiene, comunque, una sorta di religiosa quiete, che contrasta con il via vai dei turisti che si trovano nelle vie del borgo. Vale assolutamente la pena di entrare, sia per vedere quanto rimane della Chiesa, sia per ammirare la trasformazione. Al piano di sopra abbiamo avuto l’ulteriore sorpresa di trovare una signora, Natalia Santos, merlettaia e poetessa, che espone e vende le sue opere.

Il castello: arroccato sulla collina, fu voluto da Dom Dinis a scopo difensivo. Non più visitabile, oggi è una bellissima pousada.

Prima di lasciare Obidos potete salire sulle mura, ma fate attenzione se volete fare il camminamento! Le mura sono prive di misure di sicurezza!

L’esperienza da fare, scegliendo uno dei tanti negozietti: fermatevi ad assaggiare il liquorino tipico (il Ginja em copo de chocolate, un liquorino all’amarena che viene servito in un bicchierino di cioccolata. Squisito!).


Nazaré

Di nuovo in auto, verso Nazaré e l’Oceano. Arriviamo in questo villaggio di pescatori con una splendida vista sull’Atlantico una mezzoretta dopo (sono circa 40 Km). Il vento ci sospinge verso il Santuario di Nostra Signora di Nazaré. Abbiamo fatto in tempo solo a dare una fugace occhiata perché era in corso la celebrazione della Messa e non volevamo disturbare i fedeli. Da quanto ho sentito dire, merita senz’altro una visita.

Ermida da Memória: è una piccola cappella sul belvedere di Nazaré. Si racconta che nel 1182 un nobile, mentre dava la caccia a un cervo, aveva spronato il suo cavallo al galoppo e d’un tratto vide aprirsi dinanzi a sé un enorme dirupo. Vistosi perduto, fece appena in tempo a chiedere alla Madonna la grazia di aver salva la vita: il cavallo si arrestò. Il nobile, in segno di ringraziamento, fece erigere questa cappella. L’interno è decorato con azulejos bianchi e blu e sono presenti anche delle scalette che conducono a una piccola finestra con vista sulla spiaggia di Nazaré.

Belvedere e Monolite di Vasco Da Gama: il panorama da qui è impagabile. Il monolite ricorda l’arrivo di Vasco da Gama a Nazaré. Secondo la tradizione, il navigatore si recò in pellegrinaggio alla Madonna di Nazaré prima di intraprendere il viaggio che lo portò alla scoperta della rotta marittima per l’India.


Da qui spostatevi nella parte bassa di Nazarè, dopo aver comprato qualche dolcetto tradizionale alle bancarelle che di solito stazionano sul Belvedere.


Lungomare: una bella passeggiata sul lungomare, fra turisti, gente del luogo, musicisti che suonano lungo la Av. Da Republica. Fate una sosta sulla spiaggia ad ammirare l’Oceano e giratevi verso la parte alta di Nazarè, che avete già visitato, per osservare la falesia dove si trova il promontorio.
Se siete qui per le onde più alte del mondo, sappiate che si possono vedere solo da novembre a maggio, e non tutti i giorni. Le onde sono generate grazie a un esteso canyon sottomarino lungo 230 Km e profondo 3 Km che, combinandosi ai venti che soffiano sull’Atlantico da novembre a maggio, creano delle onde giganti.

Lasciando il lungomare, date un’occhiata al Mercado Municipal (in Av. Vieira Guimarães),dove potrete comprare cibi locali e immergervi in un vero mercato tradizionale. Gustatevi l’atmosfera autentica del luogo.

Noi, per non perdere troppo tempo nei ristoranti, abbiamo pranzato allo Spar, che dista pochi passi dal mercato (Av. Vieira Guimarães 1), dove all’ingresso ci sono dei tavolini per consumare il cibo da asporto che vendono al supermercato.

Statua di bronzo dello scultore Celestino Alves Andre

Le donne di Nazaré indossavano tradizionalmente una gonna particolare, formata da ben sette gonne soprammesse. Quando attendevano con ansia il rientro dei loro mariti sulla spiaggia di Nazaré, usciti a pesca nell’ Oceano Atlantico, le gonne sovrapposte le proteggevano dal freddo. Una volta rientrate le barche, il peso delle gonne aiutava le donne a mantenersi in piedi, mentre lottavano contro il vento impetuoso e le forti correnti, collaborando con i mariti per tirare le barche a riva.


Purtroppo è già ora di ripartire! Proseguiamo per il Monastero cistercense di Alcobaça, a circa 15 Km da Nazaré. All'interno della chiesa ci aspettano gli spettacolari sepolcri dei "Romeo e Giulietta" portoghesi, il Re Pedro I e la sua amante Ines de Castro ... ma questo ve lo racconto la prossima volta!



PER ALCOBAÇA, BATALHA E FATIMA, VEDI IL POST DEL 23 AGOSTO 2025

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giovedì 31 luglio 2025

Segnalazione: ForGlobe, i corsi di formazione per giovani e adulti nelle bibioteche e negli archivi.

ll progetto ForGlobe, formazione gratuita a 360° per giovani e adulti in biblioteche e archivi prevede la realizzazione di un'ampia offerta di percorsi formativi gratuiti (oltre 100 corsi) rivolti alla popolazione adulta che si svolgeranno nel biennio 2025-2026 presso le biblioteche, gli archivi e alcuni istituti culturali dei Comuni aderenti al Sistema documentario SDIAF.


Le aree tematiche in cui saranno declinati i percorsi formativi sono:
area competenze digitali
area competenze linguistiche
area alfabetizzazione universale
area cittadinanza globale in riferimento all’Agenda 2030 e sviluppo sostenibile
area benessere personale

I corsi si svolgono fino a marzo 2027, secondo la scadenza dei singoli corsi.

Ciascuna persona può iscriversi a più corsi. I corsi che non raggiungono almeno 5 iscritti non saranno attivati.

Consulta qui i corsi disponibili: https://forglobe.eu/

mercoledì 30 luglio 2025

Segnalazione: Passeggiata al tramonto 4 Agosto ore 18 e spettacolo ore 20.30

Passeggiata artistico performativa  con la guida della storica d'arte Helen Manner. 

Performance danzata da Flavia Dule e Beatrice Guastalla all'Oratorio della Vannella

Discesa fino ad arrivare a Villa il Palmerino dove nel piccolo anfiteatro del Gallinarium si potrà assistere ad uno spettacolo esilarante di Maria Cassi e Leonardo Brizzi. 

Gli eventi sono gratuiti ma è essenziale prenotarsi


Info: associazione@palmerino.it

 

lunedì 28 luglio 2025

Itinerari di viaggio: Portogallo magico. Prima tappa: Lisbona

 

Prima tappa: LISBONA

Primo giorno

Dopo un buon pranzo da Zahir Kebab (dove comunque non si mangia solo kebab) in R. da Beneficência 241B (locale carino, pulito e personale gentile) abbiamo fatto una bella passeggiata a piedi fino a piazza Marques de Pombal (era il primo ministro del re. È un personaggio molto famoso: a lui si devono la ricostruzione di Lisbona dopo il terribile terremoto del 1755, una serie di importanti riforme e la creazione del vino Porto fatto dai portoghesi): da qui partono tutti i bus turistici (gli hop on hop off o i sightseeing). 

Eccolo qui il Marchese di Pombal!

Per farci una prima idea di Lisbona abbiamo deciso di fare tutto il giro della linea rossa (che percorre il centro storico) e, una volta tornati al capolinea, abbiamo cambiato e preso la linea blu (la Orient line: l’area moderna). 

La statua dello scrittore e giornalista Camilo Castelo Branco, lungo la Orient line

Mettetevi comodi (noi siamo saliti al piano di sopra e ci siamo seduti nei primi posti, per avere una visuale migliore) e godetevi la città che sfila davanti a voi, con i suoi ampi viali, le piazze, le stradine che si arrampicano e scendono. Che meraviglia anche solo vedere le facciate dei palazzi coperti dagli azulejos!


Al vostro ritorno alla piazza de Pombal, ammirate il Parco de Eduardo VII. Se avete tempo arrivate fino al Miradouro del Parco (verso Alameda Cardeal Cerejeira) per una vista stupenda sulla città e sul Tago (e visto che ci siete, subito dopo aver attraversato la strada, arrivate a vedere la statua di Botero "Maternidad").

Il consiglio di un lisbonese per passare la serata: LX FACTORY, nel quartiere di Alcantara. Un tempo sede di un’azienda di filati, è stata trasformata in una sorta di villaggio artistico che ospita negozi, caffè, ristoranti e aziende legati all’arte e alla cultura.




Secondo giorno

Ecco le tappe del secondo giorno a Lisbona: gambe in spalla! Oggi si cammina!

In arrivo al Monastero Dos Jeronimos

Quartiere di Belem, con la Torre (peccato fosse in restauro! L’avevano imbustata!), il Monumento alle Scoperte e il meraviglioso Monastero Dos Jeronimos in stile manuelino, fatto costruire per celebrare il ritorno del navigatore portoghese Vasco De Gama dopo aver scoperto la rotta per l’India.
Sulla stele della tomba di Pessoa, nel chiostro del monastero, sono riportati dei versi che, tradotti, sono i seguenti: 

"Per essere grande, sii completo: niente di ciò che è tuo esagera o esclude. Sii completo in ogni cosa. Metti tutto ciò che sei nel minimo che fai. Così in ogni lago splende tutta la luna, perché vive in alto". Ricardo Reis 14.2.1933

"No: non voglio niente. Ho già detto che non voglio niente. Non venire da me con conclusioni! L'unica conclusione è morire". Alvaro de Campos 1923

Ricardo Reis e Alvaro de Campos sono eteronimi creati da Pessoa


La tomba di Pessoa


Parlamento

Avenida da Liberdade

Praça dos Restauradores

Stazione ferroviaria Rossio

Praça Dom Pedro IV: su questa piazza si affacciano caffè, negozi, palazzi neoclassici, il teatro nazionale e il Palacio da Independencia, uno dei massimi esempi di architettura seicentesca portoghese.

Praça da Figueira, dalla quale potrete ammirare il Castello di S. Jorge

Quartiere centrale del Chiado. Elevador de Santa Justa, l’ascensore in ferro battuto costruito da un allievo di Eiffel.

Praça do Commercio, Arco della Rua Augusta. Non perdete la splendida vista sulla foce del Tago (e date un’occhiata al Cafè Restaurante Martinho da Arcada, locale storico nel quale amava fermarsi Pessoa).

Museo dedicato alla vita e alle opere del premio Nobel José Saramago, in una residenza restaurata del 1500 (R. Das Damas, Alfama).

Chiesa di Sant’Antonio, costruita sul luogo di nascita del Santo

Cattedrale del XII secolo

Passeggiata nelle strade labirintiche del quartiere Alfama, il più antico della città. Se la trovate aperta, non perdetevi la Chiesa di San Miguel.


Agli amanti dei misteri e dei thriller piacerà la storia di Diogo Alves, un galiziano emigrato in Portogallo intorno al 1836, conosciuto come il “killer dell’acquedotto”. Diogo attendeva le sue vittime, le rapinava e le gettava dalla sommità dell’acquedotto das Aguas Livres. Nel 1841 fu scoperto e venne impiccato. Il suo cranio fu conservato per poterne studiare l’anatomia e il cervello. Onestamente non ho ben capito se sia conservato alla facoltà di medicina dell’Università di Lisbona o al museo di scienze naturali … lascio a voi l’incarico di approfondire, in caso vogliate “incontrarlo” …



Post in costruzione: tornate a leggerlo, per gli aggiornamenti ...


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sabato 26 luglio 2025

Itinerari di viaggio: Portogallo magico

 


Portogallo, terra di anima e passione, di intersezioni, di spinta verso l’oltre e il radicarsi alle proprie origini e tradizioni. Terra che svela il passato di città moresche, fenicie, lusitane, romane; che ancora ricorda l’illuminismo Pombalino e la voglia di scoprire l’ignoto.

Il poeta Fernando Pessoa scriveva che “il modo migliore di viaggiare è sentire” e in questo viaggio ho cercato di mettere all’erta tutti i sensi: mi hanno colpito la luce di Lisbona e gli incanti degli intrecci dell’architettura manuelina, i profumi del chiostro del monastero di Batalha, i sapori della cucina, la grana della spiaggia di Nazaré, la malinconia del fado che si lega, struggente, alla saudade e ai pensieri sul destino. 

Sfruttando l’immaginazione, basta chiudere gli occhi e pensare alla quantità e varietà di persone che hanno camminato su queste terre, persone che provenivano dalle parti più lontane del mondo, immaginare i carichi di spezie, sete e oro ….

Siete pronti a partire con me per il Portogallo? Se vi va, seguitemi nei prossimi post. 

Até breve então ...💓