Tutto da cambiare, Tonino!

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lunedì 27 ottobre 2025

Segnalazione: "Fabrizio Dusi. Le parole degli altri” a Brescia (Palazzo Martinengo di Villagana), fino all’11 gennaio 2026

Una mostra sulla parola, strumento di comunicazione e veicolo di identità, basata sull’intreccio di due archetipi: la Torre di Babele come impossibilità di comprendersi e l’Annunciazione, come rivelazione e ascolto profondo.

Ingresso libero su prenotazione

Info: Galleria BPER lagalleria@bper.it

Tel. 0592021598

Segnalazione: “Il tempo della scrittura” a Modena (La Galleria BPER Banca), fino all’8 febbraio 2026



“Il tempo della scrittura. Immagini della conoscenza dal Rinascimento a oggi”, un percorso esplorativo intorno al concetto di paideia, per scoprire il ruolo dell’arte e della scrittura come veicolo di trasmissione di idee, sapere e valori attraverso i secoli.

Via Scudari, 9 Modena Ingresso libero

Info: Galleria BPER

lagalleria@bper.it

giovedì 23 ottobre 2025

Segnalazione: a Treviso, "Scritture in movimento, scrittori per un giorno"

 



Domenica 26 ottobre 2025 Treviso diventa una grande “officina di storie” con "Scritture in movimento, scrittori per un giorno", il contest di scrittura dedicato alle scuole secondarie di II grado del Veneto, realizzato in collaborazione con SanMarco Group. Un’intera giornata di creatività condivisa: si scrive in città, si legge ad alta voce, si vota insieme, si premia sul palco. Un modo concreto per allenare ascolto, espressione, lavoro sul testo e per vivere il festival da protagonisti.

Come si svolge il contest:
  • Accoglienza e registrazione: check-in 8:30–9:00 nel complesso di Santa Caterina (Treviso). Istruzioni operative per gli studenti e kit dello scrittore.

  • Tema a sorpresa & scrittura: il tema viene svelato al mattino; ciascun partecipante scrive un racconto breve in un tempo definito. Si può scrivere a mano o in digitale (email/smartphone/tablet/PC), con consegna digitale.

  • Incipit in evidenza & votazione pubblica: l’incipit sarà letto in pubblico nel pomeriggio; il pubblico esprime un voto in tempo reale e in segreto. I racconti più votati accedono alla Giuria tecnica per la valutazione finale. 

  • Finale e premiazione: proclamazione e premiazione alle 19:00 nell’auditorium di Santa Caterina.

Premi in palio:
  • Voucher viaggio offerti da Gattinoni Travel,
  • Buoni libri di Feltrinelli Librerie,
  • Pubblicazione dei racconti finalisti in antologia pubblicata
Perché partecipare:
  • Esperienza completa di scrittura: ideazione, stesura, revisione, educazione all’ascolto e alla critica argomentata, con possibilità di pubblicazione e premi.
  • Valorizzazione del merito: doppia valutazione (pubblico + giuria d’eccellenza: giornalisti, editori, scrittori del Veneto).
  • Giornata di comunità: la città come laboratorio a cielo aperto, insieme a coetanei di tutto il Veneto.
Regolamento in breve:
  • Registrazione: tramite compilazione del form al pulsante qui sotto.
  • Svolgimento: tema a sorpresa, tempo di scrittura limitato, racconto breve con incipit evidenziato; elaborato inviato via email in digitale (tutte le istruzioni dettagliate verranno rilasciate all’accoglienza)
  • Valutazioni: lettura pubblica degli incipit con voto del pubblico; i migliori passeranno alla Giuria tecnica per la graduatoria finale.
  • Premiazione: in serata verranno annunciati i migliori racconti e verranno consegnati i premi e gli attestati di partecipazione.

→ INFO: concorsi@cartacarbonefestival.it 


Fonte: Newsletter Cartacarbone



lunedì 13 ottobre 2025

Itinerari di viaggio: Portogallo magico. Seconda tappa ÓBIDOS – NAZARÉ - ALCOBAÇA – BATALHA – FATIMA

Per le tappe prima di Fatima vedi i post del 2 e del 23 agosto 2025
https://pennaeblog-notes.blogspot.com/2025/08/itinerari-di-viaggio-portogallo-magico_23.html



Fatima è un modesto borgo dell’Estremadura, che fino al 1997 non aveva ancora lo status di città, eppure ogni anno milioni di fedeli vi si recano in pellegrinaggio, in seguito all’apparizione della Vergine Maria a tre pastorelli (il 13 maggio 1917). 
Quello che mi ha colpito particolarmente di questo luogo è stata l’estrema compostezza delle persone presenti. 
Siamo arrivati nel tardo pomeriggio, per cui il piazzale non era particolarmente gremito. Abbiamo visitato la Basilica del Santuario, dove sono custodite le spoglie dei pastorelli che assistettero alle apparizioni: Francisco, Giacinta e Lucia. I bambini raccontarono che una nube era scesa verso di loro e che si era poi dissolta, rivelando la presenza di una signora completamente vestita di bianco, che chiese loro di pregare per la pace del mondo intero. Le apparizioni durarono sei mesi, a cadenza regolare, durante le quali i bambini ebbero delle rivelazioni circa alcuni eventi futuri.
Per la visita della Basilica abbiamo seguito un percorso prestabilito che portava a fare il giro della stessa ma, a mio parere, più che visitare il luogo, ne vanno assorbite le sensazioni. In realtà, il fulcro del Santuario e la prima costruzione del complesso è la Cappella delle apparizioni, sormontata da una cupola in vetro: segna il luogo esatto delle apparizioni, con una colonna di marmo su cui poggia la statua della Vergine.

Appena fuori dalla Cappella delle apparizioni abbiamo visto alcuni devoti che attraversavano il piazzale in ginocchio, lungo una striscia di marmo bianco, in segno di penitenza.



Al lato opposto della Basilica originaria sorge la Basilica della Santissima Trinità, inaugurata nel 2007 per accogliere il gran numero di pellegrini che assistono alla Messa. Dall’insolita forma circolare, realizzata con pietra proveniente da questa regione, di colore “bianco del mare”, ha una capacità di 8.633 posti a sedere e il pavimento è stato progettato per eliminare qualsiasi "barriera" per le persone con difficoltà motorie. Malgrado sia un’architettura moderna, è questa la struttura che mi ha colpita di più: la parete del presbiterio è ricoperta completamente da un grande mosaico dorato che crea degli splendidi giochi di luce, su cui sono raffigurati la Madonna con Giacinta, Francesco e Lucia, santi, apostoli e arcangeli. Tra i santi emergono Santa Elisabetta di Portogallo e Santa Teresa di Calcutta. Ma è il crocefisso quello che ha rubato di più il mio sguardo: l’ho trovato splendido. Facendo delle ricerche, ho scoperto che è opera di una scultrice irlandese, Catherine Greene, che ha realizzato questo crocefisso di dimensioni notevoli: la figura di Cristo è alta cinque metri, sospesa su un unico cavo metallico! Mi ha colpito il fatto che il volto di Cristo non sia stravolto dalla sofferenza, ma abbia un’espressione che emana serenità e pace e che abbia dei tratti fisionomici particolari, quasi che l’artista abbia voluto riassumere in un unico volto caratteristiche di diverse etnie. 


Dopo cena abbiamo partecipato alla fiaccolata serale, in un’atmosfera raccolta e toccante.


Dopo uno sguardo a qualche negozio nei dintorni dell’albergo abbiamo deciso di andare a letto per concederci un buon sonno: domani ci aspettano Porto e Guimarães (e più di duecento chilometri di strada da fare).

Se vuoi seguirmi nella prossima visita, torna a visitare il blog. 

Se vuoi iscriverti al blog, clicca su "Segui" nella barra laterale (dalla versione web).  

sabato 11 ottobre 2025

Segnalazione: Domenica di carta, a Firenze, 12 ottobre 2025. Visite gratuite e passaggi "segreti" a Palazzo Medici Riccardi, alla Biblioteca Riccardiana e alla Biblioteca Moreniana

In occasione della Domenica di Carta 2025 le biblioteche di Palazzo Medici Riccardi aprono le porte al pubblico con tre visite speciali, che prenderanno il via dal cortile di Michelozzo, proseguiranno tra le sale del percorso museale, fino a giungere alla Biblioteca Riccardiana. Eccezionalmente, sarà possibile accedere alla speculare Libreria (attuale sala studio della Biblioteca Riccardiana) grazie a uno dei passaggi celati dagli armadi intagliati e dorati, per approfondirne la storia, apprezzarne la raccolta e concludere il percorso con gli altrettanto preziosi ambienti e fondi della Biblioteca Riccardiana e della Biblioteca Moreniana.


Le visite, gratuite e della durata di circa 1 ora, sono alle 9, alle 10 e alle 11. Ingresso da via Cavour 3.
Posti limitati, prenotazione obbligatoria.

Per informazioni e prenotazioni: chiamare lo 055 2760552 o scrivere a info@palazzomediciriccardi.it.


domenica 28 settembre 2025

Passeggiata letteraria lungo i luoghi di villeggiatura delle ricche famiglie fiorentine e delle comunità straniere residenti a Firenze nell'Ottocento


                                         Totale percorso 6,7 Km - Dislivello circa 100 metri

Questa passeggiata di circa sette chilometri parte ai piedi di Fiesole e si snoda lungo la collina di Camerata, che sorge fra il fiume Affrico e il Mensola.

Potrebbe essere suggestivo, prima di iniziare a camminare, sostare lungo il torrente e leggere la storia dei due amanti, Affrico e Mensola, protagonisti del Ninfale Fiesolano di Boccaccio. Eccola qui riassunta brevemente:

Affrico, un giovane pastore preso da un folle amore per Mensola, una ninfa bellissima, sacra a Diana e votata alla castità, su consiglio di Venere si traveste con abiti femminili e riesce a guadagnare la fiducia delle ninfe e a possedere Mensola. La ninfa si innamora del pastore ma, temendo l’ira di Diana, decide di porre fine alla relazione proibita. Il giovane, disperato, si uccide lungo la riva di un fiume. Mensola intanto si accorge di aspettare un bambino e riesce a dare alla luce Pruneo prima che Diana la punisca, trasformandola in un fiume. Entrambi i fiumi prenderanno i nomi dei giovani amanti. Pruneo verrà accudito dai nonni paterni e, una volta cresciuto, diventerà il siniscalco di Atlante e sposerà la nobildonna Tironea. Dal dono di Atlante a Pruneo del territorio compreso fra i fiumi Mensola e Mugnone nascerà Fiesole.

E adesso, cominciamo a camminare!     

Un collage di foto della passeggiata


Percorrete tutta Via Lungo l’Affrico, fino a che non vi ritroverete davanti un grande cancello: svoltate a destra in Via del Palmerino. Dopo poco arriverete a Villa Il Palmerino, sede di un’associazione culturale. Questa villa ha una storia bellissima, che potete leggere sul sito dell’associazione (https://www.palmerino.org/it/history). Una delle ultime proprietarie fu la celebre autrice inglese
 Vernon Lee, che vi fondò un cosmopolita salotto letterario. Attualmente la proprietà è degli eredi del pittore Federigo Angeli e della pittrice e poetessa Lola Costa. Nella residenza hanno luogo diversi eventi culturali: in alcuni giorni e orari è quindi possibile accedere alla villa. Consultate il sito per gli aggiornamenti.

"Sono tutti belli, questi Giardini della Poesia, e in mezzo a loro scorre l'ampio flusso della Memoria, circondato da bei prati di gigli, orlato da foreste di salici e canne sussurranti. E non meno belli di queste sfumature ideali sono i giardini che vivono immutati e immutabili in molti quadri dipinti nel cuore. Reale e non meno idealizzato è il ricordo dei giardini che abbiamo visto: una volta, forse, e mai più dimenticati." Vernon Lee 


Una volta lasciata la villa, tornate brevemente sui vostri passi fino al grande cancello alla fine di Via Lungo l’Affrico: stavolta svoltate a sinistra e imboccate la strada (si chiama sempre Via del Palmerino) che costeggia il parco dell’ex ostello di Camerata, oggi in ristrutturazione e destinato a diventare un resort di lusso. Un tempo (nel 1427) l’ostello era la villa “Il monte di Camerata” e apparteneva alla famiglia Ridolfi Calzolari. Nel 1954 diventò l’ostello di Firenze, fino al 2019, anno in cui fu messo all’asta. Nel 2022 è stato comprato da un fondo di investimento. Ammirate, passando, la Torre del Palagio che svetta davanti a voi.

 

Alla fine della salita, sulla vostra sinistra trovate una strada senza uscita: porta a quello che era un tempo l’ingresso della Villa di Fontallerta, adesso chiuso. Troveremo l’attuale ingresso principale verso la fine della nostra passeggiata. Girate quindi verso destra, in Via di Camerata, e proseguite diritto fino al Presidio della Croce Rossa Italiana “Anna Torrigiani”. Questa struttura, fondata nel 1864, è intitolata alla nobildonna sposata col conte Carlo Torrigiani. Anna fu anche la dama di compagnia della duchessa Elena D’Aosta, ispettrice generale delle crocerossine. Forse a seguito di questa frequentazione, Anna divenne allieva della Croce Rossa e successivamente infermiera durante la prima guerra mondiale. Quando scoppiò l’epidemia di spagnola, volle essere trasferita nel reparto infettivi, dove fu purtroppo contagiata e morì. Durante la guerra, Anna scrisse un diario molto conosciuto tra gli storici. La sua abnegazione ricorda un’altra grande figura di quel periodo, Florence Nightingale (potete trovare su internet una miniera di notizie sulla sua bella storia. Ne parlo brevemente anche io in un post di questo blog del 18 gennaio 2024).

Proseguite lungo Via di Camerata. Notate, alla vostra sinistra, una deliziosa cappellina adiacente la villa Camerata, al civico 65.

Alla fine della strada svoltate a destra su via San Domenico, fino ad arrivare in piazza San Domenico. Guardatevi intorno: è bellissimo il panorama delle colline, degli uliveti, delle ville. Rinfrescatevi alla fontana, la cui targa ricorda i nomi dei personaggi illustri che qui trovarono ispirazione per le loro opere e poi proseguite fino alla Chiesa e Convento di San Domenico. Il Convento è noto per aver ospitato il pittore Giovanni da Fiesole detto il Beato Angelico.

Tornando ancora una volta sui vostri passi, imboccate Via della Piazzuola fino alla Asl e continuate verso destra (rimanendo su Via della Piazzuola), una strada silenziosa e suggestiva.

Una delle prime ville che incontrerete è “Villa dell’ombrellino” (da non confondersi con l’omonima villa a Bellosguardo), cosiddetta per il suo caratteristico terrazzino in ferro. 

All’altezza del civico 67 di Via della Piazzuola svoltate a sinistra su Via delle Forbici (dal nome di una famiglia fiorentina di mercanti che si chiamava Della Tosa, che avevano nello stemma un paio di forbici d’argento da lana).

Al civico 31 della via trovate sulla vostra destra Villa il Garofalo, che vanta una vista meravigliosa su Firenze. Dalla strada non potrete vedere nient’altro che il muro, ma date un’occhiata su internet per ammirare gli interni e i giardini. Questa villa fu la casa di campagna della famiglia Alighieri. Quando Dante fu esiliato, la Villa fu comprata dalla famiglia di Beatrice, i Portinari. Successivamente si alternarono diversi proprietari.


Una curiosità: se vi trovate a Firenze e volete vedere dove era la casa di Dante, andate alla Trattoria
del Pennello in Via Dante Alighieri. 

Al civico 26 trovate invece l’entrata secondaria del Parco di Villa il Ventaglio (ora chiuso, l’entrata principale è in via Giovanni Aldini): anticamente era una casa da oste della famiglia Brancacci, lungo le vie di pellegrinaggio.
Il Parco in stile inglese, di cui si occupò Giuseppe Poggi, si estende sulla collina per circa cinque ettari.

Proseguendo a diritto arrivate a quello che fu un tempo l’oratorio Santa Maria delle Querce, progettato da Michelangelo e distrutto poi dai guastatori della Repubblica quando nel 1529 Firenze venne assediata per ristabilire i Medici al potere. Ricostruito, diventò poi Villa e residenza di campagna di Pietro Leopoldo di Lorena. Nel 1868 l’edificio fu occupato dai padri barnabiti, che ne fecero un collegio d’élite nazionale e internazionale intitolato a Carlo Alberto di Savoia. Nel 1870 vi fu costruito un osservatorio astronomico e geodinamico. Nel 2003 fu abbandonato e adesso è un resort di lusso.  

Proseguite diritti fino in fondo alla strada, per girare poi a sinistra nel Viale Alessandro Volta (mentre percorrete questo viale, se volete fare una digressione, svoltate a sinistra in via Giovanni Aldini: qui c’è l’ingresso per il parco di Villa il Ventaglio).

Proseguendo la passeggiata arrivate fino a Piazza Edison e imboccate quindi il Viale Augusto Righi. Lungo il viale, alla vostra sinistra (in prossimità dell’incrocio col viale Ugo Bassi), si trova la Villa Fontallerta (la cui entrata secondaria abbiamo già incontrato all’inizio della nostra passeggiata).

Questo palagio esisteva già nel Trecento e Boccaccio vi ambientò una delle novelle del Decamerone (la novella che narra dello scherzo fatto a Calandrino dai pittori Bruno, Buffalmacco e Nello, che lavoravano nella proprietà di campagna del ricco cittadino fiorentino Niccolò Cornacchini). Nel Cinquecento vi ha lavorato anche Bartolomeo Ammannati. Nel 1850 la proprietà passò ai conti Pasolini, che vi crearono un bellissimo parco romantico.

Proseguendo, sempre lungo il viale Righi, potete sostare nel giardino degli ulivi che trovate un po’ sopraelevato dal viale, alla vostra sinistra, davanti a Largo Pietro Capei. Quando passeggio in questo giardino mi vengono spesso in mente Pascoli e Van Gogh, entrambi affascinati dagli ulivi per la loro forza e bellezza.

Vi lascio qualche strofa de "La canzone dell'ulivo" di Giovanni Pascoli (da "Canti di Castelvecchio") e uno stralcio di una lettera di Van Gogh al fratello Theo:

 

Qui radichi e cresca! Non vuole,

per crescere, ch’aria, che sole,

che tempo, l’ulivo!

Nei massi le barbe, e nel cielo

le piccole foglie d’argento!

Serbate a più gracile stelo

più soffici zolle!

Tra i massi s’avvinchia, e non cede,

se i massi non cedono, al vento.

Lì, soffre, ma cresce, né chiede

più ciò che non volle.

 

Mi sono trastullato negli uliveti mattina e sera in queste giornate luminose e fredde, ma con un sole chiaro e stupendo. Ah mio caro Theo, se tu vedessi gli ulivi in questo periodo dell’anno … con il fogliame argento antico che inverdisce contro l’azzurro. E la terra arata color arancio di una tale delicatezza e raffinatezza. Voglio dire che il mormorio di un uliveto ha qualcosa di molto intimo, di immensamente antico. È troppo bello perché io osi dipingerlo o possa descriverlo”.

 

Lasciate quindi il giardino: siete quasi alla fine di questo anello. Ancora pochi passi e sarete di nuovo al punto di partenza in Via Lungo l’Affrico.

L’angolo delle curiosità:

Il nome della collina di Camerata viene da Ca Marte, casa di Marte, perché anticamente qui sorgeva un tempio romano dedicato al dio della guerra.

Anglobeceri era il soprannome che i fiorentini avevano dato alla comunità straniera che viveva a Firenze, che parlava un buffo fiorentino con accento anglosassone.

 Se vi va di approfondire: “I dintorni di Firenze", di Guido Carocci.


sabato 23 agosto 2025

Itinerari di viaggio: Portogallo magico. Seconda tappa ÓBIDOS – NAZARÉ - ALCOBAÇA – BATALHA – FATIMA

Per ÓBIDOS e NAZARÉ vedi post del 2 agosto 2025 https://pennaeblog-notes.blogspot.com/2025/08/itinerari-di-viaggio-portogallo-magico.html

ALCOBAÇA

A soli 15 km di distanza dalla nostra precedente tappa, fra la costa atlantica e le montagne, troviamo Alcobaça, che deve la sua fama al Monastero di Santa Maria, splendido esempio di architettura gotica portoghese, fondato nel 1153 su un terreno donato a Frate Bernardo de Claraval, fondatore dell'Ordine Cistercense, dal primo re del Portogallo, Afonso Henriques, in adempimento di un voto fatto dopo la Riconquista Cristiana di Santarém.

Entrando, ci accoglie un’unica lunga navata, spoglia di ogni ornamento e sorretta da grandi pilastri: si avverte subito un senso di raccoglimento che invita al silenzio. Al centro di ogni braccio del transetto si trovano le tombe di Pedro I e Inês, poste una di fronte all'altra.

Pedro I e Inês de Castro sono i protagonisti di una delle storie d'amore più commoventi del Portogallo.

Il principe Pedro I, sebbene si fosse sposato con Constança di Castiglia per ordine del padre, si innamorò, ricambiato, di Inês de Castro, dama di compagnia di sua moglie. I due amanti non perdevano occasione di incontrarsi a Coimbra, nei giardini di Quinta das Lágrimas, scambiandosi lettere appassionate attraverso un canale, detto "Cano dos Amores", le cui acque trasportavano i messaggi d'amore tra la Quinta e il Palazzo Reale.
Dopo la morte di Constança nel 1345, Pedro iniziò a vivere con Inês e i loro figli nel Palazzo Paços de Santa Clara, a Coimbra. Re Alfonso IV, contrario a questa unione e messo sotto pressione dalla corte, che temeva per le sorti dell’unico nipote legittimo, Ferdinando, nel 1355 ordinò che Inês venisse assassinata.
Alla notizia della morte della sua amata, Pedro temette di impazzire dal dolore e guidò una rivolta contro il re, giurando che non avrebbe mai perdonato suo padre per il terribile omicidio.
Quando Pedro diventò re, nel 1357, fece arrestare e uccidere gli assassini di Inês, strappando loro il cuore. Subito dopo, fece in modo che Inês venisse proclamata regina postuma, testimoniando di averla sposata in segreto, facendola riesumare e costringendo la corte a baciare la mano del cadavere in segno di obbedienza.
Nel 1360 il corpo di Inês fu trasferito da Coimbra al Monastero Reale di Alcobaça. Pedro commissionò due magnifiche tombe per restare per sempre vicino all’amore della sua vita: le splendide sculture gotiche, finemente decorate con rilievi raffiguranti scene di vita della coppia, di Cristo e di San Bartolomeo, sono collocate ai due lati del transetto in modo che quando arriverà il giorno del Giudizio Universale le anime dei due innamorati si possano sollevare e guardare un’ultima volta occhi negli occhi.

Dalla fine del XIX secolo, Alcobaça si affermò come territorio di espressione artistica della ceramica. Il percorso ceramico di Pedro e Ines nasce da un'interpretazione dell'episodio di Ines de Castro di “I Lusiadi”, di Luís Vaz de Camões. Include anche un sonetto dello stesso autore e un altro di Miguel Torga. Le dieci fabbriche partecipanti, invitate dal comune di Alcobaça, traducono in ogni opera l'universo letterario, identitario e simbolico dell'amore di Pedro e Ines.




Dopo la visita al Monastero, dichiarato Patrimonio Unesco, passeggiate per le vie della città. Noi l’abbiamo trovata quasi deserta, probabilmente per l’orario nel quale siamo arrivati. Ci sono diverse pasticcerie e botteghe artigiane che espongono le tradizionali ceramiche dipinte a mano. 
Se avrete fortuna, potrebbe capitarvi di udire cantare una voce meravigliosa per le strade della città: si tratta di João Paulo Ferreira, un cantante lirico che vive ad Alcobaça. Cercatelo su Youtube: vi innamorerete della sua voce sublime. Non seguo molto la lirica, ma mi sono stupita di non aver mai sentito parlare prima di questo artista. Un ragazzo portoghese però mi ha spiegato che la lirica in Portogallo è sempre stata considerata musica d'élite, dato che la maggior parte delle opere sono in italiano e tedesco. A causa di questa barriera linguistica, difficilmente superabile, la musica popolare è stata sempre più apprezzata della lirica. 

Di nuovo in marcia, puntiamo verso nord. La prossima tappa sarà la piccola città di Batalha, nota per il suo spettacolare complesso monastico. La Capela Imperfeita mi ha colpita in modo particolare e ha acceso in me un senso di meraviglia e suggestione. 


Batalha

Da Alcobaça a Batalha ci sono solo una ventina di chilometri: vi consiglio di non perdervi la visita all’eclettico monastero del XIV secolo, patrimonio Unesco, costruito con una perfetta combinazione di vari stili ed arte “manuelina”: guglie, pinnacoli, contrafforti, archi, sculture. Una meraviglia! Fu realizzato in segno di gratitudine alla Vergine Maria per la vittoria dell’esercito portoghese contro il re di Castiglia nella battaglia di Aljubarrota. La vittoria fu tanto eclatante proprio perché l’impresa pareva impossibile, a causa della netta superiorità del numero di soldati castigliani.

Bisognerebbe avere un intero giorno a disposizione per ammirare questo monastero. Splendido il portale della facciata anteriore, ornato e ricco di statue, e quello della facciata occidentale. L’interno, lungo e stretto, è diviso in tre austere navate addolcite dalla luce che fa breccia dalle vetrate policrome.

Nella sala do Capitulo è custodita la tomba del milite ignoto.

Dopo aver visitato la Capela do Fundador, il Claustro Real e il Claustro de Dom Alfonso e di Joao I, sostate nella Capela Imperfeita dalle volte incompiute e lasciate che la meraviglia e la suggestione vi avvolgano.

Per noi è già tempo di ripartire. Ci dirigiamo verso la regione centrale del Portogallo. Fatima ci aspetta.


Trovi la tappa di Fatima nel post del 13 ottobre 2025:

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