![]() |
| Foto di Mathis Mauprivez per Unsplash |
Accadde un giorno, a dicembre. Alcuni vicini andarono a trovare il vecchio Conrad nel suo negozio: l'uomo era intento a finire di addobbarlo con mille rami verdi.
Conrad, raggiante, annunciò: "Amici miei, all'alba di oggi il Signore mi è apparso in sogno e ha detto: 'Vengo per essere vostro ospite'. Così mi sono impegnato a rassettare e addobbare il mio negozio, cospargendolo di rami di abete. La tavola è apparecchiata, il bollitore è lucido e sulle travi è intrecciato l'agrifoglio. Ora aspetterò che il mio Signore appaia, e resterò in ascolto per udire i suoi passi. Allora aprirò la porta e guarderò il suo volto."
Gli amici, lieti per Conrad, tornarono a casa e lo lasciarono solo, per non essere di troppo, in modo che il pover’uomo potesse godersi la visita del Signore. Da molto tempo la sua famiglia era scomparsa e Conrad aveva trascorso molti tristi giorni di Natale, ma sapeva che, con il Signore come suo ospite, questo Natale sarebbe stato il migliore.
Rimase quindi in ascolto, con la gioia nel cuore, e a ogni suono si alzava di soprassalto e aspettava che il Signore fosse alla sua porta.
Corse alla finestra dopo aver sentito un rumore, ma tutto ciò che poté vedere sul terreno coperto di neve, fu un mendicante trasandato con le scarpe rotte. Tutti i suoi vestiti erano laceri e logori. Il vecchio Conrad ne fu commosso, andò alla porta e disse: "I tuoi piedi devono essere freddi e doloranti. Ho delle scarpe per te nel mio negozio, e ho anche un cappotto per tenerti più caldo".
Dopo essersi rifocillato e aver preso i doni di Conrad, l'uomo se ne andò, con cuore grato.
Conrad guardò l'ora e si chiese cosa avesse fatto sì che il caro Signore fosse così in ritardo, e quanto ancora avrebbe dovuto aspettare.
Poi sentì bussare di nuovo e corse alla porta, ma era ancora una volta una sconosciuta: una vecchia signora curva, con uno scialle nero
e un fascio di legna da ardere ammucchiato sulla schiena, chiedeva un posto dove riposare. "Non mandarmi via, lasciami riposare per un po', in questo giorno di Natale".
Così Conrad le preparò una tazza di brodo fumante, le disse di sedersi a tavola e cenare.
Dopo che se ne fu andata, Conrad vide, pieno di sgomento, che le ore stavano scivolando via. Il Signore non era venuto come aveva detto! Proprio allora udì un grido.
"Per favore, aiutami! Mi sono persa!"
Aprì di nuovo la porta: era una bambina che si era allontanata nel bosco e aveva perso la strada di casa. Malgrado l'ennesima delusione, Conrad si dette da fare per aiutare la piccola. La fece entrare, le asciugò le lacrime e la ricondusse a casa.
Mentre rincasava, realizzò con dolore che il Signore non sarebbe venuto quel giorno, perché le ore del Natale erano tutte trascorse.
Andò nella sua stanza e si inginocchiò per pregare: "Signore, perché hai tardato? Cosa ti ha impedito di venire? Desideravo tanto vederti!"
Dolcemente, nel silenzio, udì una voce: "Alza la testa: ho mantenuto la mia parola. Tre volte la mia ombra ha attraversato il tuo pavimento.
Tre volte sono venuto alla tua umile porta. Ero il mendicante con i piedi ammaccati e freddi, ero la donna a cui hai dato qualcosa da mangiare, ero la bambina che aveva smarrito la strada. Tre volte ho bussato, tre volte sono entrato, e ogni volta ho trovato il calore di un amico. Di tutti i doni, l'amore è il migliore. Sono stato onorato di essere tuo ospite per Natale.
La storia dell'ospite di Natale, di Helen Steiner Rice

1 commento:
Un racconto evangelico che ci invita a guardare agli ultimi.
Posta un commento