Tutto da cambiare, Tonino!

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giovedì 20 novembre 2025

Itinerari di viaggio: Portogallo magico. Terza tappa: Porto

          Chiesa di Sant'Ildefonso

Con il sottofondo della voce vibrante di Amália Rodrigues, la regina del fado, passiamo il Duero da uno dei tanti ponti della città e arriviamo a Porto.

La nostra visita inizia da Praça da Batalha, su cui troneggia la statua di Don Pedro V. Davanti alla Chiesa di S. Ildefonso, la cui facciata è ricoperta da azulejos, troviamo un mercatino dell’artigianato, ma ci lanciamo uno sguardo fugace e proseguiamo per la nostra meta: la stazione di São Bento, progettata dall’architetto José Marques da Silva, costruita sui resti di un antico convento. 



La stazione è bella da vedere all’esterno, con la facciata in pietra e il tetto mansardato, ma è l’atrio centrale, finemente decorato da splendidi azulejos che raccontano la storia del Portogallo, le tradizioni locali e scene di vita rurale ad essere imperdibile. Immersi nella contemplazione delle ventimila piastrelle dipinte, non dimenticate di tenere una mano sul portafoglio (occhio ai borseggiatori!). 


Noi siamo capitati in un orario particolarmente affollato, ma se visiterete questo luogo al tramonto o in orari di minor afflusso, tendete le orecchie: sembra che lungo i corridoi della stazione si odano ancora le preghiere dell’ultima suora che abitava il convento prima che venisse chiuso in seguito al decreto di estinzione degli ordini religiosi del 1834. La suora non scappò come tutte le altre dopo l’emanazione del decreto, ma vi rimase ad abitare fino al giorno della sua morte, nel1892.


Usciti dalla stazione ci siamo addentrati nel quartiere di Ribeira, il nucleo più antico e caratteristico della città, con le sue facciate colorate, il labirinto dei suoi vicoli e la piazza dell'infante Dom Henrique.

Passeggiando lungo la strada pedonale R. das Flores, che conduce al fiume, ci siamo fermati a dare un’occhiata alle vetrine dei negozi. E’ una via pittoresca, con begli edifici storici, bar, ristoranti. L’unico negozio in cui siamo entrati è stato Claus, l’elegante negozio dell’impresa di profumi e saponi fondata nel 1887. Ambiente raffinatissimo, con espositori che impreziosiscono i prodotti. I saponi sono impacchettati a mano in carte bellissime e chiuse con un timbro a ceralacca. Regale.

Arrivati nei pressi del fiume siamo andati a visitare la chiesa di San Francisco: la bella facciata gotica nasconde in realtà al suo interno tre navate rivestite in oro con la tecnica della “talha dourada”, con degli impressionanti capolavori barocchi. Meravigliosi gli intagli dorati della cappella di San Giovanni Battista del XV secolo e l’Albero di Jesse scolpito in legno policromo del XVIII secolo, che raffigura la genealogia di Gesù. Questa tecnica dell'arte barocca portoghese consiste nell'intagliare accuratamente il legno e poi applicare strati di foglia d'oro per creare effetti tridimensionali e scintillanti. L’intera chiesa è ipnotica e meriterebbe molto più tempo di quello che abbiamo potuto dedicarle. Un po’ caro il biglietto d’ingresso, ma ne vale la pena: la visita è un’esperienza. Non si possono fare foto, ma penso che probabilmente siamo stati fra i pochi a rispettare il divieto, dato che internet è pieno di immagini degli interni di questa chiesa!

La Cattedrale

Usciti dalla chiesa avevamo due possibilità: la classica navigazione lungo il fiume, che passa sotto i vari ponti della città o proseguire la visita di Porto a piedi. Abbiamo scelto quest’ultima e ci siamo incamminati verso il Duomo, passando a fianco del Mercado Ferreira Borges (il palazzo del mercato costruito nel 1880 in ferro e vetro) e proseguendo per Rua da Bainharia, una delle più antiche strade di Porto (risale al 1296). Vi ritroverete a camminare in leggera salita, in una strada stretta e pittoresca, fiancheggiati da edifici alti e dalle facciate tradizionali. In questa strada, all'epoca, erano concentrati i negozi degli artigiani che fabbricavano foderi per le spade.

Proseguendo poi per R. de Sant’Ana, si arriva a Largo do Colegio, dove si erge, imponente, il museo di arte sacra. Prendendo le scalette sulla destra (Escladas do colegio), dopo poco sarete in vista del Duomo.

La Cattedrale si trova nella zona più alta della città, nel quartiere di Batalha e, più che un edificio religioso, a prima vista sembra una fortezza. Anche qui abbiamo trovato una mescolanza di stili: barocco, romanico e gotico. Al suo interno è molto sobria e spoglia, se si escludono l'altare maggiore e alcune cappelle in stile barocco. Da una porta sulla destra si accede al chiostro gotico del XIV secolo, rivestito di azulejos decorati con scene religiose.


Davanti all’ingresso della cattedrale si gode di un panorama unico sulla città ma, dato che si sta facendo tardi e che la camminata ci ha stimolato un grande appetito, ci affrettiamo in direzione del Ponte Luis I e, lungo strada, ci fermiamo a mangiare un cachorro e una francesinha.



Dopo pranzo, abbiamo attraversato il ponte Luis I e siamo andati a visitare la cantina storica della Burmester, partecipando ad un tour con una guida molto simpatica che ci ha spiegato le origini dell’azienda, i processi di produzione del vino Porto e le caratteristiche del territorio. Alla fine del tour ci hanno offerto una degustazione di tre tipi di Porto. Molto bello e suggestivo l’ambiente, con una romantica vista sul fiume su cui sfilavano le imbarcazioni tradizionali con le quali i commercianti trasportavano il vino lungo il Douro (barcos rabelos).


Avrei voluto fare un salto alla famosa libreria Lello e Irmao, ma non c’è stato tempo. Ho letto comunque su internet che bisogna prenotare per tempo e che l’ingresso costa 10 euro, poi scontati in caso acquistiate dei libri.

             Opera di Bordalo II, street artist portoghese. 
Le sue opere sono realizzate recuperando materiali di scarto. 

Dopo una passeggiata sull’altra sponda del fiume (Av. De Diogo Leite), per noi è tempo di rimetterci in viaggio verso Guimarães, antico sito celtico e prima capitale del paese indipendente nel secolo XII.

lunedì 10 novembre 2025

La poesia è la chiave per accedere a luoghi nascosti dell'anima

 


Circa un mese fa sono stata alla Fondazione Franco Zeffirelli per assistere a un incontro letterario con Dacia Maraini, Erica Gardenti Cassigoli e Titti Giuliani Foti. La signora Maraini parlava con garbo, dando spazio, oltre al suo libro “Vita mia”, anche ai libri delle altre due scrittrici: “Ogni padre è stato bambino” e “Cara mamma”.  Le autrici hanno parlato del potere della scrittura autobiografica come memoria, testimonianza e rinascita e su come la poesia aiuti a vivere, anche in situazioni disperate.

L’attrice Maria Letizia Gorga ha letto alcuni stralci dei tre libri: che meraviglia! Che arte sublime anche quella di saper leggere dando spessore ed emozioni alle parole.

Quando sono uscita dalla Sala della Musica del complesso di San Firenze e mi sono trovata nella piazza, mi ha colpita la luce dolce del tardo pomeriggio. È stato un ottobre straordinariamente caldo, una coda d’estate che solo in certe ore o in certi giorni raffrescava. Ho girato lo sguardo verso via del Proconsolo: il campanile della Badia fiorentina e la torre Volognana, sul canto del Bargello, coi suoi merli guelfi e i suoi stemmi, parevano tutte d’oro, così baciate dal sole del tramonto, che già aveva sparso le prime velature d’ombra su piazza San Firenze. Perfino le statue sul timpano del portale della chiesa di San Filippo Neri sembravano godersi lo spettacolo di quella vista, stupite di fronte a tanta bellezza.

Sono stata invasa da una commozione così intensa! Ho ammirato spesso le meraviglie di questa città, ma quel giorno questa meraviglia mi è esplosa dentro e mi ha turbata. 

Tornando verso casa mi sono chiesta se l’incontro a cui avevo partecipato non avesse acceso dentro di me un’emotività più spiccata, che mi aveva permesso di godere maggiormente della vista di Firenze. Avrei sentito lo stesso quella commozione alla vista della torre e del campanile dipinti dalla luce dorata se fossi andata in centro per una commissione? O è stata la poesia di quell’incontro che mi ha fatto accedere a un luogo dell’anima nascosto? Ho scattato una foto, che non restituisce però l’emozione del momento, le sensazioni, gli odori, i rumori, la vita che scorreva in quell’istante ….

Un salto in cucina. Libero pasticciare creativo: fiori di merluzzo con salsa spiritosa

 


Fiori di merluzzo con salsa spiritosa

Fiori di merluzzo 600 grammi

1 fetta di melone giallo

1 Kiwi

Salsa di soia q.b.

1 porro

2 noci di burro

Olio q.b.

Pinoli a piacere

Sale e pepe

Tagliate il porro a rondelle e mettetelo in padella con un pochino di burro e olio d’oliva: fatelo appassire.  

Infarinate i filetti di merluzzo, adagiateli in padella e alzate la fiamma. Lasciate cuocere un paio di minuti a fiamma alta, in modo si formi la crosticina, poi girateli per farli dorare anche dall’altra parte.

Unite il Kiwi tagliato a pezzettini, la polpa di melone e un pochino di salsa di soia: lasciate insaporire il tutto qualche minuto.

Togliete i filetti dalla padella e teneteli in caldo. Versate tutto il resto del contenuto della padella in un contenitore con il bordo alto: frullate con un frullatore a immersione per ottenere la salsa.

Mettete i filetti in un piatto da portata e versatevi sopra la salsa. Cospargete il tutto con una manciatina di pinoli e servite.

Questa ricetta “scappata” (chiamo così i piatti che creo quando ho veramente poco tempo a disposizione, in preda all’istinto del momento e alla necessità di far presto) è piaciuta molto. La salsina dolce acidula ha regalato al merluzzo un sapore interessante e appetitoso.

 

lunedì 27 ottobre 2025

Segnalazione: "Fabrizio Dusi. Le parole degli altri” a Brescia (Palazzo Martinengo di Villagana), fino all’11 gennaio 2026

Una mostra sulla parola, strumento di comunicazione e veicolo di identità, basata sull’intreccio di due archetipi: la Torre di Babele come impossibilità di comprendersi e l’Annunciazione, come rivelazione e ascolto profondo.

Ingresso libero su prenotazione

Info: Galleria BPER lagalleria@bper.it

Tel. 0592021598

Segnalazione: “Il tempo della scrittura” a Modena (La Galleria BPER Banca), fino all’8 febbraio 2026



“Il tempo della scrittura. Immagini della conoscenza dal Rinascimento a oggi”, un percorso esplorativo intorno al concetto di paideia, per scoprire il ruolo dell’arte e della scrittura come veicolo di trasmissione di idee, sapere e valori attraverso i secoli.

Via Scudari, 9 Modena Ingresso libero

Info: Galleria BPER

lagalleria@bper.it

giovedì 23 ottobre 2025

Segnalazione: a Treviso, "Scritture in movimento, scrittori per un giorno"

 



Domenica 26 ottobre 2025 Treviso diventa una grande “officina di storie” con "Scritture in movimento, scrittori per un giorno", il contest di scrittura dedicato alle scuole secondarie di II grado del Veneto, realizzato in collaborazione con SanMarco Group. Un’intera giornata di creatività condivisa: si scrive in città, si legge ad alta voce, si vota insieme, si premia sul palco. Un modo concreto per allenare ascolto, espressione, lavoro sul testo e per vivere il festival da protagonisti.

Come si svolge il contest:
  • Accoglienza e registrazione: check-in 8:30–9:00 nel complesso di Santa Caterina (Treviso). Istruzioni operative per gli studenti e kit dello scrittore.

  • Tema a sorpresa & scrittura: il tema viene svelato al mattino; ciascun partecipante scrive un racconto breve in un tempo definito. Si può scrivere a mano o in digitale (email/smartphone/tablet/PC), con consegna digitale.

  • Incipit in evidenza & votazione pubblica: l’incipit sarà letto in pubblico nel pomeriggio; il pubblico esprime un voto in tempo reale e in segreto. I racconti più votati accedono alla Giuria tecnica per la valutazione finale. 

  • Finale e premiazione: proclamazione e premiazione alle 19:00 nell’auditorium di Santa Caterina.

Premi in palio:
  • Voucher viaggio offerti da Gattinoni Travel,
  • Buoni libri di Feltrinelli Librerie,
  • Pubblicazione dei racconti finalisti in antologia pubblicata
Perché partecipare:
  • Esperienza completa di scrittura: ideazione, stesura, revisione, educazione all’ascolto e alla critica argomentata, con possibilità di pubblicazione e premi.
  • Valorizzazione del merito: doppia valutazione (pubblico + giuria d’eccellenza: giornalisti, editori, scrittori del Veneto).
  • Giornata di comunità: la città come laboratorio a cielo aperto, insieme a coetanei di tutto il Veneto.
Regolamento in breve:
  • Registrazione: tramite compilazione del form al pulsante qui sotto.
  • Svolgimento: tema a sorpresa, tempo di scrittura limitato, racconto breve con incipit evidenziato; elaborato inviato via email in digitale (tutte le istruzioni dettagliate verranno rilasciate all’accoglienza)
  • Valutazioni: lettura pubblica degli incipit con voto del pubblico; i migliori passeranno alla Giuria tecnica per la graduatoria finale.
  • Premiazione: in serata verranno annunciati i migliori racconti e verranno consegnati i premi e gli attestati di partecipazione.

→ INFO: concorsi@cartacarbonefestival.it 


Fonte: Newsletter Cartacarbone



lunedì 13 ottobre 2025

Itinerari di viaggio: Portogallo magico. Seconda tappa ÓBIDOS – NAZARÉ - ALCOBAÇA – BATALHA – FATIMA

Per le tappe prima di Fatima vedi i post del 2 e del 23 agosto 2025
https://pennaeblog-notes.blogspot.com/2025/08/itinerari-di-viaggio-portogallo-magico_23.html



Fatima è un modesto borgo dell’Estremadura, che fino al 1997 non aveva ancora lo status di città, eppure ogni anno milioni di fedeli vi si recano in pellegrinaggio, in seguito all’apparizione della Vergine Maria a tre pastorelli (il 13 maggio 1917). 
Quello che mi ha colpito particolarmente di questo luogo è stata l’estrema compostezza delle persone presenti. 
Siamo arrivati nel tardo pomeriggio, per cui il piazzale non era particolarmente gremito. Abbiamo visitato la Basilica del Santuario, dove sono custodite le spoglie dei pastorelli che assistettero alle apparizioni: Francisco, Giacinta e Lucia. I bambini raccontarono che una nube era scesa verso di loro e che si era poi dissolta, rivelando la presenza di una signora completamente vestita di bianco, che chiese loro di pregare per la pace del mondo intero. Le apparizioni durarono sei mesi, a cadenza regolare, durante le quali i bambini ebbero delle rivelazioni circa alcuni eventi futuri.
Per la visita della Basilica abbiamo seguito un percorso prestabilito che portava a fare il giro della stessa ma, a mio parere, più che visitare il luogo, ne vanno assorbite le sensazioni. In realtà, il fulcro del Santuario e la prima costruzione del complesso è la Cappella delle apparizioni, sormontata da una cupola in vetro: segna il luogo esatto delle apparizioni, con una colonna di marmo su cui poggia la statua della Vergine.

Appena fuori dalla Cappella delle apparizioni abbiamo visto alcuni devoti che attraversavano il piazzale in ginocchio, lungo una striscia di marmo bianco, in segno di penitenza.



Al lato opposto della Basilica originaria sorge la Basilica della Santissima Trinità, inaugurata nel 2007 per accogliere il gran numero di pellegrini che assistono alla Messa. Dall’insolita forma circolare, realizzata con pietra proveniente da questa regione, di colore “bianco del mare”, ha una capacità di 8.633 posti a sedere e il pavimento è stato progettato per eliminare qualsiasi "barriera" per le persone con difficoltà motorie. Malgrado sia un’architettura moderna, è questa la struttura che mi ha colpita di più: la parete del presbiterio è ricoperta completamente da un grande mosaico dorato che crea degli splendidi giochi di luce, su cui sono raffigurati la Madonna con Giacinta, Francesco e Lucia, santi, apostoli e arcangeli. Tra i santi emergono Santa Elisabetta di Portogallo e Santa Teresa di Calcutta. Ma è il crocefisso quello che ha rubato di più il mio sguardo: l’ho trovato splendido. Facendo delle ricerche, ho scoperto che è opera di una scultrice irlandese, Catherine Greene, che ha realizzato questo crocefisso di dimensioni notevoli: la figura di Cristo è alta cinque metri, sospesa su un unico cavo metallico! Mi ha colpito il fatto che il volto di Cristo non sia stravolto dalla sofferenza, ma abbia un’espressione che emana serenità e pace e che abbia dei tratti fisionomici particolari, quasi che l’artista abbia voluto riassumere in un unico volto caratteristiche di diverse etnie. 


Dopo cena abbiamo partecipato alla fiaccolata serale, in un’atmosfera raccolta e toccante.


Dopo uno sguardo a qualche negozio nei dintorni dell’albergo abbiamo deciso di andare a letto per concederci un buon sonno: domani ci aspettano Porto e Guimarães (e più di duecento chilometri di strada da fare).

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